Alla Casa Italiana Zerilli-Marimò della NYU sono in programma due iniziative molto diverse tra loro, ma unite da un filo conduttore: l’inclusione. La prima è una proiezione speciale; la seconda, un ciclo di incontri dedicati alla memoria della prigionia italiana durante la Seconda guerra mondiale. Cinema e storia, emozione e riflessione: due linguaggi diversi per affrontare lo stesso tema. Due lati della stessa medaglia.
Il primo appuntamento è lunedì 14 aprile, quando la Casa ospiterà la proiezione speciale de Il giovedì (Italia, 1963), il capolavoro malinconico e brillante di Dino Risi, con Walter Chiari in una delle sue interpretazioni più struggenti. L’evento fa parte della prima edizione internazionale di INCinema – Inclusive Film Festival, il primo festival italiano interamente accessibile a persone con disabilità sensoriali, fondato da Federico Spoletti e diretto da Angela Prudenzi. Restaurato dalla Cineteca Nazionale, Il giovedì verrà presentato in lingua originale con un sistema di audiodescrizione disponibile tramite l’app gratuita Earcatch, per permettere anche al pubblico cieco o ipovedente di seguire pienamente la narrazione.
Ma l’accessibilità, qui, è molto più di un accorgimento tecnico: è una scelta culturale. Il giovedì racconta la tenerezza e la goffaggine di un padre che cerca disperatamente di impressionare il figlio in un giorno qualunque. Una storia semplice, universale, che tocca corde profonde e che ora, grazie a questa proiezione speciale, potrà essere vissuta davvero da tutti.

Martedì 15 e mercoledì 16 aprile, invece, la Casa sarà al centro di un’altra importante iniziativa, questa volta dedicata alla memoria storica. Il ciclo internazionale Contested Memory of WWII Italian Captivity: Mapping Italian Military and Civilian Internees’ Creativity, curato da Elena Bellina (New York University) e Giorgia Alù (University of Sydney), porterà a New York studiosi, registi e testimoni per un confronto aperto sul destino di migliaia di italiani – militari e civili – internati nei campi di prigionia alleati durante la Seconda guerra mondiale.
Il 15 aprile si esplorerà il contesto statunitense: si inizierà con una serie di presentazioni storiche e accademiche, seguite dalla proiezione del documentario Fedeltà. Soldati. Prigionieri. (2024) di Stephen Mancini, dedicato al campo di Letterkenny, in Pennsylvania. A chiudere la giornata sarà Natale al campo 119 (1947), un classico del cinema italiano con Aldo Fabrizi, Vittorio De Sica e Peppino De Filippo, che racconta con ironia e malinconia la vita quotidiana dei soldati italiani prigionieri.
Il 16 aprile l’attenzione si sposterà sulla prigionia italiana in Australia. Attraverso documentari, analisi e dibattiti, emergerà con forza la capacità dei prigionieri di trasformare la creatività in una forma di resistenza e sopravvivenza. In questo contesto sarà presentato anche il Digital Atlas of Creativity in Captivity (DARCI), una piattaforma digitale che raccoglie e valorizza l’enorme patrimonio culturale nato in quei contesti estremi. Anche qui, però, il cuore dell’iniziativa non è solo nella ricerca accademica o nell’analisi storica, ma nella volontà di restituire dignità e voce a una memoria dimenticata.
Attraverso queste due iniziative — il cinema che diventa esperienza per tutti e la storia che si riapre al racconto degli esclusi — la Casa Italiana Zerilli-Marimò dimostra ancora una volta cosa significa fare cultura oggi: non limitarsi a celebrare il passato o a trasmettere sapere, ma costruire spazi dove le storie possono essere ascoltate, condivise, e soprattutto comprese.
Intanto, c’è un altro motivo per cui la Casa Italiana fa parlare di sé. Il nuovo sito è finalista ai Webby Awards. Categoria “Community”. È un premio importante, soprattutto perché a votare è il pubblico. Fino al 17 aprile, basta cliccare Webby Awards People’s Voice e confermare via mail. Un piccolo gesto per sostenere uno spazio che la cultura non la mette in cornice, ma la fa uscire dalla porta.