36 opere di Giuseppe Penone, artista appartenente al filone contemporaneo dell’Arte Povera, sono riunite sotto il titolo “Gesti Universali, dialogo tra Arte e Natura” in una ricca esposizione a Villa Borghese. L’importante rassegna – tour si snoda negli storici Saloni di Mariano Rossi, la Sala di Apollo e Dafne, la Sala degli Imperatori e quella di Enea e Anchise, sino ai Giardini dell’Uccelleria e al Giardino della Meridiana.
La mostra, aperta sino al 9 luglio, racconta un insolito ed interessante itinerario tra Natura e Arte, tema affrontato da sempre da Penone (Garassio – Cuneo, classe 1947) nell’ambito di una intensa ricerca che si esprime attraverso la progettazione e realizzazione di articolate ed imponenti istallazioni, inserite in spazi classici antichi.
Il suggestivo percorso espositivo si sofferma -opera dopo opera- in riflessioni dell’artista sul Tempo della Storia. L’arte di Penone si distanzia volutamente da confronti di concetto formale e/o simbolico con l’imponenza delle storiche sale espositive di Villa Borghese formulando un suo personale pensiero, intento all’approdo di un “completamento” di elementi. Il contemporaneo di Penone con le sue sculture-istallazioni (ricche di piani vegetali dettati da fogliame, innesti organici ed inserzioni di elementi fatti di pelli di cuoio, di legno) crea continui collegamenti fra i due universi: il classico con il contemporaneo.

Negli spazi esterni della Villa Borghese dalle scenografiche e lussureggianti aree verdi, il percorso continua con la presenza di ulteriori opere dell’artista, sculture realizzate con un insieme di metalli e bronzo, e rette da strutture portanti che volutamente “appoggiano” su una quarantina di vasi con rigogliosi cespugli e piante.
Questa mostra, racconta Penone – “è un dialogo tra oggetti che esprimono dei pensieri di epoche diverse ma che hanno come filo conduttore comune il rapporto tra l’uomo e la materia che lo circonda. Solo attraverso una riflessione con i materiali e con lo spirito che sviluppano quelle forme d’arte si può creare un dialogo che non è un confronto ma un tentativo di porre l’attenzione su dei valori che possiamo ritenere condivisi”.
Le opere di Penone, artista e scultore concettuale, rivelano continuamente i processi di trasformazione degli elementi vegetali. Esempi come “Soffio di Foglie”, “Respirare l’ombra” “Sguardo vegetale” e molte altre, si inseriscono delicatamente nei sontuosi interni di Villa Borghese, come presenze autonome e originali affiancandosi “timidamente” ai capolavori della Collezione del Museo.

E’ il caso della Sala Rossi -imponente per dimensione e monumentalità – dominata dalla volta dipinta da Mariano Rossi (1731 – 1807) voluta dal Principe Marcantonio Borghese IV, erede del Cardinale. Il lavoro di Penone, nella Sala che ospita una delle più celebri opere realizzate dal Bernini l’Apollo e Dafne, si collega a quello dell’artista barocco che narra la trasformazione di Dafne in albero scolpendola nel marmo. La ricca concatenazione degli elementi Uomo-Natura, da sempre al centro della ricerca dell’artista concettuale, è a volte vicina alla lezione del Bernini.
Esponente dell’Arte Povera assieme a Michelangelo Pistoletto e Giovanni Anselmo sin dal 1967, Giuseppe Penone è particolarmente legato al tema dell’Albero che non finisce mai di stupire come nel caso della presenza permanente dell’artista nel cuore di Roma dal 2015 con un’inedita ed imponente istallazione “Albero – scultura” voluta dalla Casa di Moda Fendi quale atto di mecenatismo a Largo Goldoni.
L’opera intitolata “Foglie di Pietra” è stata creata da Penone per delineare più unioni: archeologia, storia, natura, pietra e mondo vegetale ovvero cultura e natura, con evidenti richiami alla Roma barocca. Fra i rami esili e i più alti si distinguono elementi di bronzo che raffigurano frammenti architettonici di epoca classica e medievale. L’eccezionale opera si erge con una struttura portante realizzata da due grandissimi alberi avvolti dal bronzo di 18 e 9 metri che sostengono tra i rami un blocco di marmo pesante 11 tonnellate, collocati davanti alla Maison Fendi. L’opera selezionata da una commissione mista del Ministero dei Beni Culturali e Turismo di Roma Capitale e Fendi costituisce il più recente ed importante intervento artistico contemporaneo nel centro di Roma ed è stata affidata in comodato d’uso per trent’anni all’Amministrazione Capitolina.

Altre opere dell’artista piemontese sono visibili permanentemente a Roma: la “Scultura di Linfa “del 2009 al Museo Maxxi-Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo, l’“Abete” realizzata nel 2003 davanti al Complesso Monumentale del Palazzo della Civiltà all’EUR. In Friuli Venezia Giulia, vicino ad Udine, un collezionista-editore, Egidio Marzona, ha creato un Parco d’Arte contemporanea intitolato l’Art Park dove sono presenti le opere di Penone.