Daniel Craig, l’ultimo magnifico James Bond, sta reinventando la sua immagine – lasciandosi alle spalle il simbolo di virilità impassibile per Queer di Guadagnino – ma intanto l’agente 007 è in stallo: dopo tanti dibattiti sul nuovo volto, il problema è la lotta fra Amazon e Barbara Broccoli. Quasi tre anni fa la piattaforma fondata da Jeff Bezos aveva acquisito il diritto di distribuire i film di Bond con l’acquisto dei Metro-Goldwyn-Mayer Studio (per 6,5 miliardi di dollari, buona parte dei quali proprio relativi al franchise di Bond).
Ma le decisioni su 007 le prende Barbara Broccoli, che ha ereditato il controllo dal padre, Albert “Cubby” Broccoli, e che da 30 anni decide con ferreo controllo come e quando un nuovo film di Bond può essere prodotto. Il Wall Street Journal ha intervistato “più di 20 persone che hanno familiarità con la faida Broccoli-Amazon, tra cui dirigenti, partner commerciali e amici”, e pare proprio che la prossima pellicola sia in alto mare, e non ci saranno effetti speciali per salvarla a breve.
Broccoli ha detto agli amici che “quelli di Amazon” sono “degli idioti”, e non si fida dell’algoritmo della piattaforma di e-commerce e distribuzione video. Ufficialmente, bocche cucite: un rappresentante della Eon, la casa di produzione dei film di Bond, ha dichiarato che Broccoli e gli altri membri della famiglia non hanno commenti da fare.
Insomma Amazon ha bisogno di Broccoli, ma Broccoli non vuole fare un nuovo film di Bond con Amazon. Lo stallo, scrive il Wall Street Journal, “si riduce a uno scontro tra la Hollywood del XX secolo, fatta di grandi schermi e di grandi guadagni, e la nuova industria dell’intrattenimento governata dalle aziende della Silicon Valley che premiano i dati, gli algoritmi e gli abbonamenti allo streaming”.
Barbara Broccoli ha idee precise su chi sia il personaggio inventato da Ian Fleming e su come commercializzarlo: aveva già rifiutato spettacoli televisivi, videogiochi e almeno un casinò prima che Amazon entrasse in scena. Fino a pochi anni fa Broccoli prendeva queste decisioni insieme al fratellastro, Michael Wilson, che ormai ha 82 anni.
Secondo il Wall Street Journal, “Broccoli ha rivelato di non avere alcun problema a scegliere un attore non bianco o omosessuale, ma è convinta che Bond debba continuare ad essere interpretato da un uomo e da un attore britannico”. Finora quattro dei sei attori che hanno portato sul grande schermo il personaggio di James Bond erano nati in Gran Bretagna. Roger Moore e Daniel nati e cresciuti in Inghilterra, Sean Connery era scozzese, Timothy Dalton è gallese. Pierce Brosnan, irlandese, ci si avvicinava, e George Lazenby (un solo film) era australiano.
I nomi circolati attorno al prossimo Bond includono Cillian Murphy, premio Oscar per Oppenheimer (almeno gli occhi azzurri li ha, e secondo Pierce Brosnan sarebbe “magnifico”; l’irlandese ha appena finito di girare il film sequel della serie Peaky Blinders, titolo, pare, The Immortal Man); o i ben più giovani Aaron Taylor-Johnson (Nowhere Boy, Animali notturni) e Josh O’Connor, il giovane principe Carlo di The Crown e uno dei protagonisti di Challengers di Guadagnino.