L’ospite più atteso della giornata a Lucca Comics & Games è stato Il “Maestro” del fumetto Frank Miller, già premiato con il riconoscimento Yellow Kid come artista del 2023, che si è raccontato sul palco del Teatro del Giglio all’illustratore lucchese Simone Bianchi, che lo ha intervistato.
Un incontro che ripercorre i 25 anni dalla pubblicazione di 300, il graphic novel sull’eroica e sfortunata resistenza dei greci e in particolare degli spartani alle Termopoli, da cui poi è stato tratto anche un film.
“La mia ispirazione è arrivata quando nel 1964, andando a vedere il film 300 Spartans con mio padre e mio fratello, ho per la prima volta assistito alla morte degli eroi; questo ha cambiato il mio modo di vedere e raccontare le storie, è stata una rivelazione. Ho capito che un eroe non è un giocatore di football, che punta solo a vincere, un eroe è qualcuno che cerca di fare la cosa giusta a ogni costo”.
Parlando poi del processo creativo e della realizzazione di questo storico fumetto il vignettista spiega: “Innanzitutto ho dovuto decidere come presentarlo. È una storia di tre giorni, ma quello che succede prima e dopo è il vero racconto. Avevo 300 eroi da disegnare: il protagonista non era un io ma un noi, era uno sciame di api piuttosto che un eroe solitario”.
300 è stato uno dei primi fumetti a usare un formato orizzontale, inusuale anche per gli Stati Uniti. “La battaglia era fra due armate sulla terraferma che si correvano incontro, non potevo restringerle in una dimensione verticale, per mostrare come si muovevano avevo bisogno di spazi grandi. L’ho ideata fin dal principio in questo modo”.
A proposito di Sin City, un graphic novel in cui Miller evolve il proprio stile, grazie anche alle influenze europee e sudamericane, da Breccia a Pratt, confida:
“Posso dire che per la mia carriera ha avuto un grande peso l’apertura del Forbidden Planet, che ancora adesso esiste sulla Madison Avenue a New York. In quel negozio ho scoperto i fumettisti che mi hanno influenzato, soprattutto i lavori eseguiti da Munoz che mi catturarono”.
Quando Bianchi chiede all’artista cosa per lui rappresenti l’intelligenza artificiale, la risposta categorica non si fa attendere: “Non dico che non possa essere utile ma non può sostituirci, penso a noi umani a tutte le nostre piccole imperfezioni, non posso considerare l’idea che potrebbe rimpiazzare persone come me”.
Nella parte conclusiva dell’incontro Miller affronta anche le differenze fra stampa e digitale. “Credo che la differenza fra i fumetti, la stampa e gli altri media, vada celebrata. Credo che il successo di cinema e tv abbia permesso alla stampa di ottenere maggiore onestà. Ogni media deve usare i propri mezzi, ma chi scrive o disegna fumetti non dovrebbe sentirsi inferiore. Io non mi ci sono mai sentito. Anzi penso a quanto sia bello stare sul divano, rannicchiati con un volume di carta fra le mani, sfogliarlo, annusarlo. Penso anche alle fiere di un tempo che si tenevano in Europa e negli Stati Uniti, più intime e concentrate sull’artigianato; adesso sono un circo anche se entrambe hanno i loro valori”.
Frank Miller è considerato uno dei fumettisti americani più importanti e influenti dell’epoca contemporanea, dotato di uno stile afferente a quello dei film noir; fra le sue opere più importanti oltre alle già citate 300 e Sin City ci sono Batman, il ritorno del Cavaliere oscuro, Elektra: Assassin Devil e Amore e Guerra.