È l’autore del ritratto moderno potentemente psicologico, sintetizza le suggestioni fiamminghe e rispecchia la tradizione strutturale italiana. Per questo Milano dedica ad Antonello da Messina una mostra eccezionale a Palazzo Reale dal 21 Febbraio al 2 Giugno 2019 (lun. 14:30 – 19:30; mar, mer, ven, dom. 9:30 – 19:30; gio, sab. 9:30 – 22:30. Ingresso a 14€.) L’esposizione è frutto della collaborazione fra la Regione Sicilia e il Comune di Milano con la produzione di Palazzo Reale e Mondo Mostre Skira, curata da Giovanni Carlo Federico Villa. Un’occasione unica e speciale per entrare nel mondo di un artista eccelso considerato il più grande ritrattista del quattrocento; autore di una traccia indelebile della pittura italiana sia per l’intensità dei suoi contrasti chiaro/scuro che per la sua osservazione del reale. Dell’autore restano purtroppo poche straordinarie opere scampate a tragici avvenimenti e gran parte ricollocate nelle dodici sale di Palazzo Reale.
Sono esposti diciannove capolavori del grande Maestro, un dipinto “Madonna con il Bambino” firmato dal figlio Jacobello di Antonello che faceva parte della bottega del padre e diciannove meravigliosi disegni di cui sette taccuini e dodici fogli di Giovanni Battista Cavalcaselle, storico d’arte. Ma tornando alle opere di Antonello si avrà la possibilità di ammirare: la prestigiosa “Annunciata”, “San Girolamo nello studio” in prestito dalla National Gallery di Londra, i vari ”Ritratti d’uomo”, “La Madonna con il Bambino e due angeli reggi corona” gentilmente concessa dagli Uffizi, “Cristo morto sorretto da tre angeli” e “Ecce Homo”. L’Annunciata è sicuramente l’autentica icona e sintesi dell’arte di Antonello che raffigura una vergine turbata all’annuncio dell’angelo. Un’immagine fresca e nuova che scardina l’impaginazione tradizionale delle scene dell’annunciazione concentrandosi più sull’aspetto intimo e personale attraverso il gesto sospeso di accettazione e tremore, mentre il fedele diventa testimone dell’episodio sacro.
Lo sguardo e il gesto della Vergine sono rivolti alla presenza misteriosa, al soprannaturale che si è manifestato. E poi si ha il sublime San Girolamo nello studio dotato di una luminosità silente, minuzie descrittive e abilissima sintassi prospettica. Il santo è immerso nella lettura in un ambiente raffinato e ricco di dettagli come i libri sugli scaffali, le pianticelle, il pavone, il bacile in primo piano, il leone sullo sfondo; elementi propri dell’arte fiamminga. Antonello, dopo aver osservato con attenzione la tecnica dei pittori fiamminghi, la imita elaborando una peculiare stesura a olio e miscele con tempere all’uovo, così da ridurre i tempi di essicazione degli altri strati e suggerendo la verità dei particolari con estrema bravura. Una mostra dunque affascinante che rileva l’introspezione psicologica dei volti degli individui, la maestria tecnica fatta di misure e infinite stesure di colori e la conoscenza di un approccio multiculturale. L’artista è, infatti, un personaggio oggettivo che si è trovato ad esprimere compiutamente e in modo impareggiabile la verità dei fatti storici della sua epoca.