Un fondo per finanziare il cinema dei rifugiati. in occasione della 54° edizione dell’IFFR (International Film Festival Rotterdam), il primo febbraio, l’attrice e produttrice Cate Blanchett presenterà il Displacement Film Found, un programma di sovvenzioni di 100.000 euro, destinato a cinque registi di cortometraggi, il cui soggetto deve raccontare storie di persone rifugiate.
Il progetto ha preso vita al Global Refugee Forum dell’UNHCR, dove Blanchett stessa ha avuto modo di sviluppare l’idea insieme a Ke Huy Quan, Echo Quan, Ayman Tamer, Koji Yanai e Isaac Kwaku Fokuo. Il premio vuole sostenere dei lavori che raccontino esperienze delle persone sfollate attenendosi alla veridicità dei fatti.
“Il cinema può calarti nella trama e nella realtà della vita di qualcuno come nessun’altra forma d’arte; è questo l’obiettivo di creare punti di contatto personali e intimi che guida il Displacement Film Fund. Quando le persone sono costrette a lasciare le loro case, perdono l’accesso al supporto più elementare, ma come artisti perdono anche l’accesso ai mezzi per realizzare un lavoro in un momento in cui è più vitale che mai”, spiega Blanchett.
I cineasti verranno selezionati da un comitato composto da Blanchett, dal giornalista e documentarista Waad Al Kateab, dall’attrice, produttrice e musicista Cynthia Erivo, la regista e sceneggiatrice Agnieszka Holland, la direttrice del festival IFFR Vanja Kaludjercic, l’educatrice e rifugiata Aisha Khurram, il cineasta danese Jonas Poher Rasmussen e il richiedente asilo LGBTQ+ Amin Nawabi. Quest’ultimo è stato fonte di ispirazione per la realizzazione di Flee, documentario animato indipendente del 2021, diretto da Rasmussen. Nel lavoro, Nawabi racconta la sua fuga dell’Afghanistan e il suo arrivo in Danimarca.
Majid Adin, regista iraniano arrivato in Regno Unito nel 2016, si è detto entusiasta: “I registi rifugiati sono capaci di portare sullo schermo delle storie uniche che raccontano il loro passato”, dichiara, “La società e l’industria cinematografica, spesso, fallisce nel riconoscerci come degli artisti capaci, limitando le nostre possibilità di dirigere qualcosa. È molto più facile vedere i rifugiati come dei soggetti davanti la macchina da presa, piuttosto che come dei registi che possono lavorare dietro di essa”.
I cinque vincitori verranno annunciati a maggio, in occasione del Festival di Cannes 2025.