Monumenti e memoriali sono il nostro modo di onorare e ricordare la storia, ma che succede se vanno in rovina o passano di moda? Ne discute martedì 5 dicembre a Casa Italiana Zerilli-Marimò Armando Maggi, in una conferenza dal titolo “The Paduan 9/11 Memorial and the Fosse Ardeatine”, in collaborazione con il NYU Department of Italian Studies.
Armando Maggi è docente al dipartimento di Lingue e letterature romanze alla University of Chicago ed è autore di numerosi saggi sul Rinascimento, il Barocco e la cultura moderna.
Al centro del discorso c’è il concetto di “rovine”. Chi di noi sa che a Padova esiste un monumento alle vittime dell’11 settembre? Si trova nell’area delle Porte Contarine ed è uno dei pochi monumenti contemporanei della città: l’opera Memoria e Luce è la creazione imponente in vetro e acciaio dell’archistar Daniel Libeskind, statunitense di origine polacca, già vincitore del concorso per la ricostruzione dell’area di Ground Zero a New York.
Maggi parlerà del modo in cui il monumento riflette la visione che gli italiani hanno dell’11 settembre. Il memoriale, negletto, è anche uno specchio della cultura italiana.

La seconda parte è dedicata a un altro luogo di culto civile: le Fosse Ardeatine, le antiche cave di pozzolana dove i nazisti il 24 marzo 1944 uccisero 335 italiani in rappresaglia per l’attentato di via Rasella. Oggi quel luogo è un sacrario ancora visitato, ad alto impatto simbolico (fu il primo luogo visitato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella il giorno della sua elezione al Quirinale), ma probabilmente sconosciuto alle giovani generazioni.
Maggi discuterà il concetto di “rovine” e di come esso muti nel contesto delle Fosse (“un memoriale che sta rapidamente diventando obsoleto”).