Si conclude con un applauso commosso la serata dedicata a Giorgio Bassani all’Istituto Italiano di Cultura, l’applauso degli studenti di Trento che avevano appena sentito l’autore recitare il suo epitaffio “Rolls Royce” e l’applauso insieme del pubblico newyorkese dopo l’ascolto della storica registrazione. Sono contento che vi sia piaciuto – dice Bassani ai ragazzi nel mezzo dei battimani – perché questa è una poesia a me molto cara. La registrazione della voce di Bassani è un regalo che la professoressa Anna Dolfi insieme al professor Valerio Cappozzo hanno fatto ai newyorkesi intervenuti al seminario “Giorgio Bassani uomo di lettere”. La poesia ha concluso una serata dedicata a Bassani poeta e ai suoi rapporti con il Nord America. Bassani è noto più come scrittore grazie al successo de “Il giardino dei Finzi Contini”, “Gli Occhiali d’oro”, “L’airone”, ma Anna Dolfi, che ha curato un volume che raccoglie tutte le sue poesie, spiega come la sua prima produzione sia poetica, il suo primo libro è del 1945 e solo nel ’53 inizia a pubblicare racconti e romanzi fino al ’63 quando torna al suo primo amore, la poesia, e cura una antologia di quello che aveva scritto in passato. Diceva spesso: Con il vostro permesso io sono un poeta e quando torna a scrivere poesie, ormai senza rima, le scrive in forma di imbuto, di clessidra, gioca con le parole e i versi che mette al centro della pagina anziché allineati a sinistra. Parlare di sé, dire la verità, raggiungere il massimo della confessione sono per Bassani le tre qualità della poesia e se sono presenti nella sua narrativa, lo sono ancora di più nella sua poetica.

Ma è la narrativa che lo fa conoscere in America, spiega il professor Cappozzo, Bassani viene tradotto già a partire dal 1960, riceve molte recensioni del New York Times, articoli del New Yorker, di Interview, viene invitato a insegnare, prima dall’Università dell’Indiana nel ’76 e ’77 poi in Canada e in California. Bassani è tornato poi spesso in America, in particolare a New York, specialmente in qualità di Presidente di Italia Nostra per difendere e preservare le bellezze e la cultura della penisola e Alain Elkann ha ricordato i suoi incontri con lo scrittore di cui era amico.
Il seminario all’Istituto di Cultura era arricchito da una esposizione, curata da Cappozzo con Gaia Litrico e Francesco Franchella, di documenti della Fondazione Giorgio Bassani fra cui lettere autografe, poesie e, per la prima volta, la traduzione di “Addio alle armi” di Hemingway che Bassani fece nel 1943 e che era stata considerata perduta, che apre nuove prospettive di indagine sul rapporto tra lo scrittore ferrarese e la letteratura statunitense.
Il seminario è stato aperto e chiuso dal prof. Fabio Finotti, Direttore dell’Istituto di Cultura, è intervenuta anche in collegamento da Parigi Paola Bassani, figlia dello scrittore e presidente della Fondazione Giorgio Bassani.
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