Founded by Stefano Vaccara

Subscribe for only $6/Year
  • Login

Editor in Chief: Giampaolo Pioli

VNY La Voce di New York

The First Italian English Digital Daily in the US

English Editor: Grace Russo Bullaro

  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY La Voce di New York
No Result
View All Result
in
Arte e Design
July 14, 2016
in
Arte e Design
July 14, 2016
0

La nuova visione di Moholy-Nagy al Guggenheim

Fino al 7 settembre, in mostra oltre 300 opere tra collage, disegni, film, sculture e dipinti

Nicol MocchibyNicol Mocchi
Moholy Nagy
Time: 4 mins read

READ THIS ARTICLE IN ENGLISH


Il Salomon Guggenheim Museum di New York ospita la prima retrospettiva americana sul lavoro di László Moholy-Nagy. Più che un debutto, la mostra segna un atteso ritorno nelle sale espositive del museo: Moholy-Nagy fu infatti uno dei primi artisti a essere collezionati e esibiti, grazie all’intuito di Hilla Rebay, consulente di Solomon R. Guggenheim, in quello che inizialmente si chiamava Museo della pittura non-oggettiva (Museum of Non-Objective Painting).

Artista, insegnante, scrittore, intellettuale ungherese (1895-1946), Moholy-Nagy innovò radicalmente l’arte del XX secolo nel complesso clima di impegno ideologico e culturale degli anni del primo dopoguerra. Convinto assertore dell’arte e della tecnologia come fattori di progresso sociale, Moholy-Nagy coordinò gli elementi base della percezione visiva: luce, colore, spazio, materia, movimento, in quella che definì nel suo pionieristico scritto del 1928 “la nuova visione” (Das Neue Sehen / The New Vision).

Moholy Nagy
Lichtrequisit einer elektrischen Bühne (Light Prop for an Electric Stage), 1930. Photo: Nicol Mocchi

Le oltre 300 opere in mostra, tra collage, disegni, film, sculture e dipinti, provenienti da collezioni pubbliche e private, si snodano cronologicamente lungo la scala ellittica dell’edificio di Frank Lloyd Wright, illuminato da un ampio lucernario centrale. Distribuite lungo la carriera dell’artista, dal 1919 al 1946, anno della sua morte, le opere attestano il suo ingegno poliedrico teso alla realizzazione di un Gesamtwerk o opera totale, nell’era postbellica della produzione di massa. Rompe la cadenza cronologica in cui è articolata la mostra la Stanza del Presente (Raum der Gegenwart), per la prima volta esposta negli US: un’installazione concepita da Moholy-Nagy nel 1930, ma mai realizzata, che ospita al centro lo straordinario Modulatore di luce di un palcoscenico elettrico (Lichtrequisit einer elektrischen Bühne), un marchingegno cinetico-futurista “per dipingere con la luce”, pensato per il suo film Light Play: Black-White-Gray.

moholy-nagy
Moholy-Nagy, Photogram, 1926 Gelatin silver photogram, 23.8×17.8 cm. Los Angeles County Museum of Art, Ralph M. Parsons Fund. © 2016 Hattula Moholy-Nagy/VG Bild-Kunst, Bonn/Artists Right Society (ARS), New York © 2015 Museum Associates/LACMA

La produzione degli esordi, esposta ai livelli più bassi della spirale, è la meno nota al pubblico. Emigrato a Vienna e poi a Berlino nel 1920, a seguito della crisi e della rivoluzione socialista, Moholy-Nagy iniziò a produrre opere astratte sotto il segno del dadaismo e del costruttivismo: dipinti, sculture, litografie e collage sono attraversati da pattern alfanumerici e geometrici (diagonali, curve, cerchi, mezze lune, fasci di colore, spirali) che saggiano e disegnano lo spazio circostante. I titoli impersonali, composti di semplici lettere e numeri, confermano il suo interesse per la produzione seriale e spersonalizzata del mondo industriale, come teorizzato in uno dei suoi scritti più celebri: Produktion-Reproduktion (1922).

