Il 2024 è l’anno del tennis italiano, Jannik Sinner infatti vince gli Australian Open e si classifica secondo nel ranking mondiale. Ma il 2024 è anche l’anno del tennis nel cinema italiano apprezzato nel mondo. Se per Sinner il Challenger, serie di tornei internazionali di tennis di seconda categoria, è stato lo sfondo del suo primissimo exploit, per Luca Guadagnino il torneo diventa lo spunto per il suo ultimo film, appunto Challengers.
Dopo il romantico Chiamami col tuo nome e l’horror sentimentale Bones and all, Guadagnino torna a parlare di relazioni complicate fondendo dramma e sentimento, e sceglie il mondo competitivo del tennis per raccontare una storia di seduzione, ambizione, rivalità e successo. La trama ha molto di bassaniano, se consideriamo che tennis, amore, amicizia e gelosia furono gli ingredienti del Giardino dei Finzi-Contini, la cui prima edizione Einaudi nascondeva tra le pagine proprio una riproduzione di un campo da tennis firmata da Giorgio Morandi. “L’amore (così almeno se lo figura lei) è roba per gente decisa a sopraffarsi a vicenda, uno sport crudele, feroce, ben più crudele, e feroce più del tennis! Da praticarsi senza esclusione di colpi e senza mai
scomodare, per mitigarlo, bontà d’animo e onestà di propositi”, scriveva Giorgio Bassani nel 1962, senza immaginare che qualche anno più tardi Vittorio De Sica ne avrebbe tratto un film premio Oscar. Agli Americani il tennis raccontato attraverso la lente italiana piace, evidentemente, che sia quello della Ferrara dell’era fascista o dei moderni circuiti internazionali, e il triangolo sportivo-amoroso rimane il fattore vincente di una storia che combina attrazione e competizione sportiva.
Scritto da Justin Kuritzkes, che ha trasformato un pomeriggio a guardare la finale degli US Open 2018 tra Serena Williams e Naomi Osaka nella sceneggiatura di uno dei film più attesi dell’anno, Challengers vede nel ruolo della protagonista l’attrice, cantante e ballerina Zendaya, nota soprattutto per il suo ruolo nella serie tv Euphoria e che abbiamo ammirato anche nei tre capitoli della saga di Spider-Man diretti da Jon Watts e in Dune (2021) di Denis Villeneuve.
Ai giornalisti in conferenza stampa a Los Angeles, l’attrice ha raccontato del suo primo approccio con Guadagnino: “ci eravamo incontrati una volta a una cena, ed è stato così gentile e dolce con me. Mi ha aiutato a trovare opzioni vegetariane perché non parlavo italiano. Speravo di lavorare con lui in qualche modo, sono stata sua fan a lungo”, e di come abbia vissuto le riprese come una vera e propria sfida, nello spirito del film: “Non sapevo niente di tennis, tutto quello che sapevo erano Venus e Serena. Era una sfida terrificante da affrontare. Quando ho iniziato a colpire la palla, finiva sugli alberi”.
Ad aiutarla è stata la sua formazione da ballerina: “Guardando Luca, ho capito che il mio approccio doveva essere diverso. Penso che stesse iniziando a costruire le scene coreografandole, perché ogni inquadratura nelle sequenze di tennis era dotata di storyboard. Quindi ho detto: sono una ballerina, lascia che affronti questa cosa come una coreografia”.
Nel film Zendaya, la tennista diventata allenatrice Tashi Duncan, ha reso suo marito Art (Mike Feist, West Side Story) un campione di fama mondiale. Per risollevarlo dalla recente serie di sconfitte, Tashi lo iscrive al Challenger Tour, dove tra gli sfidanti c’è anche Patrick (Josh O’ Connor, il principe Carlo nelle stagioni 3 e 4 di The Crown), suo ex fidanzato un tempo migliore amico di Art.
Anche Feist ha sottolineato l’abilità coreografica del regista: “Abbiamo capito i ruoli che dovevamo interpretare l’uno per l’altro. Luca ci ha dato quel tipo di libertà nello spazio per giocare e fare delle scelte. È stato davvero eccezionale nel fornirci idee e indirizzarci nella posizione in cui dovevamo andare. Noi tre sapevamo istintivamente in quale direzione volevamo che andasse la storia”.
Le riprese del film sono state precedute da un training intenso di sei settimane che ha coinvolto i tre attori in una sorta di ritiro sportivo, come spiegato dallo stesso Guadagnino: “Abbiamo provato per molti, molti giorni. Eravamo in campo ogni giorno per qualche ora a guardare il punto e capire come quelle azioni sportive dovessero riflettere la dinamica tra i personaggi”. Un film, Challengers, che appunto esplora la complessità delle dinamiche di desiderio, controllo e auto-controllo, rispecchiate nella bellezza del gioco del tennis.