Ama e ridi se amor risponde, piangi forte se non ti sente, dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior
Sembrava un visionario Fabrizio De André quando compose nel 1967 “Via del Campo”, la sua celebre canzone che contiene questa strofa, che nel piccolo comune di Peccioli, è divenuta realtà. La strada che conduce in questo luogo attraversa dolci e verdissime colline disseminate da casolari isolati e da file di cipressi impettiti. Siamo nell’entroterra toscano, dove le terre si fanno più rosse e il cielo, punteggiato da minuscole nuvole che si rincorrono, sembra più azzurro che altrove.
La sensazione che si avverte entrando nel piccolo borgo è che tradizione e modernità si integrino creando armonia. Ci sono abitazioni in pietra, ma anche vetri e installazioni colorate che si completano, facendo parte di un contesto uniforme, come la grande scritta che dall’alto accoglie i visitatori “La felicità è una via”.
Questo devono aver compreso gli abitanti quando si sono visti costruire un’immensa discarica in località Legoli, una fra le più grandi della regione, e anziché alzare barricate hanno pensato di trasformarla in un’opportunità, divenendo per l’Italia e l’Europa un modello di sostenibilità. E’ nata così nel 1997 la società Belvedere Spa, che sul modello dei paesi nordici, ha adottato una politica innovativa che ha integrato nel progetto di smaltimento, trattamento e riciclo rifiuti, anche arte, cultura e bellezza.
La società partecipata dal Comune per il 64% e per il 36% da circa ottocento azionisti del paese, ha come obiettivo la promozione e lo sviluppo del territorio e della sua economia. Un’economia che nel giro di dieci anni ha portato alla comunità venticinque milioni di utili.
Ma come è stato possibile trasformare l’immondizia in utili? Nel 1990 la discarica doveva essere chiusa, così pure fermato il termovalorizzatore di Firenze e tutti i rifiuti trasferiti al sud. Fu quindi proposto un investimento finanziato dalla Regione di quattro miliardi per bonificare il vecchio sito e mettere una parte delle aree a servizio dell’emergenza, trasformando la sua gestione in una dimensione più industriale. Il Comune da imprenditore ha iniziato quindi a accogliere tonnellate di rifiuti (non speciali) da ogni parte della Toscana iniziando a trarre cospicui profitti.
Gli indotti realizzati sono poi stati reinvestiti per sviluppare benessere, servizi, energia pulita, programmi solidali, un grande parcheggio multipiano, due teatri all’aperto, l’Anfiteatro Triangolo Verde e l’Anfiteatro Forte Mazzola.
Nel 2004 è nata la Fondazione Peccioli Per, che ha realizzato eventi teatrali e musicali di altissimo livello, come il Festival 11 Lune a luglio. Ma è la discarica, da cui tutto ha avuto origine, il cuore pulsante del progetto nato grazie ad un’intuizione del sindaco Renzo Macelloni.

Nel 2016 il vignettista Sergio Staino, che aveva già scritto per Peccioli la storia “Pecciolo contro Talquale, il mostro di spazzatura”, accetta di dipingere assieme al figlio Michele le pareti esterne dell’impianto, utilizzando undici pannelli per una lunghezza di circa un centinaio di metri. Vi raffigura un corteo composto dagli abitanti dei prati, chiocciole, rane, cavallette, lucertole, libellule, cavalcate da guerrieri, principesse e odalische. Nel 2017 a aggiungere colore e forme geometriche contribuisce anche David Tremlett, valorizzando il muro di contenimento all’interno della struttura. Nel 2011 a completare la cornice artistica arrivano i Giganti, per simboleggiare la rinascita di questo luogo noto soprattutto per i suoi rifiuti. Queste quattro sculture, realizzate da Naturaliter snc, sono dislocate non solo in discarica, ma in altri punti strategici del paese. Hanno un’altezza che varia dai cinque ai nove metri, sono costruite in polistirene e poliuretano espanso, rivestite di fibre di cemento per resistere agli agenti esterni, rappresentano figure umane.

Peccioli è stata selezionata come luogo di incontro fra ricercatori e scienziati che hanno elaborato la “Carta di Peccioli”, essendo rientrata a pieno titolo nei requisiti di ecologia radicale e resilienza. Ha inoltre avuto uno spazio all’interno del Padiglione Italia della Biennale Internazionale di Architettura di Venezia nel 2021.
Infine attraverso una serie di iniziative volte a diffondere in un contesto internazionale le buone pratiche del Comune, e grazie all’interessamento del direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di New York, Fabio Finotti, il modello Peccioli arriverà presto negli USA. Nella Grande Mela nel mese di dicembre sarà realizzata una mostra che utilizzando la facciata e la sede dell’Istituto a Park Avenue vedrà rappresentata l’opera “Lo sguardo di Peccioli” di Vittorio Corsini. Prenderà quindi forma una collaborazione con il New York Tech attraverso una Summer School annuale con stage estivi su urbanistica e arte. L’amministrazione comunale prevede in questo contesto di premiare i suoi cittadini (soprattutto quelli meno abbienti) per l’impegno profuso, organizzando alcuni viaggi guidati a New York, rendendoli ancora una volta parte attiva di questo percorso intrapreso.
Parafrasando la frase che troviamo in centro possiamo dire a questo punto che anche “I rifiuti possono essere una via”.