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Censurato anche Roald Dahl

Niente più nero, brutto, grasso, femmine o maschi nei libri del celebre autore per l'infanzia

Luciana CaprettibyLuciana Capretti
Censurato anche Roald Dahl

Roald Dahl / Ansa

Time: 3 mins read

Il mondo letterario reagisce con indignazione alla notizia che le opere di Roald Dahl, tradotte in 58 lingue, 300 milioni di copie vendute, siano state epurate dalla casa editrice inglese Puffin Books per diventare “politically and socially correct”.

Libri amati dai bambini come “Charlie and the chocolate factory”, “Matilda” e “The Witches” sono stati ripuliti da parole e frasi ritenute offensive per essere al passo con la morale corrente. Niente più grasso, nero, brutto, femmine cattive o maschi, meglio persone generico e nessun aggettivo qualitativo: il mondo estremo che sorprendeva e divertiva i piccoli, è stato limato, aggiustato, adattato ai tempi dalla casa editrice Puffin Books, insieme alla Roald Dahl Company, con la consulenza di Inclusive Minds, specializzata nella “inclusione e accessibilità nella letteratura per l’infanzia”. Ed è stata fatta a partire dal 2020 cioé prima che la Netflix acquisisse i diritti sull’opera dello scrittore. La rivelazione sulla operazione di “abbellimento” è arrivata da Telegraph: “tutto il linguaggio relativo a peso, salute mentale, violenza, genere e razza dei personaggi è stato tagliato e riscritto” ha spiegato il quotidiano inglese.

Il primo a scagliarsi con forza contro quella che ha definito una “censura assurda” è stato Salman Rushdie. “La Puffin Books e la Dahl Company dovrebbero vergognarsi” ha scritto su twitter “Roald Dahl non era un angelo, ma questa censura è assurda”. E di censura, di tipo più grave e pericoloso, Rushdie è esperto: la fatwa emessa contro di lui dall’Ayatollah Khomeini nel 1989 per il suo romanzo “Versi Satanici” ha segnato la sua vita, fino all’attentato dello scorso agosto.

Il primo ministro inglese Rishi Sunak ha dichiarato, attraverso il suo portavoce, che le opere letterarie dovrebbero essere “protette, non aggiustate”. Suzanne Nossel, direttrice di Pen America, organizzazione che riunisce 7500 scrittori, si è detta “allarmata”: “la letteratura deve essere sorprendente e provocatoria” ha scritto su twitter, aggiungendo che gli sforzi per cancellare parole che possono essere percepite come offensive “diluiscono la potenza del racconto”.

Dahl è stato più volte criticato per la misoginia, il razzismo e l’antisemitismo che comparivano nelle sue opere. Lui stesso ha ammesso di nutrire sentimenti antisemiti pochi mesi prima della sua morte nel 1990. E la famiglia nel 2020 ha ritenuto di dover chiedere scusa per “le frasi pregiudizievoli” dell’autore definendo alcune sue espressioni “incomprensibili” e in “contrasto evidente con l’uomo da noi conosciuto.” Ma, come hanno rilevato alcuni lettori su twitter, “se le opere non piacciono non bisogna censurarle, si lasciano semplicemente morire sugli scaffali.”

Il rapporto del quotidiano Telegraph sulla “censura” dei libri di Dahl mette a confronto le edizioni del 2001 e del 2022 per evidenziarne le differenze. Ne “Le streghe”, per esempio Dahl scriveva: Le streghe sono tutte donne. Non voglio parlar male delle donne. In genere sono adorabili. Ma tutte le streghe sono donne: è un fatto. (traduzione Salani di Francesca Lazzarato e Lorenza Manzi). La versione attuale contiene solo la prima frase. Nel passaggio in cui la nonna spiegava al nipote che le streghe indossano parrucche perché sono calve, e lui rispondeva che avrebbe tirato i capelli a tutte le donne per sicurezza, nella versione originale l’anziana rispondeva: Non dire stupidaggini. Non puoi tirare i capelli a tutte le donne che incontri, anche se portano i guanti. Provaci e vedrai. Ora dice: Non dire stupidaggini. E poi ci sono tanti motivi per cui una donna può indossare una parrucca, senza che ci sia nulla di sbagliato. In “Matilda” Miss Trunchbull era la femmina più formidabile è ora la donna più formidabile, in “Charlie and the chocolate Factory” gli Oompa Loompas erano piccoli uomini e sono diventati piccole persone.

La casa editrice Puffin ha scritto nella pagina introduttiva delle nuove edizioni di Dahl: “Questo libro è stato scritto molti anni fa e noi regolarmente rivediamo il linguaggio per assicurarci che possa continuare ad essere fruito con piacere da tutti.” Uno dei lettori ha commentato su twitter: “Avete corretto un paio di libri che avevano espressioni datate, avete solo altri 400 anni di letteratura ancora da fare. Dove vi fermerete?”

 

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Luciana Capretti

Luciana Capretti

Nata a Tripoli, Libia, ha studiato a Roma, lavorato più di 20 anni a New York come corrispondente per varie testate giornalistiche e per la Rai, e a Roma nella redazione esteri del Tg2. Ha scritto i romanzi Ghibli (Rizzoli) e Tevere (Marsilio) e il saggio La Jihad delle donne (Salerno).

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