È stato presentato a Roma, presso la Camera dei deputati, il libro Ricette e Ricordi di Nonno – Uno Stile di Vita Mediterraneo, su iniziativa di Christian Di Sanzo, deputato del Partito Democratico eletto nel Nord e Centro America. Scritto da Frank Iovine e Ashley Carr e tradotto da Francesca Di Matteo, il volume è un viaggio nel tempo, dove i segreti per una vita lunga e felice non si trovano in laboratori moderni, ma nelle storie e nei piatti di un nonno straordinario, Angelo Iovine, immigrato da Napoli a New York nel 1921 a soli 16 anni.

Il libro non contiene fotografie dei piatti finiti né del loro impiattamento, ma offre una lista di ingredienti pensata per “educare” i lettori a ricreare le ricette del nonno Angelo attraverso l’olfatto e il gusto. “Ogni piatto racconta una storia di resilienza e amore per la natura e la comunità – sottolinea Di Matteo – e ribadisce l’importanza di vivere in armonia con se stessi e con gli altri, secondo il tradizionale stile di vita italiano, parte integrante della nostra dieta mediterranea, patrimonio dell’UNESCO dal 2010”.
Nonno Angelo è stato tra i quattro milioni di italiani che tra il 1880 e il 1915 scelsero di attraversare l’Oceano verso le Americhe per cercare una terra promessa. “Un dramma collettivo che colpiva anche chi restava. Il libro è la testimonianza del coraggio di tanti italiani che, in tempi in cui non si arrivava in aereo ma stipati in stive maleodoranti, decisero di lasciarsi tutto alle spalle per inseguire il sogno di un futuro migliore. Molti di loro erano analfabeti, ma con una grande voglia di lavorare”.
Gli italiani, arrivati in America, dovettero adattarsi alle materie prime disponibili sul posto, e questo ha portato alla creazione di piatti “ibridi” come chicken parmigiana e spaghetti with meatballs che, pur ispirati alla tradizione, non possono essere considerati autentici secondo i canoni italiani. “La cucina si trasforma e si adatta al paese di destinazione. La cena della domenica, ad esempio, è ormai una tradizione americana, mentre per noi italiani è il pranzo. Alcune abitudini alimentari sono diventati segni distintivi di come gli Stati Uniti percepiscono la cucina italiana. Lo conferma un servizio della rivista Vogue negli anni ’50, che insegnava agli americani come usare correttamente il cucchiaio per arrotolare gli spaghetti” ricorda Di Matteo.
Il libro vuole essere un ponte tra Italia e Stati Uniti, tra passato e presente, un modo per ricordare le origini della cucina italiana e trasmetterle alle nuove generazioni di immigrati italiani. “Rispetto all’inizio del Novecento, quando molti immigrati italiani erano operai in cerca di opportunità economiche, oggi il profilo degli immigrati è cambiato radicalmente”, ha ricordato Di Matteo. “Le nuove generazioni di italiani all’estero portano con sé competenze e professionalità che favoriscono la diffusione e la valorizzazione dell’autentico Made in Italy. I ristoratori italiani sono stati protagonisti della Summer Fancy Food, la più grande fiera del Nord America, promuovendo i valori della cucina italiana nel rispetto delle tradizioni, ma con un occhio rivolto all’innovazione. Questo successo rappresenta un passo importante nel percorso di riconoscimento della cucina italiana come patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO”.

Il cibo, insieme alla lingua, aiuta a mantenere consapevolezza delle proprie radici. “Se in passato si cercava di non parlare italiano per evitare discriminazioni, oggi gli italoamericani sentono il bisogno di recuperare la lingua che è parte integrante della loro identità e della loro eredità culturale. La lingua italiana è sempre più amata e studiata, non solo dagli italoamericani ma anche da americani che apprezzano la nostra cultura”.