In mostra fino al 20 giugno alla Gagosian Gallery su Madison Avenue una selezione degli ultimi lavori di Cy Twombly, artista scomparso nel 2011. Compongono la mostra cinque dipinti, grandi tele con colori brillanti e vivaci pennellate di vernice acrilica, sei fusioni in bronzo di assemblaggi scultorei precedenti e una scultura monocroma di gesso ed elementi di legno dipinti in blu brillante mai esposta prima.
I pezzi spaziano dalla fine degli anni '90 agli ultimi anni di vita dell'artista, offrendo ai visitatori uno sguardo approfondito sulla “seconda giovinezza” vissuta dall'artista negli anni dei suoi ultimi lavori, quando l'artista visse per lo più in Italia.
Il riferimento alla mitologia come fonte di ispirazione; l'uso della composizione astratta come modo per evocare storie letterarie e liriche; il controllo della progettazione volta a realizzare un delicato equilibrio tra la freschezza dei tratti gestuali e la chiarezza del disegno; il riferimento alla tradizione della storia dell'arte come processo infinito di riconoscimento del significato della pratica artistica; l'attenzione per il segno stesso come marchio multilinguistico di espressione dell'artista: sono tutte caratteristiche costanti del lavoro di Twombly, dagli esordi della fine degli anni '40.
Il fascino che la sua arte esercita sugli spettatori è fatto di questi molteplici livelli e si riassume nei dipinti in mostra da Gagosian. Le due opere della serie Bacchus illustrano quanto per Twombly fosse importante la mitologia nella creazione di una rievocazione lirica di un passato ancestrale cui l'artista sceglie di dare fisicità attraverso grandi pennellate infuse della forza vitale dei segni primitivi.
Le due opere Untitled, in blu e bianco, si concentrano sull'importanza del segno. Le sequenze orizzontali di segni bianchi, potenzialmente infinite, sembrano linee scritte a mano di un diario abbozzato su un blocco note. Sono pennellate potenti piene dell'effetto tonale dato dall'attenuarsi di colore da uno spesso strato di pigmento bianco fino a un effetto sfumato e in interazione con la vernice blu stesa sullo fondo.

Cy Twombly, Blooming, 2001ÔÇô08

Cy Twombly, Untitled, 2004
L'enorme dipinto Blooming, composto da dieci pannelli, è uno dei migliori esempi delle sue opere ispirate a sagome di rose e mostra l'importante ruolo dei materiali nell'arte di Twombly. Qui, mescola pastelli a cera e acrilico, come sempre nella sua produzione, per creare diversi toni di rosso per i fiori o di bianco per lo sfondo, a seconda dei materiali utilizzati e del differente spessore del pigmento. In questo modo, lo sfondo bianco non è più una mera cornice opaca, ma diventa una controparte attiva dei segni colorati, reagendo con loro per creare un potente effetto di sorprendente luminosità.
La luminosità è le caratteristiche principale di tutte le tele e della scultura in gesso dipinto di blu. Twombly trascorse circa 50 anni della sua vita in Italia e gli ultimi anni tra Roma e Gaeta. Era affascinato dalla luce mediterranea che vedeva sul mare o sulle superfici di marmo e travertino dei palazzi romani. La brillantezza naturale della luce delle spiagge italiane fu la principale fonte di ispirazione per la potente tavolozza di colori usata dall'artista. È interessante notare che Twombly fece una serie di opere su tela esattamente delle stesse dimensioni della finestra del suo studio di Gaeta, da cui vedeva il mare. Catturò questo punto di vista anche in alcune delle sue più belle fotografie.
A partire dal 1979, Twombly iniziò a lavorare ad alcune delle sue prime sculture in bronzo. L'idea potrebbe essergli venuta proprio per il forte legame con l'Italia e la sua tradizione artistica. Gli assemblaggi di stoffa e legno piuttosto “primitivi” e “tribali” che fece tra gli anni '50 e i '60 sembrano feticci ispirati all'arte mediorientale antica ma prendono tutto un nuovo aspetto quando plasmati in un materiale così “occidentale” come il bronzo. Come si vede alla Gagosian, queste opere trovano un nuovo delicato equilibrio tra la loro fragile e leggera struttura originale e quell'aura di eternità trasmessa dal bronzo. Le superfici grezze non sono rifinite, come se questi pezzi fossero stati appena scavati fuori dalla terra, tracce di un passato remoto atemporale.
Questo fragile equilibrio tra permanenza e impermanenza, tra tempo ed eternità, tra lo spazio dell'arte e le terre sconfinate dell'immaginazione è la stessa impressione trasmessa dai dipinti dell'artista. Questo equilibrio è ciò che fa sì che l'arte di Twombly sembri sussurrarci la verità profonda delle nostre radici ancestrali.
*Francesco Guzzetti è uno dei fellow del Center For Italian Modern Art.
Questo articolo viene pubblicato, nella versione inglese, anche sul blog del Center for Italian Modern Art.
Traduzione dall'originale inglese di Maurita Cardone.