Olly vince l’edizione 75 del Festival di Sanremo 2025 con la canzone Balorda nostalgia in un pentapodio tutto al maschile, cui seguono, nell’ordine, Lucio Corsi, Brunori Sas, Fedez e Simone Cristicchi. Il Premio della critica “Mia Martini” va a Lucio Corsi. Solo lo 0,4% dei voti separa il primo e il secondo classificato.
È Bianca Balti a consegnare il premio “Sergio Bardotti” al miglior testo per il brano L’albero delle noci a Brunori Sas, e il premio “Giancarlo Bigazzi” per la miglior composizione musicale assegnato dai Maestri dell’orchestra, per il brano Quando sarai piccola, a Simone Cristicchi, che vince anche il Premio della Sala Stampa “Lucio Dalla”. Il premio della critica “Mia Martini” assegnato dalla Sala Stampa Roof va a Lucio Corsi per il brano Volevo essere un duro.
Estromessi, tra i fischi del pubblico, alcuni superfavoriti come Achille Lauro e Giorgia, che vince il Premio TIM all’artista del Festival più amato su app My Tim e su siti e canali social ufficiali TIM. Achille Lauro vince il Premio Casa Sanremo, il primo premio italiano dedicato ai videoclip delle canzoni sanremesi. La giuria lo premia per la sua capacità di attualizzare, nel video del brano sanremese Incoscienti giovani, l’omaggio a La dolce vita di Fellini con un linguaggio contemporaneo.

Dopo il boom di ascolti della quarta serata dedicata alle cover, con 13 milioni 575 mila spettatori e il 70,8% di share, secondo il Total Audience, l’innovativo sistema di misurazione degli ascolti, si preannuncia per la finale un picco tale da giustificare l’accattivante jingle ufficiale del Festival, Tutta l’Italia. Estrapolato da un singolo di Gabry Ponte, questo “inno generazionale”, come lo definisce l’autore, apre la serata con lo stesso dj in consolle per quella che diventa una travolgente accordion-dance con tanto di cantante mascherato e corpo di ballo che scatena l’entusiasmo del pubblico, proponendo l’intero brano che nel frattempo ci si è conficcato in testa più di ogni altro refrain in gara. Non a caso è la canzone più cercata su Shazam in Italia. A proposito: nell’era della musica liquida, chiari indizi sugli abitanti dell’Olimpodio potevano facilmente venire dai dazi sugli ascolti nelle piattaforme in streaming.

Segue una rinfrescata al regolamento, che quest’anno contiene novità rispetto alle precedenti edizioni: nella Finale, le canzoni – 29 dopo il ritiro di Emis Killa – sono votate nelle proporzioni del 34% dal Televoto, 33% da Giuria della Stampa, Tv e Web e 33% dalla Giuria delle Radio. Il risultato di questa votazione viene sommato a quello delle votazioni nella Prima Serata e al risultato congiunto delle votazioni nella Seconda e Terza, al fine di determinare una media percentuale e una classifica provvisoria. I 5 brani risultanti, annunciati in ordine sparso, vengono riproposti e sottoposti a una seconda votazione dagli stessi tre sistemi di voto, che hanno lo stesso peso percentuale. Il risultato, sommato alla precedente dote di voti, determina una nuova media percentuale delle votazioni riferite alle 5 canzoni, e infine una classifica finale delle stesse. Sostanzialmente scompare il podio a tre punte, e la classifica delle canzoni più votate si allarga a 5. Ogni persona ha a disposizione tre voti, e già mi chiedo se nei prossimi giorni si assisterà a polemiche su presunti brogli riguardo al voto di bot o a feroci rivendicazioni di usurpazione di primato nazional-popolare di memoria trumpiana.
La cronaca: Carlo Conti ricorda i codici dei big in gara, via al Televoto e si parte con la parata delle esibizioni inaugurata da Francesca Michielin col brano Fango in Paradiso, e si procede col solito ritmo a tamburo battente che ci appassiona, ma certo non ci fa rilassare. Persino la pubblicità ci dà a mala pena il tempo di alzarci a bere un bicchiere d’acqua. I co-conduttori della quinta e ultima serata sono Alessia Marcuzzi, che ha di recente affiancato Carlo Conti nell’ultima edizione della trasmissione di imitazioni canore Tale e Quale Show, sostituendo la veterana Loretta Goggi, e… stasera c’è anche Cattelan che, dopo aver tenuto le briglia di Sanremo giovani, è reduce dalle nottate animate del Dopofestival. Porta sul palco quel che rimane della statua bronzea di Carlo Conti esposta all’esterno del Teatro Ariston, ossia solo una mano, che ormai può solo servire a compiere gesti apotropaici. Curioso che la Marcuzzi sostenga di aver bisogno di abbracciare le persone presenti per sentirsi a suo agio, e la canzone che annuncia è proprio quella di Marcella Bella, Pelle diamante, nel cui testo si legge “Non ho bisogno di abbracci”. Finirà durante la serata per abbracciare non a caso anche Achille Lauro, interpretando l’estrogeno di una moltitudine di donne.

