Due artisti contemporanei, provenienti dall’Europa ed affermatisi in Italia, portano per la prima volta i loro lavori negli Stati Uniti, al New Museum of Contemporary Art nel Lower East Side di Manhattan.
La sede espositiva è stata fondata nel 1977 da Marcia Tucker, e rimane tuttora l'unico museo di New York esclusivamente dedicato a presentare l'arte contemporanea proveniente da tutto il mondo. Qui, il 12 febbraio ha aperto al pubblico la mostra dell’artista francese Laure Prouvost, For Forgetting, curata da Margot Norton, con una serie di filmati e collage-murales che ritraggono un mondo immaginifico, apparentemente frammentario e slegato.

Una delle installazioni di Laure Prouvost
La pluralità di linguaggi utilizzati dall’artista, attraverso l’alternanza tra parole e oggetti è il modo in cui Prouvost vuole esplorare il mondo della comunicazione e mostrare il surreale contrasto di significati legati a questa dimensione.
L’artista, originaria di Lille, vincitrice del prestigioso premio londinese, Turner, si è forgiata nel Bel Paese, quando ha vinto la quarta edizione del Max Mara Art Prize for Women in collaborazione con Whitechapel Gallery, Londra, e ha iniziato il suo periodo di residenza in Italia, alla British School at Rome, per poi proseguire la sua residency alla Cittadellarte-Fondazione Pistoletto. Da allora le sue opere sono state esposte da Los Angeles a Berlino, in sedi prestigiose come la Tate Modern di Londra. La mostra al New Museum è ora l’occasione che segna lo sbarco in America di Laure Prouvost.

Una delle installazioni di Paweł Althamer
Anche per Pawe┼é Althamer, che si è affermato negli anni Novanta grazie alle sue doti scultoree che utilizza come strumento di analisi sociologica questa è la prima personale statunitense. Pawe┼é Althamer, è tra gli artisti più apprezzati sulla scena internazionale, per il modo in cui conduce una ricerca intorno alla scultura classica, alternandone senso e forma, e rileggendola in modo visionario e antropocentrico.
E anche per lui l'Italia è stata un trampolino di lancio. L’artista polacco ha infatti avuto un enorme successo con la grande installazione all’Arsenale di Venezia la scorsa estate, fortemente voluta dal curatore Massimiliano Gioni. E lo stessto Gioni ha fatto in modo che Althamer approdasse al New Museum, con questa mostra dal titolo Pawe┼é Althamer: The Neighbors, dislocata su quattro dei cinque piani del museo. L'evento guarda anche al sociale, con una delle performance rivolte alla comunità, che l'artista spesso include nei suoi lavori. In questo caso la performance è pensata in forma di azione benefica in favore della Bowery Mission, vicina di casa del Museo: i visitatori che porteranno un cappotto da uomo nuovo o poco utilizzato riceveranno un ingresso omaggio alla mostra. I cappotti andranno ai poveri e i senzatetto accuditi dalla missione. Inoltre, nel corso della mostra, 50 musicisti di strada suoneranno al New Museum.

Lo spazio aperto alla creativit├á dei visitatori, all’interno della mostra di Pawe┼é Althamer
La scena è dominata da figure desolate, come i pupazzi clochard che volgono lo sguardo alla natura o le statue umanoidi realizzate con metallo e combustioni di plastica. Ma la chicca dell’esposizione è caratterizzata da un lavoro che l’artista aveva presentato nel 2012 alla Biennale di Berlino, dentro la Chiesa di St. Elisabeth, Draftsmen’s Congress: uno spazio vuoto, aperto all’incontro e al dialogo creativo, dove i visitatori possono dipingere e disegnare a loro piacimento. Al termine della mostra, il 13 aprile, le tele con gli schizzi dei visitatori verranno smantellate e chi desidera potrà portarsene un pezzo a casa.