Da ragazzina voleva fare l’attrice? “Non ho mai sognato di farlo” così esordisce Susan Sarandon raccontando i suoi esordi nel cinema, in una Masterclass a lei dedicata dalla Scuola Imt, all’interno del Lucca Film Festival, organizzato nella cittadina toscana. Dopo il tappeto rosso e il premio alla carriera ritirato il giorno prima, nel Complesso di San Francesco è tutto sold out per questa conversazione, che verte sulla sua professione, ma anche sulla sua vita e su temi sociali a lei tanto cari: compensi, genere, i rischi dell’intelligenza artificiale.
“In famiglia eravamo in nove fra fratelli e sorelle e io sono sempre stata quella che organizzava recite e riprese. In realtà cercavo soltanto un modo per andarmene dal New Jersey e studiare. Quando
entrai all’università conobbi un ragazzo che accompagnai a fare un provino, decisero di farlo fare anche a me a da lì partì tutto” racconta Sarandon, cinque volte candidata all’Oscar come miglior attrice, vinto nel 1995 per Dead Man Walking.

Da questo nuovo bagno di folla, l’attrice premio Oscar si mostra ancora una volta emozionata e commossa, riportando l’attenzione alle sue scelte, che sono sempre state mosse dal sentimento: “quando devo scegliere una storia vorrei esserne toccata, ci deve essere un’evoluzione nel personaggio. Ho bisogno di storie che sprigionino emozioni, non necessariamente vicende d’amore, ma fra i protagonisti deve nascere una connessione. Un film non spiega a chi lo guarda quello che fare, ma deve ispirare, suscitare un nuovo approccio, per questo mi sento sempre molto responsabile verso il pubblico per quello che faccio e che dico”.
Prediletti? “No, non sono in grado di dirvi quale fra i film che ho realizzato sia quello che preferisco, sarebbe come scegliere fra i miei figli; posso dirvi però che fra quelli che ho visto, sono rimasta davvero incantata da Il Conformista di Bernardo Bertolucci, mi è sembrato la cosa più bella che potesse esserci”.
Hollywood si è fermata per lo sciopero degli attori e sceneggiatori in Usa. “È assolutamente legittimo – ha detto la star – abbiamo contratti di 30 anni fa, oggi tutto è cambiato. Devono essere adeguati, anche per dare la possibilità di iscriverci a un sindacato o avere l’assistenza sanitaria, che se non raggiungi un reddito di 26 mila dollari non viene concessa. Le grandi piattaforme come Amazon e Netflix poi, hanno una struttura economica non equa e penso che non paghino le attrici al pari dei loro colleghi; problema, quello dell’equità salariale per genere, molto caro a lei e a tante attrici. “C’è molta avidità in questo settore”.
“È davvero il momento di cambiare le cose, le grandi multinazionali hanno iniziato a utilizzare l’intelligenza artificiale. TI pagano una volta sola e ti scansionano rubandoti il corpo e la voce, il tuo personaggio ti verrà sottratto e potrà essere usato per qualsiasi progetto, anche se non condiviso”.
Infine un pensiero all’Italia, rivendicando le sue origini: parte della famiglia viene dalla Garfagnana e da Ragusa. “Certo che vorrei ottenere la cittadinanza. Ho da tempo preparato i documenti ma per questioni burocratiche molto complesse l’iter si è arenato; se qualcuno volesse darmi una mano è ben accetto”.