Con la collaborazione della moglie Lucia, fotografa professionista, nascono i primi fotogrammi a cui è dedicato ampio spazio in questa mostra: sono immagini fissate su carta sensibile senza l’ausilio di una camera fotografica che sfruttano le possibilità espressive e formali della luce, considerata da Moholy-Nagy: “Un nuovo mezzo plastico così come il colore in pittura e il suono in musica”.

Salendo la spirale ci immergiamo negli anni del Bauhaus: è questa la sua produzione più nota, documentata con intelligenza in questa mostra. Chiamato da Walter Gropius a insegnare alla Scuola d’arte Bauhaus di Weimar e poi di Dessau a fianco di Vasilj Kandinsky, Paul Klee e Josef Albers, dal 1923 al 1928, Moholy-Nagy si dedica al design editoriale e teatrale curando e progettando con Gropius la celebre serie dei Bauhausbücher qui esposti in bacheche di vetro. L’ottavo volume, Pittura Fotografia Film pubblicato da Moholy-Nagy nel 1925, lo consacra come maestro della fotografia moderna.

Moholy-Nagy
Moholy-Nagy, CH BEATA I, 1939. Oil and graphite on canvas, 118-9×119.8 cm. Solomon R. Guggenheim Museum, New York, Solomon R. Guggenheim Founding Collection 48.1128 © Hattula Moholy-Nagy/VG Bild-Kunst, Bonn/Artists Right Society (ARS), New York

In questi anni s’intensificano anche le sue ricerche sui nuovi materiali per usi industriali, quali smalti (Konstruktion in Emaille, 1923), galalite (G5: 1923-26, 1926) o trolite (T1, 1926), per sfruttare artisticamente gli effetti di opacità, lucentezza e trasparenza e attivare così lo spettatore.

Bandito in pittura, il residuo realistico sopravvive nei numerosi film e fotografie prodotti da Moholy-Nagy in questo periodo, manipolato in una miriade di modi diversi: dai fotomontaggi neo-dada (i Photoplastics non si erano mai visti prima), alle fotografie seriali con architetture moderne (Tour Eiffel a Parigi, Funkturm a Berlino), ai fotogrammi che esibiscono il suo stesso corpo (Mondgesischt / Moonface, 1926), o quelli realizzati per l’amico architetto Siegfried Giedion (con cui cura la sovversiva mostra del 1929 Film und Foto), dove gli inquietanti close-up, le angolazioni vertiginose, i drammatici sottinsù, le prospettive stranianti, i rimpicciolimenti o ingigantimenti inattesi, catturano le misteriose variazioni tra luce e ombra nello spazio circostante, con effetti sorprendenti.

Moholy-Nagy
Installation view: Moholy-Nagy: Future Present, Solomon R. Guggenheim Museum, New York, May 27-September 7, 2016. Photo: David Heald © Solomon R. Guggenheim Foundation

Lasciato il Bauhaus per ragioni politiche e dopo alcuni viaggi per l’Europa, nel 1937 Moholy-Nagy si stabilì definitivamente negli Stati Uniti: diresse a Chicago il New Bauhaus, poi, nel 1938 vi fondò l’Institute of Design, sperimentando le possibilità espressive di nuovi materiali fin lì banditi dal mondo dell’arte (alluminio, formica, plexiglas, rodovetro, suberite e materiali di scarto) e nuove tecniche di lavorazione (perforazioni, rifrazioni, trasparenze, distorsioni, specchiature, punteggiature), finalizzati alla modulazione cinetica e luminosa dello spazio: ne sono esempi Construction AL6 del 1933/34 o CH beata I del 1939 (CH sta per Chicago).

Tipica di questa ultima fase, che occupa la parte superiore della spirale, è una inedita leggerezza e spettacolarità che si riflette nei cosiddetti Space Modulators in plexiglas del 1943, sorta di ibridi tra pittura e scultura, da esporre anche appesi a un filo, liberi di fluttuare e dispensare effetti di luce: “veicoli per coreografare la luminosità” come li avrebbe chiamati Moholy-Nagy; e i Twisted Planes del 1946 sempre in plexiglas, che finirono anch’essi per innovare, per sempre, le convenzioni borghesi intorno all’arte.

