“Per nove anni, fino alla sua morte, sono stato il fotografo ufficiale di Lennon e Yoko Ono”. A parlare è Bob Gruen, uno dei grandi fotografi del rock, arrivato a Taranto per presentare i sessanta scatti della mostra John Lennon: The New York Years in corso sino al 14 luglio al Museo archeologico MarTa per il festival Medimex.

Tutto iniziò nel 1965 al Newport Folk Festival, quando il fotografo, oggi 78enne, riuscì a fotografare Bob Dylan suonare con una chitarra elettrica, un momento controverso che segnò la transizione del folk al rock’n’roll. “Metà del pubblico fischiava mentre l’altra metà era entusiasta e io ero lì a fotografare”, ha detto Gruen. “Da quel momento sono stato testimone dell’avvento di una nuova generazione di musicisti come i Ramones, i New York Dolls e i Television, che negli anni Settanta stavano rivoluzionando il panorama musicale della città di New York”.
La svolta arriva nel 1971. John Lennon e Yoko Ono si trasferiscono da Londra a New York in un appartamento non lontano da quello in cui abitava il fotografo. Dopo avergli mostrato delle foto, l’ex Beatles lo invita a fare ulteriori scatti per un’intervista, e da quel momento Gruen diventa il loro fotografo personale. “John e Yoko incarnavano i valori fondamentali di pace e amore, centrali nella loro vita e nel loro messaggio, particolarmente rilevanti in tempi come i nostri. Le immagini che li ritraggono insieme in varie situazioni offrono non solo uno spaccato della loro vita quotidiana ma anche la loro visione del mondo” spiega Gruen. L’opposizione alla guerra del Vietnam e ai privilegi dell’establishment espressa da canzoni come Power to the People, Working Class Hero, e soprattutto Imagine fece finire Lennon sulla lista nera dell’FBI.
Al centro della mostra la foto più iconica, quella in cui Lennon indossa la maglietta “New York City”, con lo skyline sullo sfondo. Era il 1974, l’ex Beatle, all’età di quasi 34 anni, chiede a Gruen di scattargli delle foto per la copertina del suo quinto album da solista, Walls and Bridges.
“Eravamo sul tetto del suo attico a New York” racconta Gruen, “quando gli chiesi se avesse ancora la maglietta da cinque dollari che gli avevo regalato un anno prima. La indossò con le maniche tagliate per un look più deciso. Quella foto simboleggia il suo cambiamento e la sua evoluzione, non solo come ex membro dei Beatles ma soprattutto come persona. Scelse di vivere a New York perché la considerava il centro del mondo, paragonabile alla Roma di 2000 anni fa, e voleva catturare quell’energia e quell’arte per creare qualcosa di nuovo”.
Non passa giorno senza che Gruen incontri qualcuno per strada con una maglietta che mostra quella foto. John Lennon e New York, un binomio magico, e una lunga amicizia quella con Gruen finita bruscamente l’8 dicembre 1980 quando il musicista viene ucciso di fronte al suo appartamento. “Ricevetti la notizia più brutta della mia vita mentre sviluppavo foto di John scattate appena due giorni prima”, ha ricordato con emozione Gruen.

Oltre a Lennon, altri scatti celebri in mostra, tra cui una Tina Turner che danza sul palco alla fine di un concerto nel 1970. “Le ho scattato una delle migliori foto che abbia mai fatto”, ha sottolineato Gruen, “perché trasmette perfettamente la sua energia”. Era al corrente della violenza domestica perpetrata dal marito Ike? “Non ho conosciuto il lato terribile descritto da molti ma anche lui ha avuto problemi con la cocaina e non escludo che ci possa essere del vero in quello che la cantante ha denunciato”.
Gruen non si limitava a fare fotografie; viveva uno stile di vita rock ‘n’ roll, frequentando i musicisti nei backstage e nei loro studi, viaggiando con loro durante i tour e accompagnando tutto ciò con un abbondante consumo di alcol e droghe. Una foto su tutte racconta bene quel periodo: i Led Zeppelin con camicie sbottonate davanti al Boeing privato con il quale erano in tour negli Stati Uniti. “Un’immagine che rappresenta gli eccessi di quei tempi, anni in cui il rock ‘n’ roll era sinonimo di libertà sfrenata e trasgressione senza limiti. Oggi, con lucidità, mi chiedo fino a che punto tutto ciò potesse essere considerato normale”.
Il Medimex, il festival internazionale della musica in programma a Taranto sino al 23 giugno, ospiterà anche i concerti di The Smile, Pulp e The Jesus and Mary Chain.