Spazio ai giovani autori, cinque titoli imperdibili e tre opere italiane pronte a lasciare il segno: inizia oggi la 78ª edizione del festival del cinema di Cannes, che si concluderà il prossimo 24 maggio con l’assegnazione della Palma d’oro da parte della giuria presieduta da Juliette Binoche. A inaugurare la kermesse – 19 film in gara – sarà Partir un jour dell’esordiente Amélie Bonnin, dramma romantico con Juliette Armanet tratto dall’omonimo cortometraggio della regista, ambientato fra Parigi e un villaggio di provincia. Durante la serata d’apertura, sarà consegnata a Robert De Niro la Palma d’Oro d’onore, omaggio ai suoi sessant’anni di carriera.

Il programma annunciato lo scorso 10 aprile dal delegato generale Thierry Fremaux conferma l’impostazione che il festival francese ha adottato negli ultimi anni: meno grandi maestri e più spazio ad autori giovani e in ascesa, con opere potenzialmente provocatorie, una combinazione che lo scorso anno, ad esempio, ha visto partire dal trampolino della Croisette opere come Anora di Sean Baker o The Substance di Coralie Fargeat, produzioni semi indipendenti che hanno poi dominato la stagione dei premi. Lo stesso Fremaux ha rivelato che anche quest’anno i selezionatori hanno dovuto visionare oltre 3.000 film, un numero equivalente a un terzo delle opere realizzate nel corso di un anno in tutto il mondo, una cifra impressionante che conferma come il festival di Cannes sia considerato un passaggio fondamentale, soprattutto in termini di esposizione mediatica, per il lancio di un film. In competizione ci saranno 19 titoli, mentre le sezioni parallele (Un Certain Regard, Cannes Première, Fuori concorso, Semaine de la Critique, Quinzaine des Cineastes) porteranno il totale delle proiezioni oltre le 40 anteprime mondiali.
Sono tre i film che rappresentano l’Italia alla 78ª edizione del Festival di Cannes. In concorso c’è Fuori di Mario Martone, un biopic dedicato alla scrittrice Goliarda Sapienza, interpretata da Valeria Golino. L’autrice di L’arte della gioia rivive l’esperienza del carcere romano di Rebibbia, dove la solidarietà femminile diventa scintilla creativa. Girato tra Lazio e Campania, coprodotto da Indigo Film, Rai Cinema e The Apartment, il film uscirà nelle sale italiane il 22 maggio, subito dopo la première sulla Croisette. In Un Certain Regard ci sono invece Testa o croce? di Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis, un western atipico ambientato all’alba del Novecento, quando il Buffalo Bill’s Wild West Show approda in Italia scatenando una faida fra cowboy americani e butteri maremmani. Protagonisti Nadia Tereszkiewicz e Alessandro Borghi, con un irresistibile John C. Reilly nei panni di Buffalo Bill. Con il suo mix di mito frontierista e critica sociale, il film conferma i due registi – già noti per Re Granchio – fra le nuove voci più originali del nostro cinema. Infine, Le città di pianura di Francesco Sossai, opera prima e delicato road-movie veneto: due uomini di mezza età, eterni perdigiorno in cerca dell’“ultimo bicchiere”, trascinano un timido studente d’architettura in un viaggio alcolico e iniziatico fra bar di provincia, da Sedico a Chioggia. Girato interamente in pellicola 16 mm, il film mette in luce l’umanità dei piccoli centri e un’inedita provincia musicale (colonna sonora folk di Krano). Un esordio che riafferma la vitalità del cinema indipendente italiano.

Quattro sono invece i film americani in lizza per la palma d’oro, a cui si aggiungono diverse opere dagli Stati Uniti nelle varie sezioni, in un programma ricchissimo di cui proviamo a indicare i nostri 5 film più attesi:
It Was Just an Accident, Jafar Panahi
Girato in segreto in Iran ancora una volta senza permessi ufficiali, il nuovo lavoro di Panahi è coprodotto da Les Films Pelléas (Francia) e Bidibul (Lussemburgo). Nel cast spiccano Vahid Mobasseri e Mariam Afshari; la storia parte da un “banale tamponamento” che, con l’inconfondibile sguardo politico del regista, si trasforma in un domino di conseguenze morali e sociali. Il film debutterà il 20 maggio e uscirà in sala in Francia il 10 settembre con Memento. Panahi, ancora soggetto a divieto di espatrio, non dovrebbe presenziare alla première, ma l’attenzione internazionale è alta per la sua prima opera dopo No Bears (2022) e soprattutto dopo i 7 mesi di detenzione per propaganda anti-iraniana tra l’estate del 2022 il febbraio del 2023.