In generale, impeccabili le esibizioni dei cantanti, studiate sin nei minimi gesti corporei, anche se alcune prestazioni vocali fanno rimpiangere il buon Auto-Tune che ci metteva una pezza.

Ospite d’onore della serata è Antonello Venditti, che riceve il premio alla carriera Città di Sanremo per mano di Alessandro Il Grande, Presidente del Consiglio Comunale cittadino, e canta due tra i suoi più grandi successi, Amici mai e Ricordati di me. Qualche puritano festivaliero obietta che la storia musicale del cantautore romano non si sia celebrata sul palco dell’Ariston, a differenza della carriera di Iva Zanicchi, altro premio alla carriera 2025 ricevuto nella terza serata del 13 febbraio, che ha collezionato ben tre vittorie al Festival di Sanremo, nel ’67, nel ’69 e nel 1974. “Un omaggio alla mia storia che guarda al domani”, commenta scaramanticamente Venditti, ché non è ancora arrivato il momento di prendere il viale del tramonto. Altro ospite illustre, sul versante della divulgazione culturale, è Alberto Angela, per il lancio della puntata speciale di Ulisse dedicata al centenario della nascita di Andrea Camilleri: un viaggio nei luoghi del Commissario Montalbano, che andrà in onda il 17 febbraio su Rai1.

Altro spot Rai è la presenza sul palco dell’attrice acclamata Vanessa Scalera, che interpreta la protagonista della fiction Imma Tataranni – Sostituto Procuratore, che andrà in onda domenica 23 febbraio sulla rete ammiraglia. Altri “amici di Rai1” sono Bianca Guaccero, Gabriele Corsi e Mariasole Pollio, animatori dell’aperitivo del Prefestival, che scendono dalla perigliosa scala dell’Ariston con un Gabriele Corsi che finge di ruzzolare, costretto venerdì a disertare l’ultima puntata del Dopofestival causa febbre che per sua fortuna non era del sabato sera. Un’edizione sfortunata sul piano della salute dei protagonisti, tra rovinose cadute sulle scale, febbri, contusioni toraciche e problemi tecnici vari. Intorno a metà serata, il collegamento con l’appendice esterna del Suzuki Stage, dove per la Finale si esibisce Tedua, in partenza per un tour europeo, con la sua hit del 2023 Bagagli. Il ringraziamento di Carlo Conti va a Jody Cecchetto e Mattia Stanga, per aver animato il pubblico di Piazza Colombo lungo tutta la settimana del Festival. È il collettivo Planet Funk, sulla cresta dell’onda dell’electronic dance internazionale, a esibirsi col brano Nights in white satin dal palco galleggiante allestito sulla nave Costa Toscana del gruppo Costa Crociere.

Una parentesi istituzionale è rappresentata dalla presentazione di una nuova emissione filatelica in occasione dei 75 anni del Festival, che vede la presenza del ministro dello sviluppo economico Adolfo Urso in platea. E edificante la presenza in platea di una rappresentanza dell’Istituto Comprensivo Statale “Margherita di Navarra” di Pioppo Monreale, in provincia di Palermo, che ha scritto e composto una canzone contro la violenza sulle donne, a ricordare in risonanza nazionale che il cambiamento culturale su questo tema non può che coinvolgere le nuove generazioni. In questo senso, è un esempio per i giovani anche la presenza sul palco di Edoardo Bove, il centrocampista della fiorentina che durante la partita del 1 dicembre scorso con l’Inter ebbe un arresto cardiaco in campo: l’invito è quello di non mollare mai e coltivare la speranza di poter coltivare i propri sogni nonostante le avversità. Un messaggio per il quale il campione, che regala a Carlo Conti la maglietta della sua Fiorentina col numero 4, non chiede un solo euro di cachet.

Sono presenti in sala anche i campioni olimpici di curling Stefania Costantini e Amos Mosanger, che consegnano al conduttore la divisa firmata Suzuki. Non mancano i momenti leggeri a sorpresa, come l’incursione di Brenda Lodigiani vestita di fucsia a dimenarsi sul palco come la brunetta dei Ricchi e Poveri sulle note di Ma non tutta la vita, brano presentato a Sanremo l’anno scorso e diventato virale sui social. Appena prima della proclamazione del vincitore, si esibisce Mahmood col suo nuovo brano Sottomarini, in tema col gigantesco ventre di balena come quest’anno appare l’interno dell’Ariston nella scenografia realizzata dall’architetto e scenografo Riccardo Bocchini.
Anche quest’anno il carrozzone di Sanremo ce lo siamo lasciato alle spalle. Rimane una punta di nostalgia per lo stordimento generato dalla macchina delle illusioni che, nelle parole di Cattelan, va a duemila e, aggiungeremmo, non si schianta.