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February 3, 2016
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Due storie americane a New York

All'Istituto Italiano di Cultura, la mostra Una Storia Americana

Giada GramanzinibyGiada Gramanzini
Due storie americane a New York
Time: 3 mins read

Entrambi nati a Reggio Emilia. Entrambi diplomati al liceo classico e trasferitisi a Milano per frequentare l’Istituto Europeo di Design. Entrambi hanno iniziato a lavorare in Italia per Il Sole 24 Ore, per poi iniziare una collaborazione duratura con il New York Times e altre grandi testate giornalistiche statunitensi.

Sono Emilano Ponzi e Olimpia Zagnoli, i protagonisti della mostra Una Storia Americana, curata da Melania Gazzotti e inaugurata all’Istituto Italiano di Cultura di New York venerdì 29 gennaio. L’esposizione raccoglie il meglio della loro produzione oltreoceano degli ultimi cinque anni, con tanti riferimenti alla loro esperienza negli States e a New York. In concomitanza con la mostra, i due illustratori hanno pubblicato con Corradini Editore un catalogo double face che contiene sia i loro lavori, sia le interviste dei maestri della progettazione editoriale Paul Buckley e Steven Guarnaccia.

Emilano Ponzi Olimpia Zagnoli
Gli artisti Emilano Ponzi e Olimpia Zagnoli e la curatrice Melania Gazzotti (a destra)

A un primo sguardo, le loro opere sembrano davvero molto diverse, così come le loro personalità: immagini metaforiche dai colori tenui quelle di Ponzi, figure prevalentemente geometriche e dai colori più accesi quelle di Zagnoli. “Dietro a un mio disegno – racconta Emiliano – ci sono in media due giorni pieni di lavoro, in cui lo provo 3-4 volte finché non mi convince del tutto. Perché ci sono dei momenti in cui il disegno ti comunica qualcosa e, se state parlando due lingue diverse, devi proprio buttare via tutto e rifarlo da capo. Non c’è altro modo”. La sua capacità di servirsi della metafora per rappresentare avvenimenti di cronaca, cultura e politica, combinando sapientemente ironia e sensibilità, ha attirato l’attenzione dei più famosi giornali internazionali e delle publishing house italiane e straniere. “Rispetto all’Italia – spiega Emiliano – qui in America c’è gente disposta a darti una chance se hai qualcosa di interessante da proporre, anche se sei giovane. È talmente grande il mercato statunitense, che c’è davvero spazio per tutti e il cliente ha più voglia di rischiare”.

Nel 2015, in occasione dell’ottantesimo anniversario della Penguin Books, Emiliano Ponzi ha realizzato un volume intitolato The Journey of the Penguin, commissionatogli dalla stessa casa editrice. Accomunata dallo stesso destino anche Olimpia Zagnoli, che ha avuto l’onore di disegnare copertine per Penguin Books e Feltrinelli, oltre ad aver realizzato immagini per le pubblicità di aziende come Sephora, Air France e Google. Di recente ha sperimentato la relazione tra disegno e tridimensionalità attraverso la creazione di oggetti di design e sculture cinetiche. Della sua esperienza italiana racconta: “Era impossibile entrare in contatto con le persone che lavoravano nelle varie redazioni perché non rispondevano né alle mail, né al telefono. Dopo aver lavorato per Il Sole 24 ore e la rivista Interni, ho cercato di lavorare esclusivamente in Italia, ma purtroppo non c’era abbastanza clientela. Quindi sono venuta qui a New York a cercare fortuna. Il mio primo colloquio l’ho fatto col New York Times e da lì è iniziata una collaborazione che va avanti ancora adesso”.

Meno precisa e più istintiva di Emiliano, come lei stessa ha ammesso, l’artista spiega che alcuni lavori nascono necessariamente molto velocemente perché la consegna per quotidiani e riviste può avvenire in poche ore, mentre altri hanno un tempo di sviluppo maggiore. “Per quanto riguarda le fasi di realizzazione, nell’illustrazione editoriale si parte solitamente dallo studio di un testo di riferimento. Dopodiché, si fanno eventualmente degli schizzi a mano molto veloci sul  proprio sketchbook per buttare giù le prime idee. Infine si traduce il tutto in digitale”.

Per Olimpia Zagnoli, affinché un’illustrazione risulti comunicativamente efficace, ciò che conta di più è la semplicità, che si può esprimere utilizzando una chiave di lettura del testo dotata di pochissimi elementi, ma che siano comunque in grado di raccontare una storia. Gli equilibri dei colori e delle forme costituiscono per lei altri due elementi fondamentali, poiché a volte possono completamente cambiare il destino di un’illustrazione. Secondo Emiliano, invece, l’illustrazione deve essere progettata secondo criteri di universalità, dal momento che utilizza come piattaforma d’uso magazine, copertine di libri e cartelli pubblicitari che si rivolgono ad un’audience molto vasta. La sfida consiste nel raggiungere l’obiettivo senza però abbassare i contenuti.

I due giovani artisti si sono mostrati entusiasti riguardo a questa loro esperienza di collaborazione che li ha portati a confrontarsi su due approcci professionali molto diversi, nonostante si trovino spesso a lavorare con gli stessi clienti. Come ha affermato Emiliano, “la bellezza di essere qui con Olimpia ci trasmette un’unica vera lezione, ovvero che non esiste alcuna formula magica perché io e lei siamo molto diversi, non solo come carattere, ma soprattutto nello stile e nel modo di lavorare. Eppure, entrambe le nostre formule hanno portato in qualche modo allo stesso risultato, hanno funzionato tutte e due. Quindi, la cosa interessante è ritrovarsi nell’essere diversi”.

Patrocinata da Ubi Banca, con la collaborazione di Eataly, Associazioni Autori di Immagini e Nigo Consulting, la mostra, che per l’inaugurazione ha riempito l’Istituo di cultura con tanto di fila per l’ingresso, resterà aperta fino all’11 marzo.

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Giada Gramanzini

Giada Gramanzini

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