“Alla mia Sinistra. Lettera aperta a tutti quelli che vogliono sognare insieme a me” di Federico Rampini (Mondadori, 2011), è stato presentato dall’autore al pubblico italiano di New York lo scorso mercoledì nell’ambiente informale di Smithfield (215 West, 28th Street). Rampini non ha bisogno di presentazioni, autore prolifico, giornalista di grande esperienza, attualmente capo dell’ufficio corrispondenza di Repubblica negli USA ha raccontato del suo lavoro da reporter, prestandosi poi ad un interessante dibattito. Dall’alto della sua carriera cosmopolita, attraverso una panoramica della crisi economica e morale di questi ultimi anni, Rampini suggerisce nella parte ottimistica del suo libro, delle vie d’uscita dall’attuale emergenza politica internazionale.
Introdotto dal Gianluca Galletto rappresentante del PD a New York, Rampini fin dal principio ha espresso la sua vicinanza ai lettori presenti in sala: “siamo parte di una famiglia, quando mi capita di presentare il libro in Italia, pur rivolgendomi sempre ai destinatari dei messaggi contenuti nel mio libro, mi accorgo di dover fare una grande fatica per riempire un divario di informazione che ci separa e che riguarda appunto gli Usa”. Sembra a suo agio, noi siamo come lui “un po’ qua e un po’ là” in Italia e negli Usa. Poi chiarisce: “non tutti capiscono il titolo di questo libro che è una dedica alla mia sinistra, a quella italiana, perché include la mia esperienza da giornalista fin dagli esordi”.
Un excursus nella storia della sinistra, attraverso la sua carriera da giornalista: questo il filo conduttore del libro di Rampini. Dall’Europa in cui nasceva la moneta unica, in queste ore nuovamente sotto esame, alla Cina in cui l’autore descrive un’altra realtà comunista fino ad arrivare l’America di oggi, di Obama, della crisi, in cui Rampini ritrova molti dei fallimenti della sinistra occidentale creando similitudini con l’Italia.
In foto, Federico Rampini
Tra le anomalie politiche attuali, soprattutto in Europa, l’autore fa riferimento ai governi tecnocratici. Al fatto quindi, che ormai alcuni Paesi dell’UE si trovano ad essere nelle mani di politici non votati attraverso un sistema rappresentativo. L’autore a questo proposito parla anche di sospensione ed in alcuni casi, di morte della democrazia, che ha fatto perdere credibilità nelle istituzioni. “Viviamo in un clima di sfiducia” spiega Rampini, in cui soprattutto in Europa con la caduta dei governi “ci si chiede chi sarà il prossimo”. “La sinistra americana e quella europea hanno storie parallele” ha ribadito più volte durante la presentazione, “a volte abbiamo l’impressione che siano due realtà lontanissime, che il partito democratico americano sia un animale diverso dalle sinistre europee socialiste, socialdemocratiche e nel caso italiano con componenti marxiste, ma se si studiano bene i nuovi personaggi politici, si scopre come abbiano in realtà letto gli stessi libri. Obama da giovane, aveva le stesse letture di un ragazzo italiano degli anni ‘70”. L’errore fatto dalla sinistra occidentale di oggi starebbe nel fatto “di essersi illusa di poter utilizzare il mercato come strumento della politica”. Una lettera aperta quella di Rampini quindi, che pur essendo politicamente schierata può essere di piacevole lettura anche per un pubblico che non condivide necessariamente le sue stesse idee.