Resurrection, Bi Gan
Il regista di Long Day’s Journey Into Night torna con un noir fantascientifico ambientato in un futuro privo di sogni. Jackson Yee (idolo pop cinese) interpreta l’enigmatico “mostro onirico”, mentre Shu Qi è la donna capace di entrare nelle sue visioni. Colonna sonora firmata dagli M83, fotografia di Dong Jingsong e lunghi piani-sequenza realizzati con la cinecamera DJI Ronin 4D. Prodotto da Huace Pictures e CG Cinema, il film è stato aggiunto in extremis alla line-up di Cannes dopo l’ok della censura di Pechino e arriverà nei cinema cinesi a fine 2025.
Magellan, di Lav Diaz
L’instancabile maestro filippino riduce il suo cut originale di nove ore a “sole” tre per raccontare, dal punto di vista dei colonizzati, il viaggio dell’esploratore portoghese. Gael García Bernal interpreta Ferdinando Magellano; Ronnie Lazaro è Rajah Humabon. Girato in location fra Filippine, Portogallo e Spagna, il film alterna bianco e nero digitale a 16 mm, riflettendo sulle radici del colonialismo e sulle ferite culturali ancora aperte. Diaz lavora a questo progetto da sette anni e non esclude che la versione integrale trovi spazio in future retrospettive.
Sentimental Value, di Joachim Trier
Trier ritrova la “peggior persona del mondo” Renate Reinsve, affiancata da Stellan Skarsgård (padre regista in crisi) e Elle Fanning (diva hollywoodiana intrusa in un set norvegese). Il dramma ruota attorno a due sorelle costrette a fare i conti con un lutto e con l’ego paterno; sceneggiatura del duo Trier–Eskil Vogt, colonna sonora della band norvegese Highasakite. Il film sarà proiettato il 21 maggio; vendite internazionali MK2, distribuzione USA a cura di Neon, uscita norvegese fissata al 12 settembre. Dopo le nomination agli Oscar di The Worst Person in the World, è il titolo europeo più papabile per il palmarès.
Alpha, di Julia Ducournau
Ambientato nella Normandia tardo-anni ’80, il film segue la tredicenne Alpha il giorno in cui torna da scuola con un tatuaggio che sconvolge l’equilibrio familiare. Golshifteh Farahani è la madre single, Tahar Rahim (dimagrito di 20 kg per il ruolo) incarna una figura ambigua che incrocia il percorso della ragazza. Girato fra Le Havre e Pont-Audemer, fotografia del fidato Ruben Impens, musica di Jim Williams. Prodotto da Petit Film con il sostegno di France 3 Cinéma; Neon ha già acquisito i diritti nord-americani. Ducournau promette “l’opera più personale e dolorosamente intima” dopo la Palma d’Oro di Titane.
Gli americani che si contenderanno la Palma d’oro sono Eddington di Ari Aster, The Phoenician Scheme di Wes Anderson, Die My Love di Lynne Ramsay e The Mastermind di Kelly Reichardt. Molte aspettative ci sono anche per la produzione francese firmata dall’americano Richard Linklater, Nouvelle Vague, ricostruzione delle vicende che portarono alla nascita di Fino all’ultimo respiro di Godard e all’età dell’oro del cinema francese, O Agente Segreto del cineasta brasiliano Kleber Mendonça Filho e Dossier 137 di Dominik Moll. Da segnalare in Un Certain Regard tre debutti alla regia di altrettante star hollywoodiane, Scarlett Johansson con Eleanor the Great, Kristen Stewart con The Chronology of Water e Pillion di Harry Lighton. Il momento glamour del festival, tuttavia, sarà senza dubbio la sera del 14 maggio, quando Tom Cruise guiderà cast e crew di Mission Impossible – Dead Reckoning – Parte 2 sul red carpet del Palais des festival, confermandosi l’ultimo vero grande divo del cinema americano.
