“Non si può prescindere dalla conoscenza di un Dante rimatore per leggere bene la Commedia”, parola di Teodolinda Barolini, dantista di fama mondiale che ha tenuto una interessante conversazione con Fabio Finotti – Direttore dll’IIC NY – e Luigi Ballerini, scrittore, poeta e traduttore ed editor di Agincourt Press, in occasione della presentazione dell’edizione inglese del libro “An idea of Dante”, scritto da Gianfranco Contini (critico d’arte, filologo).
Tradotto da Stefano Sartarelli, “Una idea di Dante” raccoglie tutti i saggi di Contini sul sommo poeta e rappresenta, non ultimo, anche un ulteriore omaggio alle innumerevoli iniziative promosse in occasione del settimo centenario della sua morte.
Un’occasione di dialogo e confronto che, ancora una volta, sottolinea l’attualità disarmante di tutte le Opere di Dante. E su questo aspetto il direttore dell’IIC, che ha ospitato l’iniziativa, ha dichiarato: “Dante e’ quasi un poeta post moderno per la capacita’ di utilizzare il passato e inventarselo. Tante cose che noi pensiamo di sapere sono in realtà invenzioni che nascono dalle invenzioni di Dante.

Come ha dimostrato bene la Barolini, Dante gioca continuamente tra finzione e realtà, testo e testo, e Contini – che noi traduciamo per la prima volta negli Stati Uniti – è stato anche il critico che ha ispirato molta critica dantesca”.
“Contini ha dato il massimo impeto alle rime di Dante. Non si può prescindere dalla conoscenza di un Dante rimatore per leggere bene la Commedia.

Contini viene spesso chiamato filologo, ma secondo me e’ insieme un grande critico letterario e filologo, e questo binomio, importante e difficile da trovare, viene fuori in questo volume”, spiega Teodolinda Barolini che aggiunge: “Leggere Dante come uno sperimentatore, questa è la chiave di lettura di Contini. Dante recupera sempre i passaggi già finiti ci dice Contini e io sono d’accordo, questo per me è uno dei veri segni del poeta, va avanti e non butta nulla via”.
“È corretto affermare che vi è un legame, latente, ma deciso, tra le rime e il periodo di maturità di Dante – esordisce Luigi Ballerini – Diversi saggi sono legati dal fatto che Contini, in primis, guarda il testo, quindi legge quello che c’è scritto e non quello che si è immaginato. E questa mi sembra una cosa importante. Contini è uno che conosce il lessico dantesco e l’ambiente riuscendo cosi’ a far un lavoro egregio. Un libro composito che ha puntualizzato cose messe in disparte e ha costruito quello che era lecito riavere dal testo visto con gli occhi e le orecchie di chi ha la capacità di leggere l’italianità del duecento. Ed è essenziale per fare un lavoro straordinario”, ha concluso Ballerini.