Al centro de La Bella Estate, sia nel libro di Cesare Pavese che nella sua trasposizione cinematografica a opera di Laura Luchetti, emerge con forza la bellezza della disillusione. In programma il 3 giugno alla ventitreesima edizione di Open Roads, la rassegna di cinema italiano organizzata da Cinecittà e Lincoln Center a New York fino al 6 giugno, il film racconta la storia di Ginia, Yile Vianello, una sedicenne sartina torinese, la cui vita cambia radicalmente quando incontra Amelia, interpretata da Deva Cassel, una modella che la introduce nell’ambiente bohémien. Qui Ginia si innamora di Guido, un pittore, ma la sua “bella estate” si scontra con la cruda realtà, distruggendo le sue illusioni giovanili.
La bella estate, pubblicata da Cesare Pavese nel 1949, un anno prima del suicidio, valse allo scrittore torinese la vittoria del Premio Strega nel 1950. Nonostante questo, il libro risulta essere uno tra i meno conosciuti e letti tra quelli di Pavese. “Eppure, quando mi sono immersa nella sua lettura, ho trovato la storia evocativa, meravigliosa e melanconica”, racconta Luchetti. “Non è la trama a lasciare il segno in questa magnifica novella, ma piuttosto i dubbi e le inquietudini della protagonista che attraversano tutto il racconto”.
Quando le è stato proposto di realizzare un adattamento per il cinema, la regista confessa di aver inizialmente nutrito un certo scetticismo. Pensava che sarebbe stata un’impresa ardua, considerando che l’unica trasposizione cinematografica precedente risale a Le amiche di Michelangelo Antonioni del 1955, liberamente ispirata a Tra donne sole, parte della trilogia La Bella estate.
“L’idea originale era di realizzare un film più politico e collettivo,” precisa Luchetti. “Tuttavia, rileggendo il libro, mi sono resa conto che le pagine prendevano vita quando Pavese parlava delle due ragazze. Quella era la storia che emergeva, mentre la trama principale, riguardante i pittori, risultava più fragile. Inizialmente Pavese descrisse il libro come una storia di pittori e modelle, ma in seguito lo definì come la storia di una verginità che si difende dagli attacchi del mondo.”
Il legame tra Ginia e Amelia è ambiguo e complesso, ricco di sfaccettature. Le due ragazze si inseguono, si cercano, si perdono, si ritrovano. “Il tema centrale del racconto è lo sdoganamento del corpo e il desiderio femminile, temi spesso trascurati nel cinema. La protagonista, grazie al legame con un pittore, comprende chi realmente ama. Si tratta di una narrazione rara sul grande schermo, che segue il percorso di crescita e ricerca di spazio di un corpo femminile, esplorando autenticamente il desiderio. Inoltre, il bacio tra le due ragazze, intriso di gelosia e conflitto, mette in evidenza la complessità dei loro sentimenti”.
Una delle scene più intense è quella della prima volta di Ginia. “Il cinema spesso idealizza il momento della prima volta per le donne – spiega ancora Luchetti – ma la realtà è che non è sempre così semplice. Per la nostra protagonista, questo momento non solo rappresenta la sua iniziazione al mondo adulto, ma anche la consapevolezza che la direzione della sua vita potrebbe essere diversa da quella che si aspettava, sia a livello sessuale che emotivo. Questi elementi incarnano l’universalità del suo personaggio per me”.
La bella estate era stato scritto da Pavese nell’Italia fascista degli anni Trenta. Poco meno di cento pagine per mostrare la crescita di una ragazza che alle soglie dell’età adulta ha voglia di vivere appieno la vita e l’amore. “Nonostante una maggiore apertura nel discutere temi come il gender, la femminilità, la libertà sessuale e la fluidità, il conflitto interiore delle donne oggi rimane invariato” commenta Luchetti. “I tabù persistono e la difficoltà nel fare scelte sessuali specifiche è ancora considerevole come in passato. Nonostante i progressi nella comunicazione e nella libertà di espressione, gli atti di violenza e discriminazione dimostrano che molto è cambiato, ma allo stesso tempo nulla. Anche se tali questioni sono più visibili, non si riduce il peso delle sfide personali che le donne affrontano. L’episodio dell’aggressione a due giovani omosessuali mentre si baciavano vicino al Colosseo conferma l’ostilità ancora presente nella società italiana. E non solo: gli attacchi omofobi si verificano anche in paesi con una tradizione di maggiore libertà, come l’Inghilterra. Con l’ascesa delle destre al potere, stiamo purtroppo assistendo ad una recrudescenza dell’intolleranza”.
Rispetto al libro, la regista dichiara inoltre di aver voluto rappresentare il fascismo in maniera sottile ma significativa. “Le camicie nere appese nei cortili, i poster di Mussolini sui muri e la sua voce alla radio creano un contesto storico palpabile, pur senza distogliere l’attenzione dalla trama principale. L’ambientazione durante la pandemia ha rafforzato il parallelismo con un periodo di restrizioni e pericoli, dove l’amore e le emozioni giovanili emergono come forza dominante. Tuttavia, ho evitato di inserire scene troppo connotate per non distogliere l’attenzione dalla storia d’amore e di crescita dei protagonisti”.
Tra i personaggi del film, spicca il ruolo di Deva Cassel. Figlia di Monica Bellucci e Vincent Cassel, al suo debutto sul grande schermo, la giovanissima attrice ha interpretato una donna affascinante e misteriosa, capace di sedurre gli uomini con la sola sua presenza, manifestando un carattere capriccioso e volubile. “Deva è stata accolta calorosamente dalla troupe e ha instaurato forti legami sul set. Il sostegno reciproco tra i membri del cast ha reso l’esperienza di realizzazione del film profondamente significativa dal punto di vista emotivo”.
Al momento Laura Luchetti sta lavorando su due progetti molto diversi. Uno di questi è un adattamento di un libro di Massimiliano Virgilio, uno scrittore napoletano. “Questo progetto è anche la sua storia, e insieme stiamo lavorando per portarla sullo schermo. Racconta di una coppia che desidera ardentemente qualcosa e che è disposta ad affrontare persino percorsi oscuri e pericolosi pur di realizzare i propri sogni”.
Il secondo progetto è legato a un personaggio storico. Una narrazione epica sullo sfondo della corte di Parma nel XVI secolo, intrisa di temi di diversità, vendetta e amore. Chi sia esattamente questo personaggio rimane un mistero, una sorpresa che la regista assicura sarà svelata in futuro. “Sebbene non sia il protagonista principale, la sua figura è affascinante e ricca di sfaccettature”.