È dal New York Times che arriva l’elenco dei tre migliori libri d’arte nel mondo pubblicati nel 2020.
Fra questi compare il catalogo della retrospettiva su Raffaello presso le Scuderie del Quirinale a Roma (mostra che riaprirà il prossimo 2 giugno e proseguirà fino al 30 agosto 2021), edito dalla casa editrice italiana Skira – Skira Group (Milano, Ginevra, Parigi, New York) – affiancato, in pendant, da altre tre pubblicazioni edite dalla stessa Skira, tra le quali il libro scritto dallo storico d’arte pisano, nonché critico e scrittore, Luca Nannipieri, Raffaello. Il trionfo della ragione.

(Foto: Paolo Ferraina e Luigi Polito)
Incontro Luca davanti a un caffè virtuale. Storico e critico d’arte, classe 1977, occhi piccini e vivi, di chi sa quello che vuole e come conquistarlo. Bastano pochi secondi e ciò che mi sorprende non è tanto Nannipieri scrittore o critico, tantomeno storico, quanto l’uomo appassionato e determinato che intende portare avanti i suoi progetti e le sue idee. Tra i quali sostenere che l’Italia possa e debba riprendersi il suo valore. E che la nostra storia meriti di recuperare, se non il suo splendore, almeno il valore che le appartiene e che l’ha resa tra i paesi più belli, e ricchi di bellezza, di tutto il mondo. Temi che dovrebbero essere iniziati e approfonditi sui banchi di scuola, con il suo ruolo di educatrice alla storia di uno Stato e alle sue origini, tra le quali l’identità di un paese che non sa più dove riconoscersi. Una mancanza che si riscontra nella profonda e diffusa disattenzione da parte dei ragazzi, che non hanno avuto – il più delle volte – alcun mentore in grado di alimentare dentro di loro l’amore e l’interesse per l’arte; piuttosto una tendenza all’insegnamento a memorizzare date, luoghi e nomi, senza sfiorare il senso che l’arte porta con sé, la ricchezza che scoprire un’opera d’arte può offrire all’uomo.
Precisa Nannipieri: “Quel senso dell’umano che viene indagato, ovvero l’opera come strumento che l’uomo utilizza per interrogare sé stesso. Basterebbe valorizzare l’esperienza della gita. Iniziando dalle conoscenze locali per i bambini delle scuole elementari. Ampliando le visite e gli approfondimenti per i ragazzi delle scuole superiori; puntando sul confronto con i periodi che hanno caratterizzato le fasi della storia. Passando per la letteratura, la musica, la cultura, persino i costumi, le curiosità e gli aneddoti. Accendendo il desiderio nei ragazzi. Che non aspettano altro che emozionarsi, essere coinvolti. Io, in primis, avevo capito che c’era anche un altro lato utile della medaglia: alle ragazze piaceva ascoltare i miei discorsi di arte. Dunque, un lato più che interessante! Dopo tutto, Rainer Maria Rilke nelle sue Elegie Duinesi scriveva Ché il bello è solo l’inizio del tremendo, che noi sopportiamo ancora ammirati perché sicuro disdegna di sgretolarci... Ma come glielo spieghiamo questo “tremendo” se non facciamo vibrare le corde dei giovani, come facciamo a trasmettere loro il senso e, quindi, il valore di queste parole? La vita che si nasconde dentro l’arte, la cultura, la storia? A questo serve l’arte, a capire la natura dell’uomo, nessuna questione etica, tantomeno legata alla giustizia”.

(Foto: Paolo Ferraina e Luigi Polito)
Così conosco meglio Luca Nannipieri il quale, oltre che storico è anche fondatore della sua già nota Casa Nannipieri Arte, un progetto che porta avanti con determinazione da un paio d’anni, reclutando, valutando e coinvolgendo professionisti e competenze da tutta la penisola (e non solo) al fine di trattenerli con sé nello stesso progetto. Ha le idee chiare Luca e non intende perdere tempo.
Gli chiedo se il concept di Casa Nannipieri Arte, di stampo anglo-americano, più simile dunque ai gruppi Sotheby’s e Christie’s, si rivolga ad artisti o investitori. “Si rivolge a chiunque voglia fare dell’arte un’impresa in grado di generare non solo bellezza, ma anche cultura e profitto, al fine di alimentare questo settore di contenuti e dinamiche che sviluppino la crescita dell’arte, degli artisti e di tutti i suoi stakeholder, in modo virtuoso, non statico o compensatorio, bensì in un’ottica di “sistema” aziendale di un intero paese – il nostro – il quale, incredibilmente e più di altri, trascura e poco valorizza le risorse fondamentali che lo caratterizzano e che, altrimenti, rappresenterebbero al contempo le premesse e le finalità della nostra ricchezza. Mettere insieme tutti i tasselli che compongono il sistema, creando relazioni e partnership costruttive tra i soggetti dell’arte, prescindendo dalla mera e unica vendita di un’opera. Questa è la mission di Casa Nannipieri Arte”.

Non a caso fanno parte del progetto nomi di grande spessore ed esperienza: da Patrizia Ennas (l’Organizzazione) a Renato Guerrucci (Expertise); lo Studio Ferraina – Paolo Ferraina e Jacopo Suggi (Produzioni); Eleonora Coloretti e Viviana Mabel Turoni (Restauri); Laura Ginatta (Promozione, comunicazione e relazioni estere); Luigi Polito (Archivi e immagini); Agenzia di rappresentanza Roberto Di Pietro – Andrea Carnevale Agenzia letteraria Edelweiss (Immagini, l’archiviazione e la documentazione).
E in questi giorni, a ridosso di un Natale che evidentemente non dimenticheremo, Nannipieri si prepara all’uscita del suo prossimo libro, prevista per il prossimo 10 dicembre, A cosa serve la storia dell’Arte, nel quale l’autore riflette sulla responsabilità sociale dello storico e del critico d’arte di oggi e di ieri, in Italia e nel mondo, edito sempre da Skira, con la quale collabora oramai da tempo avendo pubblicato con la medesima diversi volumi: Capolavori rubati (dalla rubrica televisiva omonima tenuta al Caffè di RaiUno); Bellissima Italia. Splendori e miserie del patrimonio artistico nazionale (dalla rubrica SOS Patrimonio artistico); infine i suoi libri allegati al quotidiano Il Giornale, come L’arte del terrore. Tutti i segreti del contrabbando internazionale di reperti archeologici; Vendiamo il Colosseo. Perché privatizzare il patrimonio artistico è il solo modo di salvarlo; Il soviet dell’arte italiana. Perché abbiamo il patrimonio artistico più statalizzato e meno valorizzato d’Europa.
Nannipieri è protagonista e ospite costante della Rai e di programmi televisivi che si impegnano nella valorizzazione delle bellezze storiche in Italia.