Di recente nominato alla testa del Ballet de l’Opéra de Lyon, Cédric Andrieux vi porta (16-21 aprile) il cammeo Cunningham Forever. Andrieux militò brillantemente e per quasi dieci anni nelle file della Merce Cunningham Dance Company quando il coreografo (Centralia, Washington 1919-New York, 2009) era ancora vivo. La compagnia francese, di cui ora è il direttore, con il suo bagaglio di 117 pezzi, e tra questi molti ‘American events’, rende così omaggio al geniale artista americano che dalla seconda metà del secolo scorso, in compagnia dell’inseparabile compositore John Cage, ha rivoluzionato il modo di essere e di pensare la coreografia, sguinzagliando i suoi danzatori in uno spazio senza più prospettiva centrale, inventando Happening e Events, dividendo la danza (diceva “da vedere con le orecchie”) dalla musica (da “ascoltare con gli occhi”), affidandosi sin dall’inizio della sua lunga carriera alla tecnologia.

Nel quindicesimo anniversario della sua scomparsa, tra l’altro avvenuta un mese dopo quella di Pina Bausch, la regina del Tanztheater, l’angelico Merce è stato e sarà ricordato a New York e negli States. Si rincorrono incontri e filmati rari, alcuni già proposti nello spazio al Mikhail Baryshnikov Arts Center dallo stesso divo, tra l’atro in scena con il coreografo in Occasion Piece (1999) al Lincoln Center (New York State Theatre) , una celebrazione degli ottant’anni del maestro e il movimento di entrambi a zig zag tra il décor di Jasper Jones per Walkaround Time (1968), ripreso dal Grande vetro di Marcel Duchamp.
Il Lightbox Film Center dell’Università delle Arti, in collaborazione con il Dipartimento di Danza, ospiterà il 27 marzo una proiezione di August Pace: 1989-2019 di Daniel Madoff (ex-danzatore della MCDC dal 2007 al 2011), seguita da una conversazione con i registi. Il programma include anche la proiezione di Beach Birds for Camera di Eliott Caplan del 1992. L’evento sarà ripetuto il 18 aprile all’ University della North Carolina di Wilmington. Inoltre l’8 aprile, saranno mostrati alla New York Public Library for the Performing Arts, Dorothy and Lewis B. Cullman Center, Bruno Walter Auditorium gli unici events site-specific realizzati dal coreografo al Dia Beacon Art Museum tra il 2008 e il 2009, cioè poco prima di morire. Pare che Cunningham li avesse organizzati in più fasi e dopo attente visite in loco, tenendo conto della specificità delle opere d’arte esposte nel Museo, della luce, dello spazio e scegliendo per ogni “incontro” una musica ad hoc e dal vivo.
Più di così forse, a New York, non si potrebbe fare (la compagnia di Cunningham si dissolse nel 2011 per decisione del suo fondatore, permangono il suo Trust e una schiera di didatti assegnati all’insegnamento della sua tecnica), a meno che il Ballet de l’Opéra de Lyon non porti anche negli States il suo Cunningham Forever.

Lo spettacolo, composto da Biped e Beach Birds, sarà in tour a Lodz in Polonia (26 e 27 aprile), Ludwigshafen in Germania (8e 9 maggio) e al Ravenna Festival, al Teatro Alighieri (7 giugno). La città romagnola è meta di molto turismo anche americano. L’edizione 2024 del festival vede tornare molti artisti noti, come Riccardo Muti – aprirà la rassegna sul podio dei Wiener Philarmoniker – come Philip Glass e il regista Godfrey Reggio, autori della Trilogia Qatsi, una maestosa denuncia musical-visiva (1982-1988-2002) sui disastri compiuti dall’uomo sulla Terra, espressa nella lingua degli indigeni amerindi Hopi.
Quanto al cammeo di Cunningham, nessuna creazione del coreografo americano ebbe più fortuna in Italia di Biped già negli anni successivi al debutto del 23 aprile 1999 alla Zellerbach Hall dell’Università della California di Berkeley. Quattordici danzatori in preziosi costumi scintillanti, in tessuto metallico (di Suzanne Gallo) riflettono la luce ideata da Aaron Coppo e danzano con talune sagome virtuali fasciate nei tre colori. Per una volta anche la musica affidata all’Ensemble del compositore inglese Gavin Bryars e dal vivo (anche a Ravenna) contribuì all’effetto avvolgente e ipnotico dell’insieme, dissipando tutti i timori legati alla musica di Cage, bruitistica, elettronica. Biped è imbattuto e forse imbattibile esempio di uso della tecnologia motion capture, non fine a se stesso, ma al servizio della naturale genialità compositiva del suo autore.

Beach Birds (debutto a Zurigo, nel 1991) con una partitura quasi elegiaca di Cage (Four 3) presenta undici e mobilissimi “uccelli da spiaggia”, parte dei cosiddetti “studi di natura” cui Merce, amante degli animali che disegnava nel tempo libero, diede corpo soprattutto dall’inizio degli anni ’90. In ventotto minuti, ci si nutre anche solo nell’osservare la raffinatezza di corpi in calzamaglia bianca e guanti neri. I costumi ideati da Marsha Skinner, pittrice e light – designer si stagliano contro fondali che sembrano suggerire il trascolorare della luce dall’alba al tramonto, mentre la danza si basa su di un fraseggio fisico individuale. “I ballerini non devono stare esattamente insieme; possono danzare come uno stormo di uccelli, quando all’improvviso prendono il volo”, diceva Merce. I piccoli fremiti di questi volatili ci potranno far pensare al Lago dei cigni, ma nel mondo fantastico di un homo sapiens , il “bipede” che sa giocare, come in Biped, col suo passato, con il futuro e forse con le sue illusioni.