Pierfrancesco Favino torna a Cannes in un ruolo inedito: quello di un padre borghese, presenza silenziosa e giudicante, più soffocante che guida. Dopo aver dato volto a comandanti, politici e icone della storia italiana recente, l’attore approda nuovamente sulla Croisette, questa volta con un personaggio più intimo e complesso.
Enzo – ultima sceneggiatura firmata da Laurent Cantet, scomparso nell’aprile 2024, e diretto da Robin Campillo, suo collaboratore di lunga data – inaugurerà la Quinzaine des Cinéastes alla 78ª edizione del Festival di Cannes. Prodotto da Les Films de Pierre, con la coproduzione italiana di Lucky Red, il film mette al centro il percorso incerto di un ragazzo di sedici anni, apprendista muratore a La Ciotat, sospeso tra l’orizzonte concreto del lavoro manuale e le aspettative borghesi di una famiglia che sogna per lui un destino diverso. Campillo adotta una prospettiva ravvicinata, centrata sul protagonista, ma intorno a lui si muovono figure adulte che agiscono come superfici di attrito. Favino è una di queste: incarna il volto del padre benestante, simbolo dell’ordine, delle aspettative, di un certo tipo di sicurezza che finisce per diventare prigione.
Nel cast, accanto al giovane Eloy Pohu, anche Maksym Slivinskyi ed Elodie Bouchez. E poi Favino, unico italiano in un film profondamente europeo, la cui presenza segna ancora una volta un punto d’incontro tra il nostro cinema e quello francese.

© Les Films de Pierre