Cosa hanno in comune l’incredibile Hulk e il David di Donatello? E cosa c’entrano dei palloncini a forma di cane con la statua di San Ludovico di Tolosa? Apparentemente niente, ma a uno sguardo più attento si riesce a scorgere un sottile filo rosso, quello della destrezza tecnica e dell’ispirazione artistica. Uno spago che attraversa sei secoli e collega idealmente le opere di Donatello – genio del Rinascimento fiorentino – e Jeff Koons – maestro della pop art newyorkese.
Proprio quest’originale dicotomia è stata al centro dell’incontro organizzato dalla Fondazione Palazzo Strozzi e tenutosi mercoledì sera al Racquet and Tennis Club di New York. Presente non solo il celebre artista statunitense, ma anche il direttore Generale della Fondazione fiorentina, Arturo Galansino. A fungere da moderatore il giornalista Mario Calvo-Platero, presidente della sezione statunitense di Palazzo Strozzi e metaforico padrone di casa.
Tra gli spettatori anche il direttore del MET Museum, l’austriaco Max Hollein. Accanto a lui i giovanissimi vincitori del Palazzo Strozzi High School Renaissance Award 2022, organizzato in collaborazione con i dipartimenti d’Istruzione di New York, Detroit e Los Angeles, e che permetterà a questi sei ragazzi tra i 16 e i 18 anni di toccare con mano i capolavori rinascimentali soggiornando per un intero mese a Firenze.

A prendere per prima la parola è proprio una delle liceali premiate, autrice di un saggio sul mecenatismo della famiglia Medici nei confronti di Donatello. Si dice “onorata” ed “elettrizzata” all’idea di poter passare l’estate nella meravigliosa città toscana. D’altronde, come spiega poco dopo Calvo-Platero, “i ragazzi sono il cuore e l’anima del Rinascimento”.
Nonostante le 67 primavere alle spalle, e decine di opere conosciute in ogni angolo del globo, anche Koons preserva la curiosità fanciullesca dello studente. “Sono venuto qui stasera per imparare qualcosa in più su Donatello, che artista meraviglioso!”, dichiara lo scultore nato in Pennsylvania. Il quale si professa grande amante del Rinascimento: “È stata un’epoca meravigliosa che ha posto l’attenzione sull’umanesimo; in particolare sono affascinato dallo studio di Donatello sull’essere umano”.

A parlare, dopo tutto, è la Renaissance Person of the Year 2021, la cui impronta sul mondo dell’arte è stata definita “senza precedenti” dal comitato di Palazzo Strozzi (che lo ha premiato lo scorso ottobre proprio a Firenze).
E sempre nel capoluogo toscano c’è tempo fino al 31 luglio per ammirare i capolavori di Donatello nella mostra Donatello, il Rinascimento, che ricostruisce l’itinerario artistico del maestro attraverso cento capolavori.
Alcuni tra questi vengono giocosamente confrontati ad alcune opere di Koons. Ed ecco che sullo schermo compaiono, fianco a fianco, la scultura in acciaio del Balloon Dog e quella bronzea di San Ludovico, il Rabbit e il putto di Amore-Attis, Hulk con la tuba e il celeberrimo David.
Cosa le unisce lo spiegano Koons e Galansino: la capacità di lavorare con più materiali per estrapolarne la diversa luminosità e la lucentezza.
“Amo la gioia delle riflessioni, l’effetto luminoso da diverse angolazioni. È un concetto affascinante anche sotto il piano filosofico: quello di ‘riflettere'”. Gli fa eco Calvo-Platero, che ricorda come l’ultima mostra del pop artist (a Firenze) fosse proprio intitolata “Shine“. Ma a prescindere dalla tecnica, Koons ha le idee chiare sul’arte: “Non è un oggetto fisico, ma la connessione umana, che ci rende persone diverse. Sono le persone a dare significato all’arte”.
E per celebrare “le conquiste dell’umanità”, presto le opere di Koons saranno esposte anche sulla Luna. Sì, proprio sulla Luna: tra qualche settimana, 125 sculture dell’artista verranno stipate su un lander in partenza dal Kennedy Space Center. Ognuna di esse porterà il nome di una celebrità defunta, da Platone a Andy Warhol, da Nefertiti a Gandhi, da David Bowie ad Ada Lovelace, e rappresenterà una diversa fase lunare: 62 viste dalla Terra, 62 viste dallo spazio e un’eclissi. A testimonianza della natura ubiqua, e senza tempo, dell’arte stessa.
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