Un solo biglietto, un solo parco archeologico diffuso: il Progetto Grande Pompei presentato oggi alla stampa rappresenta una novità interessante per i turisti che ogni anno accorrono a visitare la città sepolta dal Vesuvio nel 79 dopo Cristo, una delle più incredibili testimonianze archeologiche al mondo. Turisti che in genere visitano appunto l’ampio territorio pompeiano ma non alcuni dei siti limitrofi, altrettanto interessanti. Adesso Boscoreale, Oplontis e Stabia saranno visitabili assieme a Pompei con un solo biglietto della durata di tre giorni, grazie a navette gratuite che collegano i siti.
Le novità annunciate dal direttore del parco di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, archeologo tedesco innamorato dell’Italia, sono anche di natura sostenibile. Intanto le riaperture: l’Antiquarium di Boscoreale, con una sala dedicata agli scavi in corso nella villa suburbana di Civita Giuliana e il carro cerimoniale ivi rinvenuto nel 2021, e poi le ville di Stabia con percorsi senza barriere architettoniche e una riqualificazione dell’area circostante i monumenti antichi. Sono inoltre state restaurate le coperture della celeberrima Villa dei Misteri alla periferia di Pompei, che ora ha un impianto di illuminazione, alimentato con tegole fotovoltaiche simili a quelle antiche.

L’Antiquarium di Boscoreale in particolare secondo Zuchtriegel è “un vero gioiello dell’archeologia vesuviana”, che racconta il territorio a partire dalla preistoria, eccellente anche come introduzione didattica per le scuole, inclusi reperti che raccontano la vita nelle campagne.
Pompei, infatti, è un luogo magico perché ci trasporta nell’antichità, riemersa quasi immutata dalla cenere. La Villa dei Misteri, illuminata, sarà fruibile in certi periodi anche di notte, e la luce consentirà comunque una visione più dettagliata del grande fregio dionisiaco che adorna la sala dei banchetti.
Non solo: il Progetto Grande Pompei per il direttore è anche la cornice giusta per il piano strategico Unesco per lo sviluppo di tutta l’area (inclusa l’altra città sepolta dal Vesuvio, Ercolano, più piccola di Pompei ma altrettanto fascinosa). Ci sono undici comuni coinvolti nel piano Unesco e un contratto di sviluppo da 230 milioni di euro. Tanti soldi da usare ancora per rinnovare queste zone e procedere a nuovi scavi; la metà del territorio pompeiano è ancora da esplorare.