Dopo una vita sotto i riflettori, è nell’intimità che la famiglia e i cari hanno salutato Alain Delon nella cappella privata della sua proprietà a Douchy, nella Loira, al termine di una cerimonia celebrata dall’ex vescovo Jean-Michel Di Falco. Il carro funebre è arrivato in mattinata nella tenuta.
Una cinquantina di persone erano state invitate a partecipare alla cerimonia a partire dalle 14 ora di Parigi (le esequie vere e proprie si sono tenute dalle 18). Fra di loro Rosalie van Breemen, l’ex moglie e madre della più giovane dei figli ufficiali di Delon, Anouchka; le attrici Nicole Calfan, Muriel Robin e Géraldine Danon; Paul Belmondo, figlio del defunto attore Jean Paul. Assente invece Claudia Cardinale, la Angelica di Delon-Tancredi nel Gattopardo di Luchino Visconti, afflitta, ha detto il suo agente, “da un dolore troppo grande”.
Fuori, invece, centinaia di fan e ammiratori che sono venuti a rendere l’ultimo omaggio all’attore. I due figli di Delon, Anthony e Alain-Fabien, sono voluti uscire a salutarli davanti al cancello fiorito della tenuta di Douchy, prima dell’inizio del funerale.
Alain Delon è stato sepolto come desiderava, nella sua tenuta, vicino alle tombe dei suoi moltissimi cani, una procedura “eccezionale” che ha richiesto l’autorizzazione della prefettura.
È ancora vivo invece Loubo, l’ultimo compagno a quattro zampe di Delon. L’attore aveva detto anni fa in una intervista che desiderava fosse addormentato per evitargli la sofferenza della sua assenza. La Fondazione Brigitte Bardot (l’attrice coetanea di Delon è una nota attivista per gli animali) ne aveva chiesto conto ai figli, che anno annunciato che Loubo continuerà a vivere in famiglia.
È stato uno dei tanti temi di polemica intorno alla morte di Delon (come la sua vicinanza all’estrema destra negli ultimi anni o certe dichiarazioni omofobiche in tv). Uomo di straordinaria, spirituale bellezza, interprete di personaggi tragici e introversi – Visconti lo rese protagonista anche di Rocco e i suoi fratelli – ebbe una vita amorosa tumultuosa.
Oltre ai tre figli legittimi, un quarto mai riconosciuto gli somigliava assai. Christian Aaron Boulogne, detto Ari, è morto l’anno scorso a 60 anni appena per overdose dopo una vita di dipendenze e depressione. Delon rifiutava di considerarlo suo, affermando di aver avuto un solo rapporto con la madre Christa Päffgen, alias Nico, top model tedesca e celebre voce dei Velvet Underground. Il processo per il riconoscimento della paternità non è mai giunto a termine. Tuttavia ad allevare il ragazzino, mentre la madre era presa da lunghe tournée, fu soprattutto la madre di Delon, Edith. A 16 anni Ari scelse di tornare a New York dalla madre e per otto anni la seguì fra concerti e tour; quando Nico morì, fu adottato da Edith e dal marito Paul Boulogne di cui prese il nome.
Gli ultimi anni di Delon furono segnati anche dalla malattia e dalla battaglia legale che ha visto coinvolti i suoi tre figli, divisi sullo stato di salute e la lucidità del padre, oltre alla presenza accanto a lui di Hiromi Rollin, sua controversa badante o “dama di compagnia”.