Capolavori dell’arte giapponese, tanti che bisognerebbe passare ore ad ammirarli attentamente tutti. 118 per la precisione, anche se vengono ricordati con un numero diverso: 100 vedute di luoghi celebri di Edo dell’artista Utagawa Hiroshige in mostra al Brooklyn Museum, per la prima volta da 24 anni, dal 5 aprile al 4 agosto. Conservati in perfette condizioni, proprio perché vengono esposti raramente, ci spiega la curatrice Joan Cummins, i disegni stampati furono pubblicati fra il 1856-58 e raccontano l’antica città di Edo, vecchio nome di Tokyo, tranquilla, bucolica, immersa in una natura benevola. Si fa fatica a immaginare che quelle case leggere di legno, quei ponticelli aerei, cederanno il passo alle costruzioni di cemento, il traffico e le macchine della moderna capitale.

Hiroshige era un celebre paesaggista, rappresentante, insieme a Hokusai, dell’arte dell’ukiyo-e, delle immagini del mondo fluttuante, un tipo di stampa giapponese realizzata con blocchi di legno. Aveva già pubblicato con successo le Cinquanta stazioni di posta del Tōkaidō 1832-3, le Sessanta stazioni del Kiso Kaidō, e i Paesaggi celebri delle sessanta province del Giappone quando, dopo il terribile terremoto che nel 1855 devasta Edo (il Grande Terremoto di Ansei), l’editore Sakanaya Eikichi gli chiede di realizzare una serie di stampe dedicate alla città. Hiroshige, che già aveva disegnato la sua città natale in Vedute della capitale orientale nel 1831, decide di eseguirle per la prima volta in formato verticale, anziché, come da tradizione ukiyo-e, in orizzontale. Il nuovo formato gli permette inquadrature diverse, originali, anche dall’alto, dal volo audace di un’aquila o dalla prospettiva di un fenicottero. L’artista rappresenta la città nelle quattro stagioni: quarantadue vedute per la primavera, trenta per l’estate, ventisei per l’autunno e venti per l’inverno. Tra i luoghi celebri manca il castello dello shōgun (il palazzo imperiale) che per legge non si poteva disegnare e che si vede solo a volte in lontananza. Abbondano le colazioni sotto i ciliegi in fiore, le piogge estive, gli alberi spogli autunnali, le nevi invernali. Hiroshige morirà di colera subito dopo nel 1858, ma la sua opera conoscerà un successo internazionale. Grandi maestri come Manet, Monet, Degas, Toulouse Lautrec, Gauguin, Van Gogh collezioneranno le sue stampe e ne trarranno ispirazione. Van Gogh replicherà a suo modo, per esempio, la “Pioggia improvvisa sul grande ponte di Atake”.

Per questo allestimento il Brooklyn Museum non si è limitato a esporre le stampe di Hiroshige e oggetti giapponesi dell’epoca, ma ha interpellato l’artista contemporaneo Takashi Murakami, noto per le sue opere pop, i mostri paurosi e buffi ispirati ai fumetti giapponesi, per creare una relazione diretta con il tempo presente. La curatrice pensava di ricevere in prestito qualche opera già pronta, l’artista invece, entusiasta all’idea di accostarsi ad un maestro dell’arte giapponese come Hiroshige, ha ricreato, con il suo tocco pop, tutte e 100 le vedute, aumentandone persino il numero: 121, anziché 118, perché ha aggiunto le copie da Van Gogh da Hiroshige. “Le ha rifatte in formati diversi, anche grandi una parete, e con tecniche diverse, si possono intravedere le pennellate in alcuni di essi – ci spiega la curatrice Cummins – Hiroshige usava la stampa su blocchetti di legno e invece Murakami stampa su seta. È un processo simile, perché aggiungi un colore alla volta e devi fare numerosi passaggi ed è quindi molto lungo, ma lui è riuscito a completare il lavoro in due mesi grazie ai suoi molti assistenti. Questi nuovi lavori sono in prestito per la mostra, ma è possibile che il Brooklyn Museum ne acquisti qualcuno.”