L’occhio di bue che l’ha inquadrata per 40 minuti si spegne. Nella sala cala il buio. E poi si riaccendono le luci. Alla fine dello spettacolo, il pubblico inizia ad applaudire e l’adrenalina a scemare.
Ma anche al momento del rinfresco Carolina De’ Castiglioni, autrice e protagonista della tragedia Syrma, andata in scena all’Istituto Italiano di Cultura a New York, continua a sciogliersi le gambe per scaricare la tensione accumulata. L’evento è stato un successo. “Ci sono persone qui in sala che sono venute a tutte e tre le messe in scena”. La sceneggiatrice italiana, pluripremiata e laureata alla NYU Tisch, non si ferma un momento: in inglese o in italiano, continua a ricevere saluti e congratulazioni da ragazzi e ragazze che hanno assistito allo spettacolo.
“Abbiamo dovuto aggiungere delle sedie all’ultimo perché le persone continuavano ad arrivare”, racconta De’ Castiglioni. La sala istituzionale, trasformata in palcoscenico per una sera, non è tanto grande: il pavimento in legno, i drappeggi in oro, la bandiera tricolore appesa di lato fanno da contorno al dramma di Syrma.

Petra, la protagonista, vive in una realtà distopica dove non esistono emozioni né ambizioni. Si limita a rispondere alle chiamate del call center per cui lavora e a sorridere in modo eccessivo e disturbante con il suo collega: Great! è la risposta a ogni problema. Infatti, sono Le Moire a controllare la vita umana rendendola piatta e limitata. In chiave contemporanea e divertente – il pubblico ride continuamente alle battute -, le dee del destino sono interpretate da tre giovani donne dai volti luminosi e truccati, con i capelli in ordine e laccati e gli abiti bianchi, facendole sembrare eteree.
Cloto è la più giovane, inesperta, ingenua; Lachesi controlla il destino delle persone appena nate ed è la più pacata; Atropo è impassibile e scontrosa, appare in scena solo quando deve tagliare i fili, quindi cessare una vita. Dopo l’ennesima litigata fra Cloto che si lamenta e Atropo che risponde inacidita, in un impeto di rabbia la giovane rende d’oro il filo di Petra, che comincia a provare emozioni, a scoprire l’amore, a desiderare di più, di meglio.
All’inizio la donna pensa di stare male – addirittura va dal medico che come al solito la riempie di pasticche senza capire il suo problema – e poi intraprende un percorso alla scoperta del proprio destino accompagnata da un angelo agender they/them, Actor. Il viaggio che comincia dopo aver fumato uno spinello si conclude con uno scontro diretto con le Moire, che cercano di dissuaderla e farla tornare sui suoi passi: “Choices are a burden, not a privilege”.
“Lo scrivo e lo riscrivo continuamente. A volte il finale è troppo brusco, a volte devo adattare certe battute agli attori”, si confida De’ Castiglioni. “Se il pubblico reagisce in un certo modo è perché c’è qualcosa che non va”. Giovane, sorridente, determinata, divisa fra Stati Uniti e Italia, vuole portare Syrma sui grandi palchi nei teatri newyorkesi. “Ci vogliono soldi, almeno una ventina di spettacoli in giro, e tempo, ma non voglio saltare gli step. Quando ci arriverò spero di avere tutte le carte in regola per farcela”.