La prima idea di una manifestazione canora scaturisce dalla mente di due artisti napoletani: il musicista Ernesto Tagliaferri e il poeta Ernesto Murolo che nel 1931 misero in scena al Casinò di Sanremo uno show natalizio dedicato alla canzone napoletana ispirato dalla festa di Piedigrotta, quartiere di Napoli. Vi si esibirono alcuni artisti dell’epoca interpretando canzoni napoletane già note al grande pubblico quali O sole mio, Torna a Surriento e O Paese d’o sole con l’intento di far conoscere il genere anche ad un pubblico non partenopeo. L’esperimento riuscì a tal punto che molte di queste canzoni divennero un successo planetario cantate in tutto il mondo. O sole mio divenne addirittura un inno all’italianità con una popolarità pari solo a quella che raggiunse più tardi Nel blu dipinto di blu di Domenico Modugno.

Nasce così “il Festival Partenopeo di canti, tradizioni e costumi” che si svolse dal 24 dicembre 1931 al 1 gennaio 1932 e che non aveva la struttura della competizione come oggi siamo abituati a conoscere con il Festival di Sanremo, ma che si può considerare come il primo antenato dello stesso gettando le basi per la sua evoluzione.
L’idea però di una competizione canora con tanto di classifica e vincitore prese forma solo nel 1948 nel noto locale “La Capannina” di Viareggio.
Gli organizzatori, ispirandosi in parte al Festival Partenopeo, per attirare famosi cantanti nella capitale della Versilia senza dover elargire cachet da capogiro, si inventarono un contest musicale coinvolgendo la redazione di Radio Rai di Firenze, una mirabile orchestra diretta dal maestro Francesco Ferrari, 10 cantanti già noti, il direttore della Rai di allora, le truppe USA che misero a disposizione gli accumulatori elettrici, le parrocchie cittadine che fornirono le sedie e il Comitato per i festeggiamenti del carnevale di Viareggio: viene alla luce il “Festival canoro Nazionale “ che tenne banco sulla stampa per due edizioni e che fu interrotto alla terza a causa delle richieste economiche esorbitanti che i cantanti pretendevano cavalcando l’onda di un successo enorme e inaspettato. Si decise così per mancanza di fondi di chiudere i battenti e di rinunciare per sempre a quello che sarebbe dovuto diventare il ”Festival di Viareggio“.

Presente alla seconda ed ultima edizione vi era però il direttore artistico del Casinò di Sanremo Pier Busseti che con lungimiranza convinse il gestore dello stesso ad organizzare il Festival per cercare di portare turisti anche fuori stagione nella città dei fiori. Fu così che il 29 Gennaio 1951 si svolse la prima edizione del Festival di Sanremo con la conduzione di Nunzio Filogamo e con tre concorrenti: Nilla Pizzi, il Duo Fasano e Achille Togliani con 20 brani inediti tra i quali trionfò Grazie dei fior di Nilla Pizzi. La seconda edizione vide una maggiore partecipazione di cantanti che salirono a 5 ma il podio fu tutto per Nilla Pizzi con Vola Colomba seguito da Papaveri e Papere e da Una donna prega, risultato eclatante mai più conseguito negli anni successivi . La manifestazione rimase al Casinò fino al1976 e successivamente si trasferì definitivamente al teatro Ariston ad eccezione della 40° edizione che si svolse al Palafiori.
Inizialmente diffuso via radio, il Festival venne poi trasmesso in Eurovisione dalla Rai con la quale ha vissuto una crescita in parallelo diventando un vero e proprio specchio della società italiana: se le canzoni vincitrici delle prime due edizioni rappresentavano l ‘immagine dell’Italia che si rialzava dal dopoguerra, Nel blu dipinto di blu di Domenico Modugno è stata l’ emblema della crescita e dello sviluppo, Non ho l’età di Gigliola Cinquetti e Zingara di Iva Zanicchi hanno descritto un Paese che stava imparando a godersi la vita e Chi non lavora non fa l’amore di Adriano Celentano ha raccontato di un boom economico ormai alle battute finali.
Per questo Sanremo non è solo un Festival ma un grande show che rispecchia l’evolversi dei tempi attraverso uno spaccato della società che ci appartiene perché parla di noi nel bene e nel male in un grande rito popolare che è vietatissimo perdere.