Film scuro, come il set televisivo dove si svolge, come i sentimenti, i segreti rivelati. Paul Schrader è tornato dietro la cinepresa a 77 anni per parlare di morte. E di come si è vissuta la vita. E della necessità di confessare le viltà, le vanità, gli inganni quando “il futuro non c’è più e non si ha altro che il passato, e se il passato è una bugia, non esisti”.
Tratto dal romanzo Foregone di Russell Banks, Oh Canada è una lunga confessione. L’anziano Leonard Fife, leggendario documentarista, malato di cancro, rivela alla telecamera le menzogne su cui ha costruito il suo successo, vuole che la moglie Emma sappia, prima della fine, la verità. E la racconta con tono a volte sommesso altre imperioso, ma come una preghiera: “che tu creda o meno in Dio, non menti quando preghi”.
Lui è un Richard Gere invecchiato, l’American Gigolo che ci ha sedotto tutti arrivato al termine della vita con la necessità di sgravarsi delle sue colpe. Schrader, che lo ha reso famoso come Gigolo 40 anni fa, lo ha voluto per questo. Lei è Uma Thurman, ma il ruolo è minore e la vede tremare di ansia per la sofferenza dell’amato e poco altro. Il documentarista che riprende tutto è Michael Imperioli, ma anche il suo personaggio è marginale. Il film ruota tutto attorno a Fife, diventato famoso come obiettore di coscienza durante la guerra del Vietnam, e per aver rivelato con i suoi documentari l’uso dell’agente Orange, gli abusi sessuali della Chiesa e la caccia illegale delle foche. In realtà Fife è un seduttore incallito che vigliaccamente si è fatto riformare, che ha lasciato la prima moglie incinta, e la seconda con un bambino, a 18 anni ha rubato per andare a Cuba e poi ha scelto il Canada. Uno che nella vita ha scelto le scorciatoie rispetto alle responsabilità.
Il film è dedicato a Russel Banks, amico e collaboratore storico di Schrader (da un altro suo romanzo il regista ha tratto Affliction del ’97) che si è spento nel 2023. E’ facile pensare che oltre all’amico scomparso Schrader abbia pensato a sé, dopo essere scampato miracolosamente al covid e dovendo assistere la moglie, l’attrice Mary Beth Hurt malata di Alzheimer. Sarà il mio ultimo film ha dichiarato, ma lo ha detto già varie volte, e da allora ha girato First Reformed (2017), The Card Counter (2021), e Master Gardener (2022).

Girato con continui flashbacks, dove il giovane Leonard è interpretato da Jacob Elordi, smaccatamente più alto di Gere, e da Gere stesso in continue giustapposizioni di persona, e realizzato in parte a colori e in parte in bianco e nero, e accompagnato dalla musica country di Matthew Houck noto come Phosphorescent, Oh Canada, sembra sì una riflessione sulla vita e sulla necessità di verità, ma anche sull’arte, come se dopo tanti film Schrader si chiedesse se anche l’arte non abbia bisogno di onestà.