È morto l’enfant terrible della moda degli anni Sessanta. Lo stilista di origini spagnole Francisco Rabaneda Cuervo, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Paco Rabanne, si è spento in Francia ad 88 anni. Era molte cose Rabanne: designer, profumiere e da uomo profondamente credente amava definirsi “monaco della moda”. Nel couture era entrato disegnando schizzi per Balenciaga, Dior e Givenchy. Coco Chanel lo definì “il metallurgico” per l’uso persistente dei metalli nei vestiti. Da quando si era ritirato dalle scene, nel 1999 era raramente apparso in pubblico.
Nato a San Sebastian in Spagna, Paco Rabanne, respirò moda fin da piccolo. Sua madre era la sarta di punta nell’atelier di Cristobal Balenciaga, a Donostia, nei Paesi Bassi. Quando quest’ultimo scappò in Francia a causa della Guerra Civile di Spagna, Paco e famiglia lo seguirono. Era il 1937, Balenciaga apriva i battenti a Parigi. Rabanne aveva appena tre anni.
A metà degli anni Cinquanta, iscritto alla facoltà di architettura della Scuola delle Belle Arti di Parigi, Paco guadagnava disegnando schizzi per Dior e Givenchy, e scarpe per Charles Jourdan. Solo dieci anni più tardi Rabanne si dedicava appieno alla moda, mondo in cui sarebbe entrato da primo della classe. Disegnò dapprima una linea di gioielli dall’accento futuristico, realizzata interamente in plastica. Dior, Givenchy e Balenciaga divennero i maggiori acquirenti. Da gioielli e bottoni il passo agli indumenti fu breve. Nel 1965 realizzò il primo abito, di plastica. Pioniere dei materiali alternativi, invece di ago e filo si affidava alle pinze e al posto dei tessuti utilizzava cartapesta, nastro adesivo e metallo. Nel 1966 Paco Rabanne aprì la propria maison. Per il debutto presentò la linea “Manifesto: 12 abiti inindossabili in materiali contemporanei”. Fu subito chiaro che Paco Rabanne era un artista visionario che viveva nel futuro.

Paco Rabanne / AnsaDi lì a poco viene notato anche da cinema e teatro che gli chiedono collaborazioni. È il 1968 quando crea i costumi di scena per Jane Fonda nel ruolo di Barbarella – personaggio dello storico film di fantascienza diretto da Roger Vadim. Per quel progetto Paco Rabanne tirò fuori bustini e mise attillatissime ricolme di lamè, frange e plastica. Modelli in stile astronauta abbinati a stivali sexy con intagli di metallo. Era avanguardia.

Parallelamente, nel 1968 iniziò la collaborazione con la società di fragranze Puig, che oggi controlla l’etichetta Paco Rabanne. Fu l’anno dello storico Ultraviolet, che rese la maison prima in assoluto nel settore dei profumi di lusso. La scelta della bottiglia viola dalle forme geometriche fu un chiaro riferimento alla forza, la luce e la sensualità delle donne di cui Rabanne è stato grande alleato ed estimatore. “L’eleganza è uno stile di vita – amava dire – l’eleganza non sono i vestiti. I vestiti devono rappresentare l’armonia tra ciò che sei e i tuoi desideri, quindi l’unico consiglio che posso dare è che ogni donna capisca la sua personalità in modo che, attraverso i vestiti, possa mostrarla agli altri”.

Paco Rabanne era famoso anche per le sue dichiarazioni particolarmente eccentriche. Non nascondendo il suo forte coinvolgimento nell’astrologia e nell’occulto, si definiva «un po’ un medium, un po’ chiaroveggente». Affermava di aver vissuto diverse vite, inclusa quella di una prostituta al tempo di Luigi XV, di aver conosciuto Gesù e di aver ucciso Tutankhamon. In TV annuncio’ di avere 75.000 anni.
Nel 1999 Paco Rabanne si ritirò dietro le quinte dopo aver previsto la caduta della stazione spaziale russa Mir su Parigi. Il gruppo Puig, con sede a Barcellona, rilanciò il brand nel 2011, prima con lo stilista indiano Manish Arora, sostituito nel 2013 dal francese Julien Dossena, tuttora alla direzione creativa.