È una festa, per bambini e adulti che per una sera tornano a credere alle favole. E’ un trionfo di luci, ori di scena, neve, addobbi di Natale, costumi. E’ la magia di una musica straordinaria. È la sorpresa dell’albero. Quando si alza, e si alza, e si alza ancora fino a più di 12 metri riempiendo tutta la scena, è difficile trattenere l’emozione. The Nutcracker del New York City Ballet è un rito festivo per tutti, l’appuntamento annuale dei newyorkesi per iniziare a celebrare il Natale.
Ma più che un balletto è uno spettacolo, immaginifico. 90 ballerini, 62 musicisti, 32 tecnici di scena e 125 bambini che si alternano nelle diverse repliche. Balanchine lo ha creato per i bambini e con i bambini, sul palcoscenico nel primo e secondo atto. Ballano, mimano, si rincorrono. Di balletto, nello Schiaccianoci, ci sono forse 20 minuti in tutto su un’ora e mezza di spettacolo. Ma va in scena tutto dicembre, ogni anno, mattina e sera, ed è sempre esaurito. Il più grosso incasso annuale per la compagnia.
Creato da George Balanchine nel 1954 con Maria Tallchief nel ruolo della fata confetto, riprende un balletto di Marius Petipa su musica di Čajkovskij del 1891. Uno degli spartiti più belli del compositore russo composto dopo Il lago dei cigni e La bella addormentata, sulla base di un racconto di Alexandre Dumas padre, tratto da quello di E.T.A. Hoffmann “Schiaccianoci e il re dei topi” del 1816.
Balanchine lo aveva ballato bambino a San Pietroburgo e ha deciso di rimetterlo in scena trasformandolo in uno spettacolo magico di Natale per bambini. Ha inventato la mamma zenzero dalla grande gonna (un costume di circa 40 chili manovrato da tre tecnici) dove si nascondono 8 piccoli danzatori, il Valzer dei fiocchi di neve con la neve che cade copiosa sulla scena, l’albero che cresce, ed un primo atto in salotto tutto di pantomima con la piccola Marie che si addormenta con il suo schiaccianoci che si trasformerà magicamente in principe. Quest’anno li interpretano la tredicenne Sasi Shrobe-Joseph, che si alterna alla undicenne Stella Tompkins, e come piccolo principe Hannon Hatchett di 10 anni e Finlay McCurdy-Van Alstine di 11. Sono allievi della scuola dell’American Ballet Theatre, hanno sostenuto tre ore di prove al giorno per arrivare in scena, e al New York Times dicono trovarsi al centro della scena con il riflettore puntato davanti a 2500 persone è una sensazione fantastica per loro, aspiranti ballerini.
Il vero balletto arriva nel secondo atto con la fata confetto, interpretata (alla prima rappresentazione) da Megan Fairchild che danza con grande sicurezza la prima variazione sulle note brillanti della celesta, strumento appena inventato quando Čajkovskij lo utilizzò. È poi accompagnata da Joseph Gordon nel celebre pas de deux. I suoi giri alla seconda bellissimi. Le prese al volo difficili, azzardate, ma riuscite.
La grande bellezza è stata l’interpretazione di Dewdrop, la goccia di rugiada, di Mira Nadon. Con le sue lunghe gambe balanchiniane la ventitreenne ballerina ha pirouettes e salti magnifici. Entrata in compagnia nel 2017 nel 2023 era già prima ballerina. Bravissimo anche Daniel Ulbricht nel ruolo di Candy Cane. Bellissimi i costumi di Karinska, e le scene di Rouben Ter-Arutunian.