L’artista concettuale Andrei Molodkin torna a far parlare di sé con un nuovo e potente lavoro: un ritratto di Julian Assange, l’attivista australiano, cofondatore dell’organizzazione WikiLeaks, che sarà esposto per la prima volta alla Galleria Nazionale di Sofia, in Bulgaria dal 26 novembre al 16 febbraio 2025.
Il creativo aveva suscitato scalpore già all’inizio dell’anno per aver minacciato di distruggere dipinti dal valore di 45 milioni di dollari. Il gesto era servito per attirare l’attenzione sulla detenzione di Assange, incarcerato nel Regno Unito per violazione dei termini della libertà su cauzione, in seguito alla vicenda del 2010 inerente la divulgazione di documenti statunitensi segretati riguardanti crimini di guerra.
L’opera, intitolata Freedom Date (2024), è un disegno a penna di grandi dimensioni, che Molodkin descrive come un “gesto artistico” volto a denunciare la prigionia prolungata e le accuse di spionaggio rivolte all’attivista. La data inserita nel titolo, non è casuale ed è riferita al giorno del rilascio di Assange, il 24 giugno 2024, dalla prigione di Belmarsh a Londra.
Il progetto che è nato dopo la morte in carcere del dissidente russo Alexei Navalny, solo recentemente è stato completato. La creazione porta infatti un tocco personale di Assange stesso: durante un incontro con Molodkin in Francia, l’uomo ha scritto una data nello spazio vuoto della tela, simbolo di un conto alla rovescia.
“Ogni ticchettio ci ricorda che, in tempi di disastro, ha ricordato l’artista, l’arte può diventare cenere o trasformarsi in un simbolo di resistenza.”
L’incontro tra i due si era svolto a La Raillère, un’ex località termale, trasformata in uno spazio espositivo. In questo luogo, Molodkin ha realizzato un caveau di 32 tonnellate, dove sono custodite opere di Rembrandt, Picasso e Warhol, insieme a contributi contemporanei donati da diversi collezionisti.
Il luogo è protetto da un sistema denominato Dead Man’s Switch, un dispositivo ispirato ai metodi di sicurezza delle ambasciate statunitensi: in caso di attivazione, distruggerebbe istantaneamente le opere al suo interno. Questo meccanismo, spiega Molodkin, rappresenta la precarietà della libertà di espressione, sempre a rischio di essere annientata dalle pressioni politiche.
La mostra, intitolata East West, ospiterà oltre ai lavori di Molodkin, tra cui Blood Democracy, una scultura realizzata con sangue umano donato da soldati russi e ucraini, simbolo delle divisioni e dei conflitti globali, anche quelle di Santiago Sierra, un altro creativo noto per il suo approccio provocatorio.