La famiglia dello scomparso Sean Griffin, e l’artista Robin Ronn hanno citato in giudizio Macy’s e il brand di moda Guess per una collezione di magliette – realizzata da quest’ultima – con i disegni delle loro opere, vendute nel department store di New York .
La denuncia per violazione del copyright e di appropriazione indebita è stata presentata presso la Corte distrettuale degli Stati Uniti a Los Angeles – sede del marchio Guess – da Patrick Griffin, fratello dell’artista di Houston Sean, noto come Nekst, e del danese Robin Ronn, meglio conosciuto come Bates.
A giudizio i tag degli artisti riprodotti da Guess, considerati opere d’arte che riflettono, tra le altre cose, le firme e i nomi, “biglietti da visita veri e propri e segno di identificazione sia delle opere d’arte che degli stessi pittori. Nekst, in particolare, è universalmente riconosciuto come un pioniere della street art; e qualsiasi fan riconoscerebbe immediatamente il suo tag. Bates non è da meno”. Secondo l’avvocato Jeff Gluck, che rappresenta i due artisti, le creazioni sono state utilizzate su magliette vendute l’anno scorso da Macy’s senza il loro consenso, dunque.
“Sembrano non capire o riconoscere quanto fosse importante Nekst – scomparso nel 2012 – come artista di graffiti. È uno dei più celebri e amati di tutti i tempi, con un’eredità estremamente importante e non avrebbe mai accettato di fare qualcosa di simile nella sua vita” – ha detto Gluck. – “Vedere il suo nome e la sua firma sparsi su prodotti per il mercato di massa è orribile per la sua famiglia, tanto da costringerla ad avviare il contenzioso”.
Bates, invece, già in giovane età diventò uno degli artisti più prolifici all’interno della nascente scena hip-hop di Copenaghen della metà degli anni ’80. È stato invitato a dipingere in più di 30 paesi. Nel 2018i suoi lavori sono stati esposti alla mostra d’arte “California Dreaming” presso la Buckshot Gallery di Los Angeles.
La citazione arriva un anno dopo la causa intentata da Banksy, il famoso street artist britannico di cui non si conosce la vera identità, nei confronti di Guess per la stessa ragione, appropriazione indebita delle sue opere utilizzate per una collezione esposta nelle vetrine del negozio di Regent Street a Londra. Tramite i social media, Banksy esortò le persone ad entrare nella boutique e rubare gli articoli, come rappresaglia per il presunto furto da parte di Guess.