I tesori antichi nella culla del contemporaneo. Nel cuore di Manhattan, tra vertiginosi grattacieli che sospingono in alto spiriti e ambizioni, è ormai tutto pronto per la settimana d’aste dedicata agli Old Master. Nelle sale di Christie’s e Sotheby’s sono arrivati i dipinti e le sculture che compongono i rispettivi cataloghi, allestiti a favore dei collezionisti arrivati nella Grande Mela per uno degli appuntamenti imprescindibili per gli amanti dell’arte antica. D’altronde, al fascino inossidabile delle loro qualità artistiche, si affianca la rarità sul mercato. L’offerta è inevitabilmente limitata, impossibilitata ad aggiornarsi, e dunque destinata ad esaurirsi a meno che il mercato secondario non giovi di qualche importante lascito o dismissione. Quando questo accade, il risultato è assicurato: grande vendita per il mandatario, ottimo investimento per chi acquista.

Per questo gli incanti Old Master non smettono di esercitare un magnetismo irresistibile per i buyer. A partire da quelli che Sotheby’s porta in scena nella sua “Masters Week”, in programma sino al 3 febbraio. Undici aste in nove giornate in cui la maison affianca alle vendite consolidate come “Master Paintings & Sculpture Part I” (1 febbraio) formule di recente ideazione come “The One” (2 febbraio), che mette insieme oggetti (anche non strettamente artistici) dall’importante valore storico e simbolico.
Il top lot, per intenderci, è un set di 6 sneakers indossate da Michael Jordan nelle finali (vinte) dei campionati NBA del 1991, 1992, 1993, 1996, 1997, 1998. La stima? 7-10 milioni di dollari. Subito dopo troviamo invece un vaso in oro, smalto e pietra dura realizzato da Jean-Valentin Morel, a Parigi, nel 1855 (stimato 1,8-2,5 milioni di dollari) e una grande figura in bronzo dorato del Buddha Shakyamuni, Tibet, XIV secolo da 1,8-2,5 milioni.
Un’offerta eterogenea, insomma. Più classica la proposta che segna l’altro grande appuntamento, “Master Paintings & Sculpture Part I”. A spiccare sono in particolare i pittori spagnoli, tra cui uno dei primi dipinti di El Greco, recentemente scoperto (Martyrdom of Saint Lawrence, stima 400-600 mila dollari); la lussureggiante natura morta di Luis Meléndez (Still Life of Artichokes and Tomatoes in a Landscape, stima 2-3 milioni di dollari); e le opere di Jusepe de Ribera detto lo Spagnoletto (Saint James the Greater, stima 200-300 mila euro) e Bartolomé Esteban Murillo (Holy Family with a Young Saint John the Baptist, stima 400-600 mila euro).

Preziosa le selezione di dipinti italiani su fondo oro di artisti come Nardo di Cione e Lo Scheggia, in asta rispettivamente con Madonna Annunciate; Archangel Gabriel (stima 600-800 mila dollari) e Triumph of Lucius Aemilius Paullus after the Battle of Pydna (stima 1-1,5 milioni di dollari). Spicca poi The Western Wall di Gustav Bauernfeind (stima 2-3 milioni di dollari), appena di ritorno sul mercato; così come i due autoritratti riscoperti di Peter Paul Rubens (stima 3-5 milioni di dollari) e Anthony van Dyck (stima 2-3 milioni di dollari), che mettono in dialogo diretto questi due titani dell’arte barocca.
Da segnalare infine il gruppo di cinque opere d’area britannica e italiana che il Metropolitan Museum of Art ha deciso di vendere per finanziare nuove acquisizioni. Tra questi spicca Portrait of Nancy (née Parsons) Horton di Sir Joshua Reynolds (stima 600-800 mila euro). Un artista che forse ricorderete per il Ritratto di Omai (1776), opera che la National Gallery di Londra acquistò per 50 milioni di sterline (61,9 milioni di dollari) nel 2023. Arrivare a tanto pare difficile, ma di certo se c’è un momento buono per provare a vendere un’opera di Reynolds, questo è quello giusto.
Otto, invece, gli appuntamenti che Christie’s ha accorpato dal 30 gennaio all’1 febbraio sotto il cappello della “Classic Week”. Tra le vendite più rilevanti quella dedicata alla The Quentin Collection (30 gennaio). 15 lotti che insieme formano una collezione preziosissima, tra le più importanti di sempre dedicate alla scultura rinascimentale e barocca. A guidarla un bronzo del Giambologna, Marte, fuso da un assistente dell’artista mentre il maestro lo guidava (stima 7-10 milioni di dollari). E poi Venere che nasconde un cuore a Cupido di Carlo di Cesare del Palagio (stima 1-2 milioni di dollari), Marte e Vulcano di Giovanni Bandini (stima 1-1,5 milioni di dollari) ed Ercole di William van Tetrode (stima 400-800 mila dollari). Il nucleo così composto è già stato visto insieme in mostra, nel 2004, alla Frick Collection di New York. Ora è destinato ad essere disperso.

L’asta di punta della Classic Week non può essere che quella di “Old Master” (31 gennaio), che raccoglie dipinti di qualità assoluta. Da uno Studio della testa di anziana, precedentemente identificata come la madre dell’artista, di Peter Paul Rubens (stima 400-600 mila dollari) al Ritratto di un donatore inginocchiato di Vittore Carpaccio (stima 300-500 mila dollari). Così come la coppia di paesaggi urbani veneziani di Michele Marieschi: Il cortile dello scalpellino sul Canal Grande e una Veduta del Palazzo Ducale (stima 2-3 milioni di dollari). D’epoca rinascimentale Sant’Antonio Abate del Beato Angelico (stima 1-1.5 milioni di dollari); un fronte di cassone dipinto di Lo Scheggia raffigurante la Storia di Coriolano (stima 1,2-1,8 milioni di dollari); una serie di quattro rare opere su lino della Passione di Cristo di Niccolò di Pietro Gerini (stima 1,2-1,8 milioni di dollari). Che la luce degli Old Masters brilli sopra il cielo di New York.