Il 24 aprile 2025, alla Casa Italiana Zerilli-Marimò di New York, si terrà un concerto interamente dedicato a Saverio Mercadante, in occasione dei 230 anni dalla sua nascita. L’evento, organizzato da We Are Puglia e dalla United Pugliesi Federation con il sostegno della Regione Puglia, in collaborazione con il Club Federiciano e il Coro Polifonico che porta il suo nome, si intitola Beyond the Shadows. Un titolo che non suona come una semplice commemorazione, ma come un invito a rimettere a fuoco una figura rimasta ai margini della memoria musicale collettiva: mai del tutto scomparsa, eppure raramente davvero presente.
Chi studia la storia dell’opera italiana conosce Mercadante, ma il suo nome, pur autorevole, è oggi più facilmente citato che ascoltato. I suoi lavori non compaiono nei programmi delle stagioni sinfoniche né nei cartelloni teatrali più frequentati, e la sua musica, che nell’Ottocento circolava largamente da Napoli a Lisbona, da Vienna a Madrid, è stata progressivamente messa da parte, fino quasi a scomparire dall’immaginario comune. Eppure, Mercadante fu parte attiva di un’epoca cruciale per l’opera italiana, un tempo in cui si cercava un nuovo equilibrio tra canto e dramma, tra struttura musicale e tensione narrativa, muovendosi tra l’eredità rossiniana e le anticipazioni verdiane. Non era un outsider, ma un protagonista di quel dibattito, stimato da Verdi, diretto da Rossini, richiesto nei teatri più importanti e alla guida del Conservatorio di Napoli.
La sua traiettoria, come accade a molti artisti del passato, è però rimasta intrappolata in una sorta di zona grigia della memoria: una figura di transizione, che ha contribuito a un cambiamento senza diventare parte del racconto ufficiale. Il concerto in programma a New York si inserisce proprio in questa dimensione sospesa e propone un ascolto che, più che restituire un’immagine definitiva, apre un dialogo.
In scena ci saranno due soprani pugliesi, Angela Lomurno e Annunziata Loporcaro, accompagnate dal pianista e direttore Alfredo Luigi Cornacchia. Insieme proporranno una selezione di brani che attraversano diversi generi e registri: arie d’opera, romanze da camera, brani sacri e canzoni napoletane. Non si tratta di un’antologia celebrativa, ma di un percorso variegato, pensato per restituire l’ampiezza espressiva di Mercadante, capace di scrivere tanto per il grande teatro quanto per la voce sola, per le feste religiose come per le occasioni più popolari.
La scelta di un’esecuzione in forma cameristica, solo voci e pianoforte, può sembrare riduttiva rispetto alla dimensione spettacolare dell’opera, ma è in realtà una precisa scelta artistica. Togliere l’apparato scenico permette di concentrarsi sulla musica, sul rapporto tra il suono e la parola, sulla scrittura vocale e sul modo in cui il compositore costruisce l’emozione attraverso la melodia. Le arie scelte, tratte da opere come Orazi e Curiazi o Il Giuramento, convivono con brani più rari, di ambiente cameristico o sacro, e con canzoni di tradizione napoletana che mostrano un Mercadante capace di parlare non solo al pubblico dei teatri, ma anche a quello delle piazze e dei salotti.
Il legame tra gli interpreti e la terra d’origine del compositore — tutti pugliesi, formati nei conservatori di Bari e Matera — dà al progetto una coerenza inaspettata: non come espressione di localismo, ma come radicamento. Lomurno e Loporcaro, entrambe attive da anni tra repertorio lirico e musica vocale da camera, affrontano questi brani con la sensibilità di chi conosce non solo lo stile, ma anche l’ambiente culturale che li ha generati. Cornacchia, che ha già diretto progetti dedicati a Mercadante, accompagna al pianoforte con un lavoro preciso, essenziale, capace di sostenere senza sovrastare.
Ma questo concerto non è solo un’occasione musicale. Porta con sé una domanda che riguarda anche il nostro presente: come si decide cosa resta e cosa scompare nella memoria culturale? Perché alcuni autori continuano a essere eseguiti, studiati, riconosciuti, mentre altri, pur importanti, vengono progressivamente esclusi? In un mondo musicale sempre più dominato da logiche ripetitive, in cui pochi titoli si ripropongono anno dopo anno, proporre un nome come quello di Mercadante significa anche mettere in discussione le abitudini dell’ascolto, e aprire spazio a una musica che, pur non essendo nuova, può ancora sorprendere.