In un periodo in cui il Bel paese sta faticosamente cercando di tirarsi fuori dal pantano di una crisi non più solo economica ma anche morale, fa ben sperare vedere che proprio dal design, antico vanto del nostro paese, arrivino incoraggianti segni di rinascita visto che proprio in questo ambito si vanno allacciando nuovi ponti tra Italia e America. I protagonisti questa volta sono gli architetti italiani di GEZA che con Marc Thorpe, designer newyorchese, hanno stabilito una collaborazione continuativa di respiro internazionale. L'evento è stato celebrato la scorsa settimana nel vivace spazio dello showroom di Moroso, a Soho che, con la sua perseverante fiducia nelle contaminazioni tra le due sponde dell’oceano, ha permesso l'incontro fra questi due studi.

Una proposta di design di Marc Thorpe
Marc Thorpe collabora con Moroso da alcuni anni ed è conosciuto a livello internazionale per il suo approccio rigoroso e volto all'integrazione tra architettura, design e tecnologia. Il focus del suo lavoro è la realizzazione di strategie di crescita del marchio attraverso piattaforme di design e grafica. La sua filosofia progettuale si basa su un continuo confronto tra clienti e collaboratori tesa ad incoraggiare nuove idee, stabilire una visione comune e strategie di approccio innovative che nutrano il processo del design. È proprio questo concetto che lo avvicina sensibilmente agli architetti di GEZA, altrettanto consapevoli di quanto l’interazione con i clienti sia alla base di un progetto di qualità.
In un’atmosfera informale, quasi lo avessimo sorpreso durante una pausa dal suo lavoro, circondato dai suoi interessanti pezzi di design esposti nello showroom, Marc racconta il suo incontro con Stefano Gri e Piero Zucchi, gli architetti dello studio GEZA: "Ci siamo conosciuti circa un anno fa e abbiamo subito iniziato un dialogo avvincente – racconta Marc – che da subito ci ha permesso di condividere idee progettuali. Poi, già dal nostro secondo incontro, abbiamo iniziato ad esplorare più concretamente la possibilità di collaborare discutendo del potenziale di questa opportunità, con la comune determinazione di creare un ponte ideale tra l'Italia e gli Stati Uniti".

GP Mountain House, uno dei progetti firmati GEZA

Uno degli ambienti nello showroom di Moroso a Soho
GEZA, che si distingue tra gli studi di architettura italiani per l’eccellente qualità del design sempre alla ricerca di un rapporto di reciproca collaborazione con il cliente, che sottolineano essere per loro una vera e propria missione, aggiunge: "Riteniamo che il nostro lavoro sia quello di mescolare diverse funzionalità sempre però legate da un linguaggio comune. L’interesse dello studio è quello di creare "ritratti" dei nostri clienti rappresentandoli nei nostri progetti, personalizzandoli, così che ogni lavoro possieda un proprio carattere.”
Moroso, la nota azienda italiana che ha sempre lavorato per identificare possibili incontri e relazioni tra design, architettura e arte contemporanea a scala mondiale, ha visto in questo approccio un grosso potenziale, scegliendo proprio Stefano e Piero, architetti della propria sede italiana.
Il titolo dell'evento è Aperture e sono proprio gli stessi architetti di GEZA a raccontarci quanto questa parola, dai molteplici significati, sia per loro, così ricca di fascino. Se in italiano infatti aperture significa inizio, in inglese definisce il diaframma fotografico, ed è proprio questo duplice senso a simboleggiare la loro filosofia di design che si sviluppa tra collaborazioni e complesse relazioni tra spazi interni ed esterni: "GEZA – affermano – usa e rende contemporanei strumenti classici e molto solidi, antichi nella loro modernità, in cui per vedere le cose diverse serve cambiare obiettivo come si fa con una macchina fotografica".

Stefano Gri e Piero Zucchi, principals di GEZA
Stefano e Piero lavorano insieme e si complementano, uniti dalla volontà di sviluppare un discorso architettonico attraverso un gioco paziente di sintassi. La pratica progettuale dello studio GEZA è basata sulla sintesi di idee, bellezza e funzionalità senza tralasciare naturalmente l’attenzione al dettaglio, al rapporto con il territorio e l’ambiente, che sono caratteri ricorrenti nei loro progetti definendo un'architettura di forme e sostanza, sovrapponendosi nella complessità dei loro concepts.
La collaborazione con Marc Thorpe e Moroso del resto non può che ampliare il loro potenziale come questa nuova e avvincente iniziativa sembra innegabilmente dimostrare.
È quindi proprio grazie a questo marchio, un’azienda che ha fatto della diversità dei suoi designer internazionali il suo punto di forza, che nasce un nuovo ponte tra l’Italia e gli Stati Uniti, ed è proprio a questo proposito che ci piace ricordare le parole di Patrizia Moroso, art director della compagnia, che in un’ intervista sottolineava che “il talento è una condizione che deve andare insieme ad altre: da solo può essere una follia. Deve essere unito a una grande sensibilità, e allora diventa intesa, scambio e, alla fine, prodotto”.