Tutto Chopin per il concerto all’Istituto di Cultura di New York. “È il compositore della mia vita, lo suono da quando ho iniziato a studiare il pianoforte” spiega Alberto Nosè pianista di fama internazionale, ospite dell’Istituto per la serie di concerti di inaugurazione del nuovo pianoforte a coda Bechstein.
Acclamato pianista, Nosè si è esibito già tante volte a New York, ci dice, fin dal ’99. Nel 2006 dopo il concerto al Carnegie Hall il New York Times lo ha descritto come “un artista dalla suprema maestria tecnica, abbagliante e affascinante, con il suo suono altamente colto”. Ora oltre all’attività concertistica, insegna al Conservatorio di Verona, che è la sua città, ed è dove ha studiato, tiene master classes in altri conservatori, è membro di giuria di diversi concorsi pianistici internazionali e pubblica i suoi progetti discografici su Amadeus Sound Project, l’etichetta indipendente da lui fondata e diretta fin dal 2019.
Una intensa attività che lo porta spesso in giro ma all’Istituto di Cultura non aveva mai suonato prima. “La sala è bellissima, non ci ero mai stato ed è magnifico. Ritengo che per un concerto di pianoforte questa dimensione all’interno di un salotto sia perfetta. È sempre difficile farlo in un grande teatro e io apprezzo sempre molto questa logistica nel concerto perché c’è un contatto più stretto con il pubblico.
Altri pianisti parlano dell’influenza del respiro del pubblico…
“Il pubblico è determinante sull’esito del concerto cui contribuisce attraverso i rumori e i silenzi. Un concerto non avviene mai nel silenzio assoluto c’è sempre una commistione di più suoni.
Anche il sedile nuovo che un po’ scricchiolava …
Certo! Tutto fa parte della musica, c’è sempre una parte di distorsione nel suono che è necessaria.”
Alberto Nosè ha eseguito 4 ballate due mazurke e due notturni, con grande passione e incredibile profondità, e si è dovuto esibire a grande richiesta in due bis: uno studio di Scriabin, “l’ho scelto perché è molto legato alla poetica chopiniana, è un pezzo di fine ‘800, uno dei suoi primi lavori” e lo studio n.12 di Chopin anche detto “La caduta di Varsavia”. Composto dopo la presa della capitale polacca da parte delle truppe zariste nel 1831 “è molto celebre e molto amato”. Inutile dire che è stato molto applaudito. A New York Alberto Nosè suonerà di nuovo al Consolato Polacco l’8 novembre. Tutto Chopin.