Grazie a Laura Caparrotti, la sua compagnia KIT e la Casa Italiana Zerilli Marimò, abbiamo trascorso del tempo in compagnia di una artista incredibile: Adelaide Ristori, attrice, impresario, madre, moglie, pioniera, diplomatica e soprattutto diva. Troppo spesso oscurata dalla leggenda di Eleonora Duse, Ristori è stata una pioniera dell’incanto e dell’imprenditoria del teatro. Per prima ha girato con la sua compagnia 5 continenti, 33 stati, 334 città, lei stessa se ne vantava nelle sue lettere (“In una parola, partii da Roma il 15 aprile del 1874 e vi tornai per la via delle Indie a Brindisi il 14 gennaio del 1876: il viaggio durò quindi 20 mesi e 19 giorni”). Una star internazionale, poliglotta, capace di recitare in francese e inglese, lodata e ascoltata dai monarchi del tempo.

Questa figura eccezionale è stata raccontata da Laura Caparrotti, con la collaborazione della giovane Alice Lussiana Parente, in una lecture performance nei suoi stadi iniziali di evoluzione, cui è seguita la presentazione di «Di lei attaccatissimo D. Pedro» della studiosa brasiliana Alessandra Vannucci sul carteggio fra la Ristori e l’imperatore del Brasile.
Nata nel 1822 a Cividale del Friuli in una famiglia di attori, Adelaide debutta a 3 mesi in uno spettacolo della compagnia del padre. A 15 anni entra nella Compagnia Reale Sarda di Torino. A Roma, al teatro Metastasio conosce il figlio del nobile proprietario del teatro, il marchese Giuliano Capranica del Grillo. Si sposano, lei smette di lavorare, si occupa dei figli. Torna sulle scene dopo due anni per salvare dalla prigione un capocomico indebitato. E decide a quel punto di puntare ai palcoscenici d’oltralpe: con il marito a farle da manager e la famiglia al seguito, debuttano a Parigi nel 1855 con la Francesca da Rimini di Silvio Pellico e con Mirra di Vittorio Alfieri. E’ un trionfo, l’attrice conosce Alexandre Dumas, Alphonse de Lamartine e George Sand e molti altri artisti dell’epoca, i suoi orizzonti si allargano. Punta allora a Berlino, Vienna, tutte le capitali europee.

Quando va in tournée a San Pietroburgo, Camillo Benso Conte di Cavour le affida una delicata missione presso la corte dello Zar. Quando va a Madrid intercede presso la regina Isabella II per salvare la vita di un condannato a morte per ribellione, l’ultimo imperatore del Brasile, Don Pedro ha con lei un intenso carteggio, in Italia la regina Margherita la nomina sua dama d’onore, più avanti nel tempo, in occasione del suo ottantesimo compleanno il re Vittorio Emanuele III la va a trovare per farle gli auguri.
Abbandona i ruoli leggeri per plasmare la sua immagine e i suoi ruoli verso quelli più drammatici, studia le lingue e quando torna a Parigi recita in francese, a Londra al Drury Lane ormai sessantenne affronta Macbeth in lingua originale (la scena del sonnambulismo era uno dei suoi cavalli di battaglia). La sua carriera si chiude con una tournée negli Stati Uniti, che attraversa viaggiando in un sontuoso vagone-appartamento tra il 1884 e il 1885, andando in scena due giorni su tre in 62 città e recitando in inglese con compagnie di attori locali. Il 9 maggio 1885 recita Macbeth all’Academy of music di Filadelfia accanto a Edwin Booth, e tre giorni più tardi, il 12 maggio, da l’addio alle scene a New York, dove recitò in inglese Maria Stuarda.
Imprenditrice e “influencer” ante litteram, aveva creato il merchandising con la sua immagine che si poteva acquistare nei foyer dei teatri in cui approdava: statuette in gesso, che ritraevano l’attrice nelle sue più famose interpretazioni; la ‘papeterie Ristori’, confezioni di buste e carte da lettere con la sua immagine; i libretti con i testi di scena tradotti in tutte le lingue, per consentire agli spettatori di seguire l’azione. Aveva compreso l’importanza dei costumi nel plasmare il gusto delle dame dell’epoca e se li faceva eseguire dal celebre sarto parigino Charles Frederick Worth. Venivano poi minuziosamente descritti nel materiale pubblicitario distribuito in sala, trasformando lo spettacolo in una sorta di défilé di moda.
Nel 2022 ricorreva il bicentenario della sua nascita e molte sono state in Italia le celebrazioni: dalla mostra a Genova dei suoi costumi ai libri e gli spettacoli. Ci auguriamo che il lavoro iniziato da KIT sulla sua figura prosegua, per ricordare in America una delle sue star un tempo più amate.