La mostra, ricca di tutte le opere più celebri, è un appuntamento da non mancare.

Moholy-Nagy: Future Present è organizzata da: Solomon R. Guggenheim Foundation, Art Institute of Chicago, e Los Angeles County Museum of Art.

La mostra sarà al Guggenheim fino al 7 settembre per poi spostarsi a Chicago dal 2 ottobre 2016 al 3 gennaio 2017 e poi Los Angeles, dal 12 febbraio al 18 giugno 2017.


L’autore: Nicol Mocchi è fellow del CIMA per il 2015-16.


READ THIS ARTICLE IN ENGLISH

Share on FacebookShare on Twitter
Nicol Mocchi

Nicol Mocchi

DELLO STESSO AUTORE

Moholy Nagy

Moholy-Nagy’s New Vision at the Guggenheim

byNicol Mocchi
Moholy Nagy

La nuova visione di Moholy-Nagy al Guggenheim

byNicol Mocchi

A PROPOSITO DI...

Tags: arte del NovecentoBauhausGuggenheim MuseumLászló Moholy-Nagymostre
Previous Post

Diane Arbus: nuovi inizi a New York

Next Post

Moholy-Nagy’s New Vision at the Guggenheim

DELLO STESSO AUTORE

Munch

From Munch to Schiele: Expressionism on show in New York

byNicol Mocchi
Munch

Da Munch a Schiele: espressionismo in mostra a New York

byNicol Mocchi

Latest News

Elena Mazzon in una scena di “The Popess: Instructions for Freedom”.

The Popess: Elena Mazzon porta in scena l’eresia al femminile

byMonica Straniero
Il piccolo protagonista di The Legend of Ochi Courtesy of A24/Universal Pictures

Isaiah Saxon e “The Legend of Ochi”: il fantasy più strano dell’anno

byMonica Straniero

New York

Chiara Arrigoni, autrice di Pelle, testo selezionato per il programma di mentorship di In Scena! 2025 a New York – ph. courtesy dell’artista

“Pelle”, il reading di Chiara Arrigoni a New York per In Scena! 2025

byMonica Straniero
While Adams Trusts Lawsuits to Bring Funds Back to NY, Trump Defies Judges

Adams-Trump faccia a faccia alla Casa Bianca per fondi federali

byFederica Farina

Italiany

Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

byAndrea Zaghi
Da sinistra: Elvira Raviele (Ministero delle Imprese e del Made in Italy), Fabrizio Di Michele (Console Generale d’Italia a New York), Maurizio Marinella, Luigi Liberti (Direttore Patrimonio Italiano TV), Mariangela Zappia (Ambasciatrice italiana a Washington), e Diego Puricelli Guerra (Preside Istituto Bernini De Sanctis di Napoli)

Marinella a New York: l’eleganza del Made in Italy all’Istituto Italiano di Cultura

byMonica Straniero
Next Post
Moholy Nagy

Moholy-Nagy's New Vision at the Guggenheim

La Voce di New York

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli   |   English Editor: Grace Russo Bullaro   |   Founded by Stefano Vaccara

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli
—
English Editor: Grace Russo Bullaro
—
Founded by Stefano Vaccara

  • New York
    • Eventi a New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Voto Estero
    • Economia
    • First Amendment
  • People
    • Nuovo Mondo
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
    • Lingua Italiana
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
  • Travel
    • Italia
  • Mediterraneo
  • English
  • Search/Archive
  • About us
    • Editorial Staff
    • President
    • Administration
    • Advertising

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025 — La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017
Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025
La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017

Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
No Result
View All Result
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Economia
    • First Amendment
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
    • Cucina Italiana
  • Travel
    • Italia
  • Video
  • English
    • Arts
    • Business
    • Entertainment
    • Food & Wine
    • Letters
    • Lifestyles
    • Mediterranean
    • New York
    • News
  • Subscribe for only $6/Year

© 2016/2022 VNY Media La Voce di New York

Are you sure want to unlock this post?
Unlock left : 0
Are you sure want to cancel subscription?