È stata regina delle rom-com orchestrate da Nora Ephron (Sleepless in Seattle- Insonnia d’amore, You’ve Got Mail- C’è posta per te, accanto a Tom Hanks, ma non si può scordare Harry ti presento Sally, che Ephron scrisse e fu diretto da Rob Reiner ).
Ora Meg Ryan – che da sette anni non compariva sul grande schermo – torna con un film che è anche la sua seconda prova registica. What Happens Later, “Cosa succede dopo”, è una rivisitazione che la star sessantunenne dedica proprio alla commedia romantica, ampliandone i margini, analizzando la vita fra i rimpianti e l’età che passa, perché non è proprio detto che sia indispensabile credere al mito di base della favola rosa, “e vissero tutti felici e contenti”.
Accanto a lei in questo film che Ryan ha anche scritto c’è David Duchovny, ora 63 anni, già star di X-Files (era l’agente Fox Mulder) e di Californication (era lo scrittore Hank Moody).
Meg Ryan negli ultimi anni è stata citata sui social – con frecciate velenose – per le presunte operazioni estetiche che le avrebbero modificato il viso. Come ogni star donna, in particolare se eroina romantica, è sotto scrutinio continuo: la vita i compagni la carriera i presunti crolli.
Intervistata dal New York Times ribatte “Mi ci è volute tutto questo tempo per avere qualcosa da dire. Il mio interesse in questo film non è la percezione che Hollywood ha di me. Non mi interessa cercare di controllarla – e non credo di potere”.
Il film invece cerca risposte a domande dolorose: “Pensi ancora a quella persona – cosa succederebbe se lo vedessi o la vedessi ora, dopo tutto questo tempo? Cosa ci diremmo? Perdoneremmo?”
Bill e Willa si sono separati a vent’anni e si re-incontrano in un aeroporto regionale a cinquant’anni. I voli sono cancellati per neve, seguono dialoghi. Non c’è nessun altro nel film tranne la voce disincarnata degli altoparlanti che scandisce il tempo. Ci sono invece storie personali, e il tempo passato. Tocchi, ha detto Duchovny in una intervista telefonica, che danno una sorta di realismo magico alla pellicola.
Il film è stato girato di notte, in un aeroporto dismesso o al Crystal Bridges Museum of American Art di Bentonville, in Arkansas. “Anche se era orribile lavorare di notte dal punto di vista fisico” dice Duchovny, “si creava un’atmosfera speciale ottima per la creatività. La vita reale impallidiva”.
Il progetto è tratto da una commedia di Steven Dietz, Shooting Star. Ryan ha cominciato a pensarci durante la pandemia: “volevo mettere due persone sotto il microscopio”.
Il film è dedicato proprio a Nora Ephron, che è morta nel 2012 e a cui Ryan rende omaggio anche nella scrittura. La sceneggiatura è stata completata dopo la fine della sua lunga relazione con il rocker John Mellencamp, nel 2019. “Alcune persona a volte ritornano” dice. “Alla mia età, guardando indietro alle cose… Queste storie romantiche in genere guardano al futuro felice. Ma qui ci sono questioni completamente diverse”. Ed è proprio l’eroina romantica per eccellenza coi suoi occhioni da cerbiatto a porle, a iniettare rimpianti e tristezza nella favola rosa. “A modo mio, credo di aver fatto a badass little movie, un filmetto tosto e coraggioso”.