Arrivata all’ultimo appuntamento dell’anno accademico 2024-2025, Casa Italiana Zerilli-Marimò della New York University ha celebrato la fine della stagione ospitando la delegazione di Cinecittà al completo, a New York per Open Roads, la rassegna del cinema italiano al Lincoln Center. L’unico momento di tutta la rassegna per incontrare tutti i registi, tredici in totale, insieme all’attore Fabrizio Gifuni, riuniti in un unico luogo.
Il direttore Stefano Albertini, insieme al dottorando Leonardo Campaner, ha moderato la tavola rotonda e ha introdotto al pubblico i 12 film proiettati al Lincoln Center raggruppandoli per tema. Per esempio, Il tempo che ci vuole e Paternal Leave trattano il rapporto padre-figlia. Ogni regista ha così avuto modo di spiegare nascita, sviluppo e realizzazione dei lungometraggi e di argomentare certe scelte stilistiche, come l’uso del dialetto.


“È stata l’occasione – ha commentato Chiara Basso, Media & Communications Strategist di Casa Italiana NYU – per avere una visione corale del cinema italiano. Sono rimasta colpita perché molte persone hanno raccontato di essersi fatti un’idea più completa dei film ascoltando la testimonianza diretta dei registi. A volte, i titoli o i riassunti non bastano e spesso è necessario capire le motivazioni di certe dinamiche per farsi coinvolgere”.
L’auditorium era gremito di persone (molte costrette a stare in piedi), ammiratori e cinefili appassionati. “Abbiamo avuto circa 260 iscrizioni per l’evento – ha continuato Basso –. Per l’afterparty ci siamo trasferiti nel cortile e abbiamo aperto anche l’overfloor nella biblioteca al piano superiore”.

In generale, la stagione 2024-2025 di Casa Italiana è stata molto partecipata, tanto che alcune persone avrebbero voluto iscriversi a maggio. “Consigliamo di fare domanda per la membership ad agosto – ha spiegato Basso – in modo da avere la possibilità di godere di tutti gli eventi”.
Degli appuntamenti che hanno avuto più successo Basso ha ricordato l’incontro con l’attrice Irene Maiorino e il concerto di Rossino Perduto. Ma anche i laboratori dei bambini: “Sono sempre esauriti in meno di 12 ore da quando viene mandata la newsletter ed è un modo per avvicinare un pubblico nuovo, americano, che spesso non ha niente a che fare con l’Italia”.
Il team è già al lavoro per la prossima stagione: “È stato un anno ricco, vario – ha concluso Basso – perché cerchiamo di diversificare l’offerta con nuovi punti di vista, ma ci stiamo preparando per l’autunno”.