Nel prezioso borgo medievale di Erice, in provincia di Trapani, si è appena concluso l’evento annuale Urban Street Art per il quale sono stati coinvolti giovani artisti provenienti da tutta la Sicilia al fine di realizzare murales incentrati sul tema “Umanità e Bellezza”.
L’architetto Arianna Maggio, deus ex machina della manifestazione, ha coinvolto, dunque, talenti locali emergenti nella realizzazione di colorate e accese opere open air su legno (rimovibili), della grandezza di 2,50 per 3 metri che, in qualche modo, potessero cogliere l’attenzione dell’osservatore e, comunque, della comunità, al fine di condurre la riflessione sulla “qualità” più importante dell’Uomo, ovvero quella – unica – che ci distingue da ogni altro essere vivente e nella quale si concretizza la nostra bellezza – nonché la nostra esistenza – l’Umanità.
Ho conosciuto Arianna Maggio e il suo ambizioso progetto, nato più da una esigenza personale che artistica: non solo rinnovare, anzi portare a nuovo il borgo di Erice attraverso l’arte e la vitalità dei giovani, ma anche trovare il modo – simbolico – di “rispolverare” le strade e le coscienze dalle vicissitudini stantie che si trascinano negli anni nel piccolo borgo, facendo appassire un luogo che, invece, avrebbe ancora tanto da dire e da vivere. Un’occasione, dunque, per superare un momento storico che si trascina da troppi anni e che rischia di trasformare la bella Erice in un fermo immagine da ricordare solo dentro una cartolina.
Iniziative che dovrebbero ripetersi periodicamente e non dipendere dalla volontà e l’entusiasmo di singoli che scelgono di dedicare il proprio tempo e le proprie energie ai luoghi cui sentono di appartenere, ma occasioni importanti da ripetere con l’ausilio delle istituzioni e delle aziende che nel territorio producono e fatturano, anche in modo da “restituire” ciò che, in qualche modo, quella terra ha dato loro. Evento che, infatti, non è sfuggito all’attenzione di Antonio Presti, mecenate e fondatore di Fiumara Arte – la galleria a cielo aperto ricca di sculture e di opere realizzate da autori provenienti da tutto il mondo – né all’architetto palermitano, Francesco Ferla, titolare dello studio Organica London, entrambi ospiti presenti alla manifestazione.
E in qualche modo ero presente anche io, visto che ho avuto l’onore di parteciparvi con alcuni estratti dalla mia recensione sulla poetica dell’artista Ali Hassoun – https://lavocedinewyork.com/tag/ali-hassoun/ – pubblicati e affissi accanto alle varie opere, insieme ad altri testi scritti sul medesimo tema da Antonio Presti, Giovanni De Santis, Francesco Ferla, la stessa Arianna Maggio, Nicola Baldarotta e Gabriella Truzzi.
Una collaborazione all’insegna della Umanità che è Bellezza e che, come tale è un valore universale e va difeso e tutelato da chiunque minacci la sua esistenza.