Il Metropolitan Museum of Art di New York riapre le porte alla moda con una nuova mostra: “Karl Lagerfeld: A Line of Beauty”. La retrospettiva, patrocinata da Chanel e Fendi, è in programma dal 5 maggio al 16 luglio 2023. Dedicata al personaggio principale – tema – dell’edizione del Met Gala che si è appena svolto, si tratta di una prima mondiale. Diamo un primo sguardo all’interno dell’esposizione che celebra la preziosa eredità sartoriale del prolifico maestro tedesco.

Allestita all’interno delle Tisch Galleries del museo, l’exhibition è stata progettata da Tadao Ando, architetto a cui Lagerfeld nel 1996 commissionò uno studio di design a Biarritz in Francia: progetto mai realizzato. Il titolo “A Line of Beauty” deriva dalla passione del designer per la dualità delle linee, quella retta così come quella fluida, serpentina. L’esposizione è divisa in temi contigui che riecheggiano l’amore di Lagerfeld per le contraddizioni, come il femminile e il maschile, il romantico e il militare, rococò e classico o lo storico e futuristico. È esposta su piattaforme ricurve, piedistalli altissimi e portici monumentali. Lo stile è glamour e la fantasia sopraffina, per onorare al meglio il genio di Amburgo.

Una mostra che offre una visione del processo creativo dello stilista con oltre duecento oggetti, schizzi originali, video con i sarti degli atelier con cui ha collaborato. Le interviste con questi artigiani, dirette dal regista francese Loïc Prigent, che ha seguito e documentato Lagerfeld dal 1997 al 2019, forniscono un contesto approfondito su come sono stati realizzati i capi del Kaiser della moda con gli schizzi in mostra accanto agli indumenti finiti. Non manca il piano di lavoro – la sua scrivania – riprodotta appositamente e allestita così come era nella realtà con pile di libri, pennarelli e penne disseminati, a voler ‘mostrare’ un laboratorio in attività a pieno ritmo. “A Line of Beauty” è un riconoscimento dell’ampiezza dello stilista, un personaggio che nella sua vita ha abbracciato l’arte tutta, dal cinema alla musica, dalla fotografia all’architettura, dalla letteratura alla filosofia.

Notoriamente instancabile, il designer dei guantini mozzati e dei colletti staccabili, ha iniziato a disegnare nel 1950, lavorando fino alla sua morte, avvenuta nel febbraio 2019. In quegli oltre sei decenni, ha ridefinito il modo in cui si guarda ad uno stilista – un creativo poliedrico piuttosto che confinato ad una singola disciplina. Diciannovenne e disegnatore autodidatta, nel 1952 Karl si trasferì a Parigi. Iniziò proprio dalle illustrazioni. Con degli schizzi presentati all’International Woolmark Prize si aggiudicò il primo posto nella categoria cappotti. Lo stesso contesto in cui Yves Saint Laurent vinse il premio per il miglior abito. Era il 1954, l’anno successivo divenne assistente designer del couturier francese Pierre Balmain. Fu il suo primo lavoro ufficiale nel campo della moda. Nei sessant’anni successivi seguirono Patou, Chloé, Fendi e per ultimo Chanel nel 1983. Di quest’ultimo, con il quale divenne sinonimo, trasformò le sorti in un periodo di forte declino per la maison francese. Un anno più tardi, parallelamente Karl Lagerfeld consolidò il suo estro con il lancio dell’omonimo marchio, tuttora attivo.
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