La pittura per lui è un continuo porsi interrogativi e sperimentare nuovi punti di vista, cambiando di volta in volta gli accenti: Antonino Gaeta è al contempo autore e protagonista di “Zang Tumb Tumb Bike”, progetto che sta letteralmente attraversando Palermo e il suo centro storico, mescolandosi fra i mercati rionali e i mille volti che la Capitale della Cultura offre a quanti intendono scoprirla.

In sella a una bicicletta, l’artista si muove “tra passato, consapevolezza del presente e proiezione nel futuro”: l’idea è quella di abbinare le due ruote al lavoro pittorico, in un parallelo fra artista e ciclista, visto non come semplice “trasportato”, ma come individuo che “solca passo passo il suo agire”.
Ecco che allora è lo stesso artista a ricercare nuove prospettive di osservazione nel complesso paesaggio urbano e culturale della sua città, rivelando luoghi che spesso, “nella società contemporanea fatta di scatti veloci”, dice, “rischiamo di perdere”. Gaeta propone la possibilità di fermarsi e di recuperare “la capacità di osservare il circostante e circostanziale, in un viaggio umano e sensoriale”. Un’esperienza immersiva, di cui il pittore stesso diventa parte, in una conquista non soltanto del Movimento, ma dell’Equilibrio mentale e creativo.
Equipaggiato di pennelli e tavolozza, Gaeta si muove per i vicoli del centro storico, pedalando per i pittoreschi quartieri di Ballarò e della Vucciria e concedendosi soste creative nei principali luoghi d’attrazione del capoluogo siciliano, dalla superba Cattedrale all’iconico Teatro Politeama. L’artista posiziona quindi il suo cavalletto davanti agli scorci che più lo catturano, imprimendo sulla tela scene di vita vera: un’iniziativa che trae ispirazione dall’omonima opera futurista di Filippo Tommaso Marinetti.

Il progetto, che potrà essere seguito sulla pagina ufficiale, si articolerà in più tappe. L’idea è quella di creare nuovi meccanismi d’incontro e condivisione: Antonino parte da solo, ma il suo viaggio si aprirà a nuove sinergie e si arricchirà di altre presenze e contributi. L’intento? “Riportare l’Arte alla sua vocazione originaria, quale forma di comunicazione sempre più vicina al fruitore finale”.
Nelle parole di Antonino Gaeta, “Zang Tumb Tumb Bike”, si propone dunque quale “vero e proprio mezzo di locomozione culturale”. Un viaggio che terminerà con un’esposizione pubblica e con la vendita delle opere realizzate, il cui ricavato sarà parzialmente devoluto in beneficenza dal pittore.
NOTE SULL’ARTISTA E SUL PROGETTO
La sfera creativa di Gaeta è in continuo rinnovamento poiché si fonda sul divenire delle cose e delle idee, come mostra la sua numerosa produzione.
Cambiano le emozioni, cambiano le circostanze e l’esperienza pittorica non è più quella di ieri, mutando in una nuova identità che avanza, imponendo o rivelando una nuova espressività, ponendo le basi di nuovi orizzonti provvisori come provvisoria è l’esperienza umana.
Dall’Astrattismo degli anni ’90, alle Teletavole di eco NeoFuturista, dalle “Nuove Visioni” al mondo arcano e simbolico, per approdare nell’ultima fase a una nuova figurazione che lo porterà sempre più ad indagare il circostante, ciò che lo stesso artista vive e di cui si nutre quotidianamente.
Nasce pertanto una nuova esigenza creativa, quella del riappropriarsi di una memoria iconografica, ma anche paesaggistica e sociale.
In questo nuovo scenario, prende dunque forma il nuovo progetto dell’artista, “Zang TumbTumb Bike”, nato da un’intuizione semplice dettata dall’osservazione del lavoro stesso che svolge il pittore: un lavoro statico che porta l’autore, seppur fermo in un luogo fisico davanti al suo cavalletto dentro lo studio, a vagare per un nuovo spazio in cui luogo, memoria e reale vengono sublimati e rivissuti da una nuova esperienza sensoriale data dal fare pittorico.

La Bicicletta diviene allora forma esplicita che sul piano fisico contrappone letteralmente la ‘”Stasi” al Movimento, concetto caro a Gaeta, un mezzo con il quale l’idea del moto vince. Una sorta di liberazione dalle leggi della fisica e alla stessa stasi cui il pittore è costretto fisicamente per dare vita alle sue opere.