Si è svolta a Palazzo Strozzi la conferenza stampa di presentazione della mostra Yan Pei-Ming – Pittore di Storie. Oltre 30 opere di indicibile potenza espressiva che dal 7 luglio fino al 3 settembre 2023 aprono la porta a uno dei più significativi pittori del nostro tempo. La città di Firenze si riconferma crocevia di cultura a livello internazionale e da sempre città contemporanea.
“La pittura è viva. Non è una carezza consolatoria e può fuoriuscire anche con violenza. Come in questa mostra, che ci parla di pittura di Storia, ma anche di storie personali della vita dell’Artista, nelle quali ognuno di noi può immergersi” ha esordito Arturo Galansino, storico e critico d’arte, da diversi anni Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi. La Fondazione è l’organizzatrice di questa esposizione, che davvero toglie il fiato. La più grande mai dedicata in Italia all’artista franco-cinese e che fa parte del progetto Palazzo Strozzi Future Art sviluppato con la Fondazione Hillary Merkus Recordati. Numerosi i sostenitori, il principale la Cassa di Risparmio di Firenze.

Yan Pei-Ming è stato l’ospite illustre dell’opening per i giornalisti cui hanno partecipato anche il Presidente della Fondazione Palazzo Strozzi Giuseppe Morbidelli; l’imprenditore e filantropo Andy Bianchedi, figlio di Hillary Merkus Recordati e membro C.d.a. Palazzo Strozzi; il presidente Cassa di Risparmio di Firenze Luigi Salvatori; l’assessore al Patrimonio della Città Maria Federica Giuliani; Aldo Cursano della Camera di Commercio di Firenze; Eugenio Giani, dal 2020 presidente della Regione Toscana.
Si è parlato del combinato virtuoso fra l’Impero cinese e la cultura di cui Yan Pei-Ming si è nutrito successivamente; dell’attenzione che Palazzo Strozzi dedica da quasi venti anni all’Arte contemporanea, con risultati culturali unici, possibili grazie soprattutto ad una componente privata decisiva ai fini delle programmazioni in cartellone. Queste ultime rappresentano – è stato sottolineato – un volano economico di assoluto rilievo per la comunità cittadina e non solo una originale finestra sul mondo della contemporaneità. La Fondazione opera infatti attraverso i soci pubblici, ma attorno ad essi una realtà privata consistente – elemento ispiratore per altri – finanzia più o meno continuativamente iniziative dallo stile raffinato e di servizio collettivo. Yan Pei- Ming ha preso la parola in francese alla fine dei ringraziamenti di rito, aiutato da una traduttrice.
“Ho visto Firenze per la prima volta circa quarant’anni fa. Ero studente all’Accademia di Belle Arti. Mi trovavo in campeggio, sulle colline di questa città. La mia prima visita fu agli Uffizi ed allora non c’erano tanti turisti” ha ricordato.
“Firenze è una delle città più potenti al mondo dal punto di vista culturale. Gli artisti di ogni epoca, dai Medici ad oggi, sono venuti a Firenze” – ha proseguito con tono calmo e accenti tenui, forse un lascito del tempio buddista desacralizzato dove è cresciuto. Yan Pei-Ming ha definito Palazzo Strozzi un luogo “straordinario, potente, fondamentale. Tutti gli artisti viventi vorrebbero esporre qui, ma non è possibile. Occorre fare una scelta e ringrazio chi mi ha scelto”.

D’ora in avanti, Yan Pei-Ming farà per sempre parte delle Gallerie degli Uffizi (vale a dire della collezione d’autoritratti d’artista più vasta e antica al mondo): ha infatti donato un suo autoritratto in bianco e nero. Un ritratto frontale, perché, spiega, “ho scelto di guardare il mondo”.
Memoria e presente si intrecciano in questo artista molto legato all’Italia, nato nel 1960 a Shanghai in una famiglia operaia e cresciuto durante la Rivoluzione culturale (1966-1976). È noto per i suoi dipinti ad olio monumentali, monocromatici e dallo stile audace, che catturano potenti emozioni. Dolore e Morte fra tutte. Nel 1980, a soli venti anni, Yan si trasferisce in Francia – dove tuttora abita, lavorando principalmente nel suo studio in un ex fabbrica di Ivry-sur-Seine e vivendo tra Digione, Parigi e Shanghai – per studiare all’École des Beaux-Arts di Digione. Frequenta in seguito l’Institut des hautes ètudes en Arts plastiques a Parigi. Vince un concorso per entrare all’Accademia di Francia a Villa Medici a Roma, dove è borsista nell’anno 1993-1994. Le sue pennellate ampie, intense e gestuali, e l’uso sapiente del potere espressivo del colore, invitano gli spettatori a esplorare la profondità delle emozioni umane e a confrontarsi con le sfide del mondo moderno.
Ritrae sia figure umane – autoritratti, ritratti di celebrità, leader politici e personaggi storici – che figure animali o scene di guerra e disastri umanitari. Guardando i suoi dipinti, si percepisce palpabile una tensione tra realismo e astrazione, con un senso di profondità e movimento che ipnotizzano. Altamente quotate nel panorama dell’arte contemporanea, le opere di Yan Pei-Ming sono in importanti collezioni d’arte e nei musei di tutto il mondo dal Musée du Louvre a Parigi, alla National Gallery di Pechino o il Museum of Contemporary Art di Tokyo.

Torniamo alle parole di Yan Pei-Ming: “Presumo di essere un artista cinese ed europeo, ma sono prima di tutto un artista. Questa mostra è di pittura. Voglio rilanciarne l’aspetto profondamente emotivo, perché è importante per l’umanità. Sono davvero felice di poter condividere i miei sentimenti con voi. Anche il senso di tragedia che attraversa il nostro tempo.”.
Ha risposto volentieri alle tante curiosità dei giornalisti. A chi ha chiesto, ad esempio, perché utilizzi tra le sue monocromie soprattutto i neri, i bianchi ed i grigi : “Come in un film. Tutto semplice ed efficace. Luci ed ombre parlano: non c’è bisogno di aggiungere il colore”.
A chi invece ha domandato spiegazioni sull’uso di formati così grandi, è riuscito a mostrare di sé anche un lato ironico: “La scala gioca un ruolo importante: lo spettatore puo’ entrare nel quadro realizzato in un formato gigantesco. Ne deriva una capacità di visione amplificata. E anche perché è il mio studio ad essere grande: fosse stato piccolo, non avrei potuto ”.
Alle nostre domande su New York come culla dell’arte contemporanea ha risposto: “Sono stato a New York almeno una decina di volte. In epoca di globalizzazione, tutti influenzano tutto e tutti. E’ inevitabile. Con i social media, possiamo avere una grande quantità di informazioni. L’arte pero’ va vista dal vivo: ai social network manca la fisicità. La libertà? Siamo così liberi, che l’unica cosa per cui siamo legati è il passato”.
E’ indubbiamente un’esperienza visiva intensa e coinvolgente visitare Yan Pei-Ming – Pittore di Storie, ed esplorare le tante riflessioni dell’artista su temi universali, storia, politica e condizione umana. “Credere che la pittura renda eterni mi dà la forza di continuare a dipingere: la pittura è eterna e la vita temporanea”.
Se potete, non perdete questa mostra.