Laura Pausini ha portato sul palco del Madison Square Garden di New York, ultima tappa del tour negli Stati Uniti, la trasposizione scenica della sua vita. E lo ha ribadito in tutti i modi possibili: “Questo concerto è un viaggio di trent’anni di carriera. Voglio raccontarvi attraverso le mie canzoni chi sono veramente”.
Pausini sale sul palco con un completo nero composto da pantaloni e giacca, abbinato a un trench coat con paillettes, e apre lo spettacolo con El Primer Paso en la Luna (Il primo passo sulla Luna) , brano tratto dal suo album Anime Parallele, uscito nel 2023, a cinque anni dal precedente Fatti Sentire.
Un live sold out dove abbiamo sentito parlare e cantare in inglese, italiano, portoghese e per l’80 per cento delle tre ore di concerto in spagnolo. Pausini è la prima artista nata al di fuori dell’America Latina o della Spagna ad essere stata premiata come “Person of the Year” ai Latin Grammy.
“In questi 30 anni di carriera una delle cose di cui sono più orgogliosa è il fatto che ovunque vada nel mondo mi presentino come l’italiana più spagnola o più argentina o più messicana o qualsiasi altra cosa. Sono davvero fortunata a potermi definire così: sono l’italiana più latina del mondo ed è un orgoglio immenso”.
È il sentirsi parte di un movimento e di una storia che trasforma il rito individualista di una pop star in un evento collettivo. Che piaccia o no, nell’arena di New York Laura Pausini mette in scena tre atti ben studiati nei dettagli scenografici e narrativi che trasformano lo show in un’estensione dei suoi pensieri sulla vita.
Seduta al piano esegue un medley per ricordare i suoi momenti più intimi. Da Celeste dedicata alle donne che desiderano diventare madri a Il nostro amore quotidiano mentre sugli schermi si materializzano le immagini di quando ha chiesto a Paolo Carta di sposarla. Pausini, detto per inciso, canta senza sforzo alcuno sui registri alti caratteristici delle sue canzoni.
E poi ci sono i messaggi che ogni popstar non può esimersi dal mettere al centro del racconto: la donna vittima di violenza (Tutte le volte), il cambiamento climatico (Sorella Terra), la pace nel mondo (Il Mondo che vorrei), e il rispetto delle diversità (Simili).
Le altre canzoni in scaletta tra hit sempreverdi del repertorio, Strani amori, La solitudine, Non è detto, Lato destro del cuore, Non ho mai smesso e In assenza di te, e nuovi brani, Zero e Un Buon inizio, offrono al pubblico una diversa metafora dell’amore, dove ognuno dei presenti si sentirà coinvolto trovando riflessi della propria vita.
Il timore di assistere a qualcosa di già visto è sempre dietro l’angolo, non fosse che questo tour sembra dirci qualcosa in più. A quasi 50 anni, Laura Pausini è una donna che si è guadagnata tutto il diritto di sentirsi in pace con se stessa, con la sua musica e con i suoi fan. Libera di presentarsi al pubblico con la sua personale visione dell’amore in tutte le sue sfumature, quelle che mettono in luce le nostre contraddizioni e quelle del mondo.