New York si prepara a una celebrazione del cinema italiano con Italian Screens, un’iniziativa della Direzione Generale per il Cinema e l’Audiovisivo del Ministero della Cultura e dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, in collaborazione con Cinecittà.
L’iniziativa non è solo una rassegna cinematografica ma vuole offrire anche incentivi fiscali per la distribuzione e le coproduzioni dei film italiani.
Si parte il 16 luglio alle 18 presso il Robin Williams con Gloria!, debutto alla regia di Margherita Vicario. Presentato all’ultimo Festival di Berlino, il film è ambientato nel XIX secolo, nei pressi di Venezia, in un istituto che racchiude in sé le caratteristiche di un orfanotrofio, un convento e una scuola di musica.

La trama segue cinque giovani musiciste, oppresse da una società patriarcale, che trovano nella musica un potente strumento di espressione e ribellione. Ricco di dettagli storici e riferimenti pittorici, il film rende omaggio alle compositrici dell’epoca, spesso oscurate dai loro colleghi maschi. Il cast, quasi interamente femminile, vanta talenti come Galatea Bellugi, Carlotta Gamba e Veronica Lucchesi de La Rappresentante di Lista.
Dopo la proiezione seguirà un Q&A con il pubblico a cui sarà presente la regista per approfondire le tematiche del film.
Il 17 luglio, il MoMA (Museum of Modern Art) diventerà la cornice per Posso entrare? An Ode to Naples di Trudie Styler, con la proiezione prevista alle 18.30. Rajendra Roy, il curatore capo del cinema del MoMA, introdurrà il film, e a seguire, l’attore e regista John Turturro modererà un dibattito con il pubblico, per un momento di riflessione e confronto.
Trudie Styler, celebre regista inglese e compagna di Sting, con il quale risiede stabilmente a New York, ha trascorso due anni a Napoli con la convinzione che il futuro sia legato a questa affascinante città italiana, soprattutto al rione Sanità.
In questo tempo ha chiesto agli abitanti di aprire le porte delle loro case e delle loro vite per farla entrare. Con sua sorpresa, nessuno le ha chiuso la porta in faccia.
Attraverso le storie di persone come don Antonio Loffredo, Francesco Di Leva, Roberto Saviano e l’artista Jorit, il film attraversa dieci secoli di storia lontano da forzature e stereotipi. Ne esce un racconto emozionante della città partenopea che abbraccia l’arte, gli splendori del barocco, lo scintillio della luce che si riflette sul mare, e gli angoli di ombre che si allungano tra i vicoli del centro